La trilogia che ha ridefinito uno dei JRPG più amati di sempre si prepara al gran finale con una sorpresa: il terzo capitolo della saga di Final Fantasy VII Remake non seguirà le orme dei suoi predecessori. Naoki Hamaguchi, direttore del progetto, ha confermato che Square Enix sta sviluppando un'esperienza di gioco completamente inedita per concludere l'epopea di Cloud e dei suoi compagni. Una scelta che riflette la filosofia evolutiva che ha caratterizzato l'intera operazione remake, dove ogni capitolo ha rappresentato un passo avanti rispetto al precedente.
L'evoluzione continua: dalla linearità al mondo aperto
Il percorso intrapreso dalla software house giapponese ha già dimostrato la capacità di reinventarsi mantenendo l'essenza dell'opera originale. Final Fantasy VII Remake aveva optato per un approccio narrativo lineare, concentrandosi interamente sulla metropoli di Midgar con una struttura che privilegiava la progressione guidata della storia. Il seguito, Rebirth, ha invece abbracciato la filosofia del mondo aperto, permettendo a Cloud e al suo gruppo di esplorare ambienti vasti seguendo le tracce di Sephiroth.
"Il primo gioco della serie era un'esperienza più lineare e guidata dalla narrazione, che poi si è evoluta e trasformata in un'avventura a mondo aperto per Final Fantasy VII Rebirth", ha spiegato Hamaguchi in un'intervista con il portale tedesco NTower. "Questa direzione sembra essere stata molto apprezzata dai giocatori, che hanno gradito il cambiamento e la nuova direzione del gameplay."
Il mistero del terzo capitolo
Riguardo al capitolo conclusivo, il direttore ha mantenuto un certo riserbo sui dettagli, ma ha chiarito le intenzioni del team. "Non voglio offrire esattamente lo stesso stile di esperienza di gioco che abbiamo avuto con Rebirth", ha dichiarato. "Lo evolveremo e lo cambieremo di nuovo per dare un'interpretazione diversa e fresca del gameplay di Final Fantasy VII."
Le parole di Hamaguchi suggeriscono che il team di sviluppo ha già una build funzionante che implementa questo nuovo stile di gioco, anche se i dettagli verranno rivelati "nel prossimo futuro". La necessità di cambiare approccio appare logica considerando le sfide narrative e strutturali che il finale della trilogia dovrà affrontare.
Le sfide strutturali del gran finale
L'inclusione di personaggi come Cid e Vincent, insieme alla presumibile presenza del Tiny Bronco per volare attraverso il mondo di gioco, presenta delle complicazioni per il design tradizionale. Riutilizzare gran parte del mondo di Rebirth rischierebbe di apparire come una ripetizione, mentre l'introduzione del volo ridurrebbe il senso di esplorazione che ha caratterizzato il secondo capitolo.
La trama multiversale che si è sviluppata attraverso la trilogia potrebbe prestare il fianco a una struttura ancora più innovativa. Square Enix ha già dimostrato di non temere i cambiamenti narrativi rispetto al gioco originale del 1997, e l'ampliamento graduale dello scenario potrebbe richiedere soluzioni che vanno oltre i tradizionali approcci lineari o a mondo aperto.
Il potere delle parole chiave
Ogni capitolo della trilogia è stato guidato da un concetto fondamentale che ne ha influenzato sviluppo e design. Come ha spiegato Hamaguchi a JPGames.de, "riunione" era la parola chiave per Remake, mentre "legami" ha caratterizzato Rebirth, enfatizzando le relazioni tra i personaggi. "Abbiamo una nuova parola chiave per il terzo gioco della serie", ha rivelato il direttore, "non posso ancora dirvi quale sia, ma è già presente e sta influenzando il modo in cui vengono modellati il gameplay e l'esperienza di gioco."
Mentre i fan speculano sul sottotitolo che seguirà Remake e Rebirth, una certezza rimane: il team di sviluppo è determinato a creare "un climax adeguato per la serie Final Fantasy VII Remake". Nel frattempo, il primo capitolo si prepara a sbarcare su nuove piattaforme, con Final Fantasy VII Remake in arrivo su Switch 2 e Xbox Series X/S il prossimo anno, insieme agli aggiornamenti retroattivi per le versioni PS5 e PC.