Immagine di Dry Drowning Recensione, delitti sotto il freddo neon
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Dry Drowning Recensione, delitti sotto il freddo neon

Dry Drowning è un cyber-noir che ci porta in un futuro visto dagli occhi di un detective, dove la ricerca dell'utopia ha creato la peggiore delle distopie.

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a cura di Alessandro Palladino

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Il mondo cyber-noir di Dry Drowning è un panorama amaro da ammirare. Corporazioni, omicidi e discriminazione sociale sono la linfa vitale dell’immaginario distopico creato dall’italiano Studio V, forte di tante ispirazioni provenienti dalla cultura futuristica tornata in auge negli ultimi tempi. Come per ogni buona storia che racconta le storture di una società tanto cristallina quanto marcia, il protagonista della vicenda è un detective sull’orlo della sua carriera, scalfito da una serie di efferati omicidi a opera di uno dei serial killer più iconici e sadici del futuro.

Premesse che gli amanti del noir non faticheranno a trovare familiari, facendo passare Dry Drowning come il sogno elettrico di un Ellroy avveniristico. Di certo però non parliamo di un romanzo vero e proprio, ma dell’equivalente videoludico di quella che è l’impostazione narrativa di uno scritto letterario: una visual novel in cui le scelte del giocatore stabiliscono la trama e lo stato del mondo narrato. E noi abbiamo scelto, esplorato e indagato, scoprendo i sorprendenti punti di forza di questa produzione indipendente.

Efferata mitologia cibernetica

Nel prossimo futuro, la struttura sociale dell’uomo moderno è enormemente cambiata grazie al ruolo che la tecnologia ha avuto nel generare enormi barriere civili e nel costruire la vita produttiva di ogni singolo individuo. Lontano dagli altri paesi, una città di grattacieli e neon chiamata Nova Polemos prospera grazie a un test che decide quali cittadini siano adatti a vivere in essa e sotto quale scopo. Se si è socialmente inefficienti si viene sbattuti fuori da qualunque privilegio e civiltà, mentre i ricchi e gli intellettuali dominano dall’alto della loro zona privilegiata. Immigrati irregolari, anziani, piccoli criminali e chiunque possa porre una minaccia verso l’utopia di Nova Polemos viene sbattuto fuori dalla sua casa, o dai confini dell’area urbana. Una condizione spregevole a livello umano, ma accettata passivamente dopo anni di campagne d’odio e discriminazione.

La tua utopia, la mia distopia” recita un graffito visibile in gioco, ed è un po’ anche il pensiero del protagonista Mordred: un detective accusato di aver incastrato due persone innocenti dopo aver falsificato delle prove legate a una serie di crimini riconducibili a un killer seriale. Nessuno più di lui - e noi nei suoi panni – conosce le contraddizioni di Nova Polemos, vedendone i cadaveri tra le strade in rovina, lontano dall’opulenza tecnocrate della Zona 1. Un vero personaggio noir, che però è ben disposto a continuare il suo lavoro per riuscire a vivere in quella glorificata fogna.

Questo perché come partner ha Hera, la sua più fidata collega e fidanzata, uniti sia nell’amore che nel caso che ha incriminato il detective. Una relazione che è estremamente vissuta in Dry Drowning, spesso vista come unico e solo motivo per andare avanti nell’ecosistema di Nova Polemos. Come ci si aspetterebbe da un buon giallo, la nostra storia inizia quando ci viene proposto un caso che, naturalmente, ci svela il ritorno dello stesso serial killer che si pensava fosse stato debellato. Il nome è Pandora, così chiamato perché creatore di macabre rappresentazioni dei miti greci utilizzando i corpi delle sue vittime.

