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Klonoa Phantasy Reverie Series | Recensione

Klonoa Phantasy Reverie Series è una raccolta che farà la gioia dei fan della storica mascotte di Bandai, anche se si poteva fare di più.

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a cura di Andrea Maiellano

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Klonoa Phantasy Reverie Series è un prodotto davvero complesso da valutare. Da un lato c'è da tenere in considerazione la qualità intrinseca di due produzioni che, nell'epoca d'oro della prima PlayStation, hanno occupato un posto speciale nel cuore di ogni videogiocatore, grazie a una miscela fra platforming ben confezionato, sperimentazioni in 2.5D e un personaggio che con il suo character design spiccatamente anni 90, è entrato nel cuore di ogni giocatore di quei gloriosi anni.

Dall'altro lato, però, Klonoa Phantasy Reverie Series deve fare i conti con il 2022, con le aspettative dei videogiocatori odierni e con un'epoca dove le remastered, realizzate in maniera pigra, vengono soverchiate dalla qualità raggiunta da quei remake dal budget più imponente, curati maggiormente nei dettagli e pensati per introdurre a nuove generazioni di giocatori, le storiche glorie del passato.

Ve lo anticipiamo subito, se siete trentenni che hanno conosciuto Klonoa con la prima, storica, PlayStation, questa raccolta vi farà sicuramente compiere un piacevolissimo viaggio nella corsia dei ricordi di gioventù, oltre a farvi sperare di poter veder, finalmente, il ritorno sugli scaffali di altre icone del passato, ma se non avete mai avuto nulla da spartire con il felino di Bandai Namco, Klonoa Phantasy Reverie Series potrebbe rivelarsi solamente una raccolta di platform che, per quanto divertenti e con un gameplay tanto semplice quanto in grado di resistere al passare del tempo, potrebbe farvi storcere il naso in virtù di un comparto tecnico evidentemente arretrato.

Klonoa: Door To Phantomille

Correva l'anno 1997 quando Klonoa: Door To Phantomille arrivò sul mercato, dimostrando che anche Namco poteva realizzare un platform di spessore, accompagnato da una mascotte in grado di rapire i videogiocatori con il suo carisma. Nei due anni precedenti la PlayStation di Sony aveva visto approdare, sulle sue coste digitali, una pletora di platform di ogni tipo, molti dei quali, seppur disponibili anche su altre piattaforme, si stavano impegnando a ridefinire il pantheon delle icone videoludiche conosciute fino a quel momento.

Erano gli anni degli esordi di Rayman, di Fargus e Nikki (se non avete mai sentito Pandemonium vi perdoniamo per questa volta), di Gex e di Crash Bandicoot, giusto per citare alcune delle nuove icone videoludiche salite alla gloria grazie alla celebrità della iconica console