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Recensione

Ghost Trick: Detective Fantasma | Recensione: riportare in vita un moderno classico

A distanza di 13 anni Ghost Trick torna su console e PC, dopo essere finito nel triste dimenticatoio delle perle dell'epoca Nintendo DS!

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Le vedo le vostre facce perplesse. Le vedo eccome. Avete aperto questa recensione (se l'avete aperta), domandandovi perché avessimo perso del tempo nel recensire un gioco di cui, quasi certamente, non solo non avete mai sentito parlare, ma avete poi scoperto essere pure una rimasterizzazione. Poi, COLPO DI SCENA, avete dato un'occhio al voto in fondo all'articolo e vi sarete detti che chi lo ha scritto (quindi il sottoscritto) o non ha capito nulla di videogame, o si è sbagliato.

Lo so, siete arrivati qui, probabilmente, con fare giudicante e carichi di bias, ma magari riuscirò a farvi cambiare idea, perché quello che avete per le mani adesso non è il solito giochino di fascia medio-bassa che viene vomitato su Steam o sui vari store console in mezzo a nomi altisonanti, come Zelda o Final Fantasy XVI, questo, signori miei, è un vero e proprio classico! Il ritorno di una perla rara che, specie al tempo, mi divertì non poco e che raccolse una standing ovation mondiale da parte della critica, salvo poi finire nell'immenso dimenticatoio dei grandi titoli Nintendo DS, che non solo erano tanti, ma venivano anche fagocitati dall'enorme “mostro” della pirateria.

Ma quindi, di che stiamo parlando? Semplicemente di Ghost Trick: Detective Fantasma, uno di quei giochi che potevano nascere solo in casa Nintendo ma che, al netto delle genialate tipiche della grande N, è nato in realtà in seno a un'azienda che, almeno una volta, di tanto in tanto sfornava delle robe un attimino meno “mainstream”, e decisamente fuori di testa: Capcom. Non solo, perché Ghost Trick, anche nel circuito dell'epoca (parliamo del 2010, e del Nintendo DS), in cui abbondavano puzzle game portatili di qualità, Layton su tutti, si distinse per essere un gioco non solo divertente e ben progettato, ma anche tanto semplice nelle meccaniche quanto sfidante in certi passaggi, con alle spalle una trama davvero intrigante.

Ancora non siete convinti? Andiamo, allora, per gradi.

Una notte da detective (fantasma)

Ghost Trick: Phantom Detective è, in estrema sintesi, un puzzle game. E per la precisione, potremmo dire che è un puzzle game “ambientale” dalla forte componente narrativa. La storia, in realtà, è il vero e proprio fulcro del gioco e, proprio come la serie di Professor Layton, l'intera esperienza di gioco, per quanto lineare e, forse, ormai quasi in controtendenza con i titoli di impronta più “aperta” e moderna, è infatti tutta a servizio di quella che è una bella storia e, per la precisione, la storia di una notte.

Come per tutti i grandi romanzi gialli, l'intero intreccio parte da un omicidio e, per la precisione, dalla morte di Sissel, un misterioso uomo in abito rosso, con un prominente ciuffo biondo, che verrà rinvenuto cadavere nel mezzo di una discarica. Sissel, tuttavia, non ha proprio voglia di abbandonare la terra dei vivi e così, trasformantosi così in un vero e proprio fantasma, si ritroverà, smemorato ed ignaro, a constatare la tristezza del suo stesso cadavere. Intontito, smarrito, e fortuitamente guidato da... una lampada parlante (!!!), il nostro protagonista deciderà infine di prendere in mano la situazione, provando a indagare sul perché del proprio omicidio, spinto anche dalla voglia di aiutare un'altra sfortunata malcapitata, ovvero Lynne, una misteriosa ragazza con il quale pare, in qualche modo, connesso.

