FIFA 23, recensione dell'ultima collaborazione tra FIFA e Electronic Arts

La recensione di Fifa 23, l'ultimo capitolo che Electronic Arts realizza in collaborazione con Fifa prima di chiudere il brand

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a cura di Mario Petillo

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Questa sarà l'ultima recensione di FIFA che verrà pubblicata, perché dal prossimo anno - oramai l'abbiamo detto in tutte le salse - il titolo non esisterà più. Electronic Arts dal 2023 dovrà pensare a un altro nome, a un altro brand, a tutt'altro, non potendo più avere la licenza FIFA dalla sua parte. Ecco quindi che FIFA 23 diventa un canto del cigno, un pezzo unico che diventerà pietra miliare della storia del calcio e magari permetterà anche la ripartenza di un movimento, quello della simulazione sportiva, che negli ultimi anni si è lasciato molto andare: la deriva eccessivamente arcade di Electronic Arts da un lato, lo sfacelo contenutistico offerto da Konami dall'altro. Andiamo, però, a questo punto ad analizzare che cosa ci arriva dal Canada stavolta.

FIFA 23, dite addio alla velocità

Abbiamo già avuto modo, nel corso di quest'estate, di andare a snocciolare tutte le novità dal punto di vista delle modalità di questo FIFA 23. Vi ho elencato tutto ciò che riguarda le modifiche a FUT, soprattutto per l'intesa della quale parliamo a breve più nel dettaglio, ma anche tutto ciò che è stato inserito nella Carriera, il Pro Club e Volta Football. Non parliamo di rivoluzioni, né di cambiamenti che stravolgono la struttura del titolo, tranne per quanto riguarda, in un certo senso, FUT col suo strizzare l'occhio alle ibridazioni. Però, dal punto di vista del gameplay, le novità ci sono eccome.

FIFA è sempre stato velocità, è sempre stato il cercare una sorta di flipper che generasse anche dei rimpalli in grado di spingervi in porta senza nemmeno sapere come. Stavolta, forse mutuando molto dall'esperienza di eFootball, l'ex Pro Evolution Soccer, si è deciso di andare a ricercare un gameplay più lento: all'inizio vi sembrerà di andare col freno a mano tirato, poi inizierete a capire che, al di là di quei tiri assurdi che continuano a entrare in porta senza alcuna giustificazione, stavolta nel calcio è davvero arrivata la riflessione.

Sembra di avere una sorta di pesantezza generale, quasi delle ancore ai piedi che portano i giocatori a non scattare come molle, a meno che non abbiano dalla loro un alto tasso di velocità. Sono riuscito a esaltarmi più volte con gli uno-due, fondamentali per poter avere la meglio in una manovra che non è più frenetica come nei precedenti capitoli: un aspetto che ho molto apprezzato, perché non sono mai stato un amante del filtrante alto e della corsa sfrenata con Adama Traore, che per quanto sia veloce non brilla poi nella conclusione. L'approccio, insomma, è diverso e anche se penalizza lo show, ci permette di apprezzare molto di più ciò che abbiamo tra le mani e quella manovra che vorremmo andare a realizzare.

I buchi neri di un gameplay compassato

Sono rimaste, ovviamente, un po' di imperfezioni: il tiro a giro da fuori area, così come in FIFA 22, resta un must per chi vuole beffare il portiere quasi al cento per cento, così come l'introduzione del tiro potente sembra voler dare solo spettacolo e niente di concreto. Lo riconoscerete, quando un avversario starà per farlo, perché la camera si avvicina quasi come se dovesse fare un primo piano del giocatore che sta per tirare, ma è talmente lento il caricamento di questa conclusione che riuscirete quasi sempre a contrapporvi col corpo di un difensore. La forza con cui viene scagliata, quando possibile, ha quel sapore arcade che ci ricorda che per quanto FIFA 23 ci abbia provato, la natura resta sempre quella.

Altro problema molto fastidioso è legato all'averci fatto credere, durante quest'estate, di aver migliorato i portieri e le loro animazioni. In realtà per quanto questo sia vero in parte, c'è da dire che sui tiri ravvicinati non c'è speranza e si finisce quasi sempre a subire gol. Sicuramente ha senso che un portiere non sia molto reattivo nell'area piccola, ma potrebbe avere senso anche permettergli di avere qualche possibilità in tal senso. Insomma luci e ombre in queste modifiche al gameplay, ma a livello macroscopico è da apprezzare il fatto che si sia messo un freno, in tutti i sensi, a quella frenesia ingiustificata.

