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Buildings Have Feelings Too! | Recensione

Vi siete mai chiesti cosa avessero da dire gli edifici? Blackstaff Games prova a darci una risposta con Buildings Have Feelings Too!

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Avatar di Giacomo Todeschini

a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Pubblicato il 26/04/2021 alle 12:00 - Aggiornato il 19/10/2023 alle 19:35
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  • Pro
    • Buono lo spunto alla base
    • Qualche idea interessante
  • Contro
    • Semplicistico
    • Comandi imprecisi

Il verdetto di Tom's Hardware

6.2
Buildings have feelings too! è un titolo che possiede un’ottima idea di base, ma che riesce a sfruttarla solo in parte. La volontà di voler dare una voce agli edifici, che nella vita reale passano spesso e volentieri come meri oggetti inanimati creati solo a scopo di lucro, si perde infatti in un gameplay semplicistico e per certi versi confusionario, che riesce anche a divertire, ma senza convincere in pieno. Un gestionale basilare, che si rivela un passatempo e poco più.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Buildings have feelings too! - PS4

Buildings have feelings too! - PS4

Vedi su Instant-gaming
Vedi su Ebay

Vi siete mai chiesti come sia porsi dall’altro lato della palizzata e mettersi nei panni di qualche oggetto inanimato usato dall’uomo per qualsivoglia scopo? Vi siete mai domandati cosa potrebbero pensare tali oggetti se fossero dotati di un intelletto? A porsi tali domande, e soprattutto a provare a darsi delle risposte, è stata questa volta Merge Games, software house dietro Buildings Have Feelings Too!. Buildings è un peculiarissimo gestionale in cui, nei panni nientepopodimeno che di un edificio, dovremo dar vita a un piccolo agglomerato urbano, puntando non solo a fini meramente economici, ma tenendo in primo piano soprattutto esigenze e necessità personali dei singoli edifici. Un’idea sicuramente interessante e dotata di un discreto potenziale, in cui ci siamo immersi negli ultimi giorni.

Buildings Have Feelings Too!

Buildings Have Feelings Too! si apre qualche istante prima della demolizione di un vecchio cantiere navale, costretto ad essere distrutto in quanto non più al passo coi tempi e non abbastanza produttivo per sfamare la sempre maggiore fame di denaro della razza umana. Un momento che Merge Games riesce a rendere toccante, con i dialoghi tra l’edificio condannato a macerie e quelli vicini che riescono a far entrare subito il giocatore in un punto di vista completamente diverso rispetto a quello a cui si è solamente abituati.

buildings-have-feelings-too-155762.jpg

Proprio questo riuscire a riproporre tali situazioni in una veste inedita, donando dignità e significato a eventi su cui solitamente non ci soffermiamo, è sicuramente il principale punto di forza di Buildings Have Feelings Too!, con il gioco che è in grado di regalare più di qualche spunto di riflessione nel corso dell’avventura. Edifici con grandi obiettivi, ruderi spaventati dal futuro e costruzioni in cerca del proprio destino: nell’opera di Merge Games è possibile imbattersi in un gran numero di differenti situazioni che ben si possono riflettere sulla vita di tutti i giorni, mettendo più di una pulce nell’orecchio al giocatore sull’indifferenza che regna spesso e volentieri sovrana verso tutto quello che ci circonda.

Imprenditori edili, ma con etica

Passando a quello che è il gameplay vero e proprio si perde purtroppo questa particolare verve, con Buildings Have Feelings Too! che si rivela essere un gestionale tutto sommato semplicistico e senza particolari guizzi. I livelli di gioco altro non sono infatti che delle lunghe linee bidimensionali in cui piazzare i vari edifici, andando a formare dei distretti sempre differenti in base a quelli che sono gli obiettivi di gioco.

Costruzioni che differiscono per due caratteristiche tra loro strettamente collegate: la tipologia e lo scopo. La tipologia di edificio, oltre che andare a impattare nello spazio richiesto sulla linea di cui sopra, da infatti accesso a differenti finalità, che possono variare dal classico negozio fino ad arrivare alla fabbrica, passando ovviamente per pub e normali abitazioni.

buildings-have-feelings-too-155761.jpg

L’obiettivo del giocatore è quello di andare a disporre il tutto nel modo più opportuno possibile, riuscendo a soddisfare le esigenze e le richieste di ogni singolo edificio. Un bar, come facilmente preventivabile, beneficerà infatti della vicinanza di qualche edificio con finalità abitative, mentre quest’ultimo vedrà di cattivo occhio la presenza di una ciminiera. Soddisfare i bisogni dei diversi edifici, con cui potremo ovviamente di tanto in tanto scambiare qualche parola, permetterà di aumentarne il livello, garantendo così all’intero vicinato una serie di benefici. Per quanto queste meccaniche possano anche sembrare interessanti, alla fine dei conti il tutto si riduce a una sorta di semplice puzzle, in cui bisogna spostare continuamente edifici, talvolta anche con tentativi randomici, cercando di trovare la miglior disposizione possibile.

buildings-have-feelings-too-155763.jpg

Questo il leitmotiv che viene proposto da Merge Games nei differenti livelli del titolo, che differiscono tra di loro solamente per la disponibilità di nuove tipologie di edificio e per il panorama sulla sfondo. Buildings Have Feelings Too! purtroppo non offre molto altro, con il quadro complessivo che è peggiorato anche da dei comandi imprecisi, soprattutto nelle ricorrenti fasi in cui bisogna spostare i vari edifici da un lotto edificabile all’altro. Graficamente il titolo non è invece per nulla male, grazie a uno stile semplice che ben si sposa con il ritmo compassato e tranquillo di gioco. Quello che resta è quindi un titolo discreto, con cui rilassarsi e passare qualche ora senza nessuna fretta, ma che riesce a sfruttare solo un’oncia del suo potenziale.

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