La sfida più grande? Sissel non può muoversi, non può essere né sentito, né visto e soprattutto non può interagire in alcun modo con i vivi! Al netto di questo, lo sfortunato morto ammazzato può però interagire, per motivi anch'essi ignoti, con praticamente qualsiasi oggetto incorporeo, prendendone “possesso”, e potendolo attivare alla bisogna. Non solo, perché per quelle che sono le regole dell'aldilà, al nostro sfigato protagonista non resta comunque neanche molto tempo da perdere, in quanto le anime dei morti hanno, a quanto pare, solo poche ore prima di sparire dal regno terreno, in concomitanza con le prime luci dell'alba.

A Sissel, e al giocatore, quindi, il compito di investigare a tempo record, salvando Lynne, svelando i segreti che hanno portato alla morte di Sissel e, possibilmente, cambiando anche il destino di qualche altro sfortunato malcapitato, visto che i poteri del nostro sfortunato detective, parrebbero molto più vasti di quanto non si pensi.

E dunque, come potete capire, Ghost Detective: Phantom Trick ha alle spalle una trama decisamente strana, per certi versi quasi anomala per un titolo che, ricordiamolo, all'epoca uscì per Nintendo DS e che, al netto della media dell'epoca, non si fa scrupoli a parlare di misteri, omicidi, intrighi e tutto ciò che di giallo e noire ci si è potuto mettere dentro. Ovviamente non si tratta di un titolo davvero maturo, nella misura in cui non c'è mai una vera violenza esplicita, e anzi tutto il mood è caricaturale ed esagerato, come ci si aspetterebbe proprio da un titolo di casa Nintendo.

Il merito è certamente del genio che c'è dietro al gioco, ovvero il misconosciuto Shu Takumi, sviluppatore di lunga data di casa Capcom, già parte di team creativi come quello di Resident Evil 2 e della serie Dino Crisis, e poi passato alla storia per la splendida serie di Ace Attorney, a cui questo Ghost Trick sicuramente deve molto, ma non tutto.

Lo stile caricaturale e colorato, l'enigmistica spesso semplice, talvolta invece subdola e raffinata, e soprattutto una trama articolata, complessa e mai banale, sono infatti alcune delle caratteristiche che, palesemente, portano la firma di Takumi e che, ve lo garantisco, vi terranno incollati allo schermo per ore e ore, anche e soprattutto perché il gioco, interamente tradotto in italiano, non solo si lascia giocare piacevolmente, ma è anche ottimamente raccontato, e si scopre al giocatore con un buon ritmo tra enigmistica e narrativa, senza mai risultare troppo verboso o scontato per quanto, comunque, si tratti di un gioco volutamente lento e compassato.

Non è poco, specie perché parliamo di un titolo DS oggi rimasterizzato e che, dunque, non modifica di una virgola l'impianto di gioco, né quello registico, né tantomeno la sua narrazione praticamente solo testuale pur restando, al netto della sua “lentezza”, decisamente gradevole, proprio perché ottimamente scritto. Ad avercene di più così...

L'ora dei trucchi!

Ma come funziona Ghost Trick? Sissel è sostanzialmente un fantasma, la cui particolare abilità, come detto, è quella di poter possedere e manipolare gli oggetti inanimati. In ogni scenario (per altro splendidamente disegnati!), sono infatti presenti una serie di oggetti con cui il giocatore potrà interagire, e che saranno evidenziati, rispetto al resto dei suppellettili e cianfrusaglie, per la presenza dei cosiddetti “nuclei”. Stiamo parlando davvero di oggetti d'uso comune, come frullatori, carrelli, luci, teiere e chi più ne ha, più ne metta.

Una volta posseduti, molti di essi potranno poi essere in qualche modo manipolati attraverso un'azione semplice, come l'accensione, lo spegnimento, un leggero movimento, l'emissione di una luce o di un suono. E così, ad esempio, una bicicletta potrebbe permettervi una pedalata, un ventilatore potrebbe essere acceso, una luce potrebbe essere direzionata, o un carillon potrebbe essere attivato.