Modalità conservative

Parlavo prima delle modalità, invece, e arrivo subito a dirvi che la novità di FUT si può ritrovare in solo due aspetti: il già citato cambio all'intesa, che è più semplice a essere applicato che per come ce l'avevano spiegato quest'estate, e l'aggiunta dei Momenti. Una modalità a singolo giocatore che, in tutta onestà, mi ha annoiato in maniera abbastanza rapida: premi poco interessanti e una lentezza del menù nel proporci quello che è a tutti gli effetti un allenamento sui comandi di gioco e poi, scegliendo le route adeguate, delle storie a cui rispondere con delle costruzioni rose adeguate.

Se da un lato, insomma, il cambio dell'intesa è da premiare e semplifica ancora una volta una meccanica di FUT (anni fa venne eliminata la fatica, ad esempio, adesso viene meno la fedeltà e anche i legami) dall'altro lato c'è da dire che è davvero difficile andare a intaccare una modalità che è davvero la regina di tutto il gioco e spesso e volentieri finisce per essere un'esperienza totalizzante. Atteggiamento conservativo, tra l'altro, che Electronic Arts ha tenuto anche per la modalità Carriera, divisa anche quest'anno in Allenatore e Giocatore.

Nella prima, vi avevo già parlato di questo aspetto negli articoli di agosto, accogliamo la presenza dell'Analista dei trasferimenti, che vi spiegherà quanto siete stati abili nelle trattative e che andrà a generare anche dei filmati inediti che racconteranno l'arrivo del vostro giocatore in squadra. Per la modalità Giocatore, invece, la novità è rappresentata dalla personalità del nostro alter ego che dovrà prendere delle decisioni in stile Alex Hunter nella sua storia degli anni scorsi: ciò che farete fuori dal campo condizionerà il vostro comportamento nel rettangolo verde, facendovi giocare in un certo modo piuttosto che in un altro.

Chiudiamo, quindi, con Pro Club e Volta, una modalità che tanto abbiamo desiderato negli anni scorsi, tanto abbiamo atteso, ma che alla fine non ci ha permesso di svoltare le nostre esperienze come speravamo: in FIFA 23 non c'è niente da segnalare dal punto di vista delle novità, se non che si è deciso di andare ad accorpare le due modalità sotto un unico sistema di progressione, permettendovi di avere un giocatore pronto per entrambe le modalità. Non siamo dinanzi a uno stravolgimento, ma all'ennesima semplificazione di un sistema che poteva essere prolisso e fastidioso per chi magari era interessato all'una e non all'altra.

Ho visto Cristiano Ronaldo

È giusto infine segnalare che dal punto di vista tecnico c'è stato un altro passo in avanti da parte di FIFA 23. So già che cosa state pensando: è sempre lo stesso gioco con un miglioramento grafico. In realtà in questo articolo ho provato a scardinare questo pregiudizio che ogni anno finisce per bersagliare FIFA di critiche poco costruttive, perché il comparto tecnico fa quel passo in avanti che ci permette di riconoscere anche a distanza i giocatori schierati in campo, replicandone le movenze. Anche se gli stadi sui quali batte forte il sole continuano a dare qualche noia dal punto di vista dell'illuminazione, sul resto c'è davvero poco da criticare in senso negativo: i giocatori sono davvero riconoscibili sia per presenza fisica che per fattezze.

Se qualche bug ci è capitato sotto mano, soprattutto quando la palla finisce sugli spalti e noi ci aspettiamo un calcio d'angolo che finisce per regalarci degli strani flash, vorremmo smetterla di spezzare lance per Pardo e Adani, la cui telecronaca inizia a essere davvero ripetitiva e monotona. Non tanto quella del giornalista di DAZN, quanto le considerazioni dell'ex difensore dell'Inter, che quasi ci sta facendo rimpiangere le considerazioni di Stefano Nava. Da quel punto di vista sembra non esserci nessun tipo di volontà di provare a dare una sferzata e di proseguire in tal senso: l'audio a 0 sicuramente vi verrà incontro.