Da questo primo omicidio parte una lunga spirale di indagini che porterà il giocatore in diversi settori della città, illustrandone le caratteristiche e facendogli intuire le forti dinamiche che costituiscono le organizzazioni governative, il tessuto cittadino e le leggi in vigore in quel finto paradiso. Più che illustrarle passivamente, Dry Drowning fa in modo di mettere l’utente direttamente al centro di esse, attraverso situazioni così rilevanti da poter cambiare ognuno di questi elementi. Il primo caso, ad esempio, coinvolge un politico di estrema destra accusato di essere un assassino, mentre un’indagine successiva entra nel merito della rete di sicurezza e di alcuni accordi internazionali. Come è intuibile, le scelte che faremo in queste occasioni avranno forti ripercussioni nella trama, culminando in diversi finali e cambiamenti importanti nell’ambientazione di Dry Drowning, oltre che nello sviluppo della personalità di Mordred.

Il racconto ideato da Studio V è quindi estremamente reale e tangibile, in grado di trascinare il giocatore attraverso un impianto narrativo tanto denso quanto direttamente influenzabile. Ed è così che andrebbe trattata una storia noir all’interno di un videogioco, ponendosi non come illustrazione di una realtà alternativa da osservare, ma una vera e propria interazione personale all’interno di una trama dal carattere riconoscibile. La differenza è inoltre marcata dall’ oculato utilizzo dei personaggi, che in Dry Drowning non appaiono mai gestiti in maniera casuale o secondaria, bensì distintamente caratterizzati fin dentro la loro esternazione psicologica, forti anche di una direzione artistica che fa dei modelli dei protagonisti un vanto utile ed evidente.

Ciò che mette leggermente i bastoni tra le ruote in quello che altrimenti sarebbe un flusso continuo di suspance è una scrittura alle volte sottotono durante le fasi più rilassate, portandoci dialoghi e siparietti affrettati o quasi innaturali. Non è tanto nel rapporto con Mordred o Hera che si avverta questa sensazione, quanto magari nei dialoghi come quelli della visita alla moglie di Baker o nei momenti estremamente riepilogativi degli indizi del caso. Una struttura simile viene giustificata da esigenze di gameplay o dalla voglia di raggiungere più pubblico possibile, creando situazioni pilotate in dialoghi quasi da tutorial. Naturalmente parliamo di piccolezze che, in fin dei conti, non minano affatto i momenti più topici dell’esperienza, dove la scrittura crea colpi di scena decisamente memorabili e dall’alta tensione.

Non di semplice lettura vive l’uomo del futuro

Parte della causa del coinvolgimento in Dry Drowning, avvertibile specialmente durante le fasi risolutive dei vari capitoli di gioco, è legata al fatto che esso non punta solamente sulla semplice lettura alla portata di qualche click, bensì decide di tenere il giocatore sempre attento grazie a tutta una serie di stratagemmi ludici ben congeniati.

Essendo Nova Polemos una stupenda culla dell’ultima tecnologia, Mordred ha a sua disposizione una serie di gadget, abilità e strumenti utili per riuscire a risolvere i casi in cui è impegnato. Innatamente, il nostro detective è perfino in grado di percepire visivamente se una persona sta mentendo grazie alla proiezione mentale di una “maschera” sulla faccia degli interlocutori. Anche qui, la direzione artistica del team di sviluppo si fa sentire grazie a un’ottima rappresentazione del grottesco, la quale passa attraverso le animalesche maschere (ed effetti vari) per identificare visivamente la corruzione morale degli individui.

Quando compare una maschera saremo quindi chiamati a mostrare prove e affermazioni al fine di togliere il velo di menzogne dal volto degli incriminati, avendo a disposizione solamente tot tentativi prima di fallire. Seguendo le indagini con attenzione non sarà troppo difficile trarre le giuste conclusioni, rendendo questo processo accessibile anche a un novellino dei polizieschi. Chiaramente più si va ad infittire la trama, più sarà difficile riuscire a tirare fuori la verità dai sospettati, creando il giusto crescendo che ci aspetterebbe da un gioco del genere.