Queste azioni, apparentemente semplici e decontestualizzate, servono in realtà a Sissel per 2 motivi: il primo è quello di muoversi lungo l'ambiente, poiché il fantasma può, di fatto, solo guardarsi intorno e non spostarsi fisicamente; e permettono poi di interagire, in qualche modo, con i comprimari, salvandoli da situazioni pericolose, mettendo in mostra per loro un indizio, o semplicemente dando loro fastidio, qualora ovviamente questo possa servire a qualcosa. Ogni livello, per motivi di trama, propone diverse sfide e tantissime interazioni, e superate poi le sfide del momento, ci toccherà trovare un telefono per muoversi, come segnali elettrici, attraverso la linea telefonica da un indirizzo all'altro, a patto che si abbia – ovviamente – il numero di telefono.

Spiegare Ghost Trick, insomma, è contemporaneamente molto semplice, ma anche molto complesso, perché bisogna interagire con il gioco per rendersi conto del divertimento e del suo potenziale. La sensazione è quella di giocare continuamente con una “macchina inutile”, ovvero quei complessi sistemi di oggetti accatastati gli uni accanto agli altri, resi popolari su YouTube, in cui partendo dal muovere una biglia si finisce, magari, per friggere due uova e servire una colazione. Avete presente?

Ecco, Ghost Trick è così, e la “colazione servita”, spesso è solo un passo in avanti per mandare avanti la storia che, diramandosi per ben 18 capitoli, vi offrirà non solo alcuni personaggi memorabili e ben scritti, ma anche diversi colpi di scena davvero ben progettati, in quello che è un gioco che, fidatevi, si farà amare da qualsiasi appassionato di puzzle game... o aspirante tale.

Il regno dei 4 minuti

A margine di quello che è il mero incede della narrazione, tra un oggetto e un'altro, capiterà poi di dover “risolvere” un omicidio dove la risoluzione non è solo la scoperta del colpevole, ma l'articolata combinazione di movimenti, oggetti e timing che permettano di salvare quella stessa vittima dal suo aguzzino. Tra i suoi vari poteri, infatti, Sissel ha l'abilità di poter interagire con i cadaveri, riavvolgendo il loro tempo per i 4 minuti precedenti la loro morte.

Questo espediente, vi permetterà così, anzitutto, di scoprire come la persona in questione è stata freddata e, possibilmente, perché, ma potrete addirittura interagire con lo scenario, per cercare di cambiarne il destino a salvarla, annullando così la sua morte! In questo frangente, il gioco non modifica le sue regole di base, ma aggiunge un'interessante variazione, ovvero quella del tempo. Sissel, e il giocatore, hanno infatti letteralmente 4 minuti per sistemare le cose affinché l'omicidio non si compia, e benché le prove che potrete fare per salvare la vittima sono infinite, è ovvio che gli eventi a schermo procederanno comunque in avanti, portando irrimediabilmente alla morte della vittima qualora, ad esempio, non riusciate a spostare tutte le cose al posto giusto entro il tempo prestabilito.

Insomma, dal punto di vista del mero gameplay, è evidente come Ghost Trick sia un titolo molto particolare, qualcuno direbbe “limitato”, anche se questo non sarebbe affatto il termine giusto. Si tratta, più che altro, di un gioco che ha una sua chiara visione e che, proprio come la serie di Ace Attorney, non chiede al giocatore di scendere a compromessi ma, semmai, di essere capito e compreso per quello che è: una bella storia, divertente e ben strutturata, con nel mezzo delle meccaniche ludiche, talvolta molto appaganti, a volte un po' meno. Ma funziona? La risposta non può che essere sì.

Fantasmi in 4K

E a proposito di cose che funzionano. Non so cosa sia successo in casa Capcom, ma per me è evidente che, da almeno qualche anno a questa parte, c'è stato un certo cambio di marcia in quel di Osaka. Già ai tempi del porting di Monster Hunter: Rise, infatti, avevo sottolineato come Capcom avesse operato un lavoro sorprendente, rendendo il gioco, originariamente per Switch, molto godibile e pulito nella sua edizione PS5. Ebbene, con Ghost Trick: Phantom Detective, se possibile, Capcom si è a dir poco superata, tanto che verrebbe da considerare un gioco quasi un remake, almeno dal punto di vista grafico, visto il lavoro incredibile svolto dal team di sviluppo.