Oltre queste fasi dialogiche, Dry Drowning ci porta direttamente sul campo grazie a una tecnologia olografica in grado di proiettare e ricostruire la scena del crimine. Analizzando lo scenario come nel più classico dei punta e clicca, raccoglieremo prove, indizi e considerazioni, arricchendo il nostro inventario di oggetti e nozioni base sul mondo di gioco e sul caso alla mano. Ciò che otterremo in queste fasi di perlustrazione dovrà essere usato con i vari personaggi incontrati, presentandogli oggetti o fatti che potrebbero portarli a dirci qualcosa in più, anche se tale funzione viene parzialmente ostacolata da dei menù eccessivamente macchinosi e lenti. Alle volte capiterà anche di poter insistere su determinate parole chiave dette dagli indiziati, oppure di destreggiarsi in minigiochi legati a sistemi informatici o prove attitudinali come Be a Good Citizen!.

In Dry Drowning tutto fa brodo, ispirandosi per certi versi ai meccanismi di Ace Attorney e ravvivando quindi l’esperienza complessiva. Tra queste interazioni extra-testuali non c’è davvero nulla che sembri essere fuori posto o eccessivamente forzato, anzi dietro alcune di esse si celano perfino condizioni in grado di sbloccare nuovi percorsi di storia o di raccontare spaccati del passato dei protagonisti. La loro difficoltà è inoltre ben strutturata, in modo da evitare che puzzle o enigmi diventino uno scoglio troppo duro per chi, giustamente, vuole vivere solamente la storia alla mano. A ragione di questo, è bene sottolineare che il gioco presenti sia la lingua italiana che quella inglese.

Allo stesso tempo, Dry Drowning non è solo un caso di omicidi da seguire linearmente, piuttosto è un assaggio realistico di un futuro marcito a causa dei problemi che è possibile ritrovare anche al giorno d’oggi, resi in maniera eccelsa attraverso un attento studio visivo delle ambientazioni e delle “scene” che raccontano i momenti più topici. Dalle musiche – con ben oltre 2 ore di composizioni originali - ai fondali, la parte estetica ideata da Studio V presenta un dinamismo d’eccezione, scalzando la staticità tipica delle visual novel per dipingere la velocità del futuro di Nova Polemos, tanto accelerata da lasciarsi indietro l’umanità. L’artisticità più pura subentra proprio quando c’è da illustrarne tali lati oscuri, creando un misto di colori e monocromi che è difficile ritrovare in altri prodotti simili, perlomeno non con una simile valenza meta-testuale. Del resto, una delle caratteristiche di un buon noir è proprio quella di saper utilizzare i contrasti immaginifici per descrivere l’enorme differenza tra ciò che c’è sotto la luce e ciò che viene dimenticato nei vicoli più bui, lontano dagli sguardi innocenti della finta utopia sociale.

Voto Recensione di Dry Drowning - PC


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia estremamente coinvolgente e ben strutturata, degna dei migliori noir

  • - Diverse interazioni significative che spezzano la semplice lettura

  • - Diversi percorsi e finali da scoprire, con colpi di scena memorabili e scelte d'impatto

  • - Direzione artistica unica e originale, oltre che unita strettamente al gameplay

Contro

  • - I menù dell'inventario e dei documenti sono macchinosi da navigare

  • - Alle volte la scrittura appare sottotono nei dialoghi più secondari

Commento

Dry Drowning è un piccolo gioiello noir come difficilmente se ne vedono. La sua storia ha un ritmo ben cadenzato, con personaggi degnamente strutturati e abbastanza profondi. Per quanto al centro di tutto ci sia il racconto di un’indagine contro un serial killer, ricca di colpi di scena significativi, la vera forza del titolo di Studio V è nel modo con cui riesce a proporre efficacemente il tessuto sociale e civile di Nova Polemos, illustrando al giocatore l’utopia/distopia che potrà perfino cambiare con le sue scelte. Un risultato decisamente apprezzabile e completamente in linea con i più grandi nomi del genere letterario a cui si accosta, specialmente se poi si considera l’utilizzo oculato dell’originale direzione artistica. Infine smorza anche la staticità del formato visual novel grazie a graditi espedienti di gameplay, tenendo sempre alti l’attenzione e il coinvolgimento dell’utente sfruttando minigiochi e enigmi logici. Al netto di qualche difetto minore, chiunque sia un avido lettore di gialli non può farsi sfuggire un’esperienza così unica, soprattutto perché è possibile riviverla, differentemente, più e più volte.

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Immagine di Dry Drowning - PC