Archiviando del tutto il vecchio motore di gioco, Ghost Trick è stato infatti interamente ridisegnato, sia negli sfondi che nei modelli, utilizzando l'ottimo e performante RE Engine, ovvero il motore che Capcom ha sviluppato, fondamentalmente, per dare vita alle ultime incarnazioni della serie Resident Evil. Il risultato è davvero sorprendente: il gioco non ha subito modifiche nelle animazioni (spigliate all'epoca, e ancora oggi molto godibili), ma ha reso tutto più definito e pulito, mantenendo però intatto quello che è lo stile, la direzione artistica e la palette cromatica del gioco originale, che erano e restano alcune delle punte di diamante della produzione. Insomma, se non fosse per il particolare formato video in 4:3, ereditato di sana pianta dall'epoca DS, si faticherebbe a percepire Ghost Trick come un gioco vecchio di 13 anni e, per di più, portatile, tanto è nitido e pulito il lavoro svolto, anche quando giocato su di un televisore in 4K di grandi dimensioni.

Al netto di questo (e di un lavoro parimenti dignitoso sotto il profilo acustico), va detto che il pacchetto proposto da Capcom è forse un po' troppo spoglio. Se non si considerano i doverosi obiettivi di gioco (nel mio caso Trofei, vista la recensione in versione PS5), il gioco offre solo una serie di piccoli minigame post conclusione del gioco e, come l'originale, non offre davvero alcun motivo per tenere il gioco per troppo tempo sulla propria console. Già all'epoca, infatti, Ghost Trick era un titolo da una giocata e via, senza bivi narrativi, figlio di una fortissima linearità che non esaltava in alcun modo alcun tipo di attività post-credits. Le cose, oggi, non sono affatto cambiate, e una volta conclusa la storia, considerati anche dei minigame piuttosto piatti, finirete per archiviare rapidamente il gioco, magari nella speranza che questa remastered apra le porte a un mai troppo sperato sequel.

Voto Recensione di Ghost Trick: Detective Fantasma - Nintendo Switch


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Ottima trama, appassionante e ricca di colpi di scena

  • Gli enigmi sono ben progettati, con una buona curva di apprendimento

  • Rimasterizzazione davvero eccellente dal punto di vista grafico e acustico

  • Giocare l'originale è impossibile: una remastered che ha davvero senso

Contro

  • Se lo avete già giocato, non avrete poi molti motivi per rifarlo

  • Il gioco era e resta in formato 4:3

  • Rigiocabilità praticamente inesistente

Commento

Ghost Trick: Detective Fantasma è un titolo davvero molto particolare. Non si tratta di un gioco divisivo, ma allo stesso tempo non è un gioco che può piacere a tutti, anche perché è evidente che il suo ritmo e la sua “compostezza” sono stati progettati con più di uno scopo, uno dei quali era quello di adattarsi a un'avventura portatile che potesse godere dell'interazione col pennino della sua console originale, e che in qualche modo potesse essere “spezzata” in favore della portabilità del DS. Oggi come oggi, su console e PC, tutto questo è irrimediabilmente perso, ma resta comunque un gioco davvero intrigante dal punto di vista narrativo e delle meccaniche e che, per altro, non può davvero essere goduto in altro modo, visto che non solo la cartuccia del gioco è in sé abbastanza difficile da reperire, ma è lo stesso DS a essere ormai bello che archiviato anche in versione 3D. In tal senso, Ghost Trick è una rimasterizzazione non solo ben fatta, ma anche con un senso, che oltre a preservare il gioco originale in qualche modo, potrà anche metterlo a disposizione di chi, in 13 anni, non lo aveva mai nemmeno sentito nominare. Peccato per voi, ma potete finalmente rimediare!

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Ghost Trick: Detective Fantasma - Nintendo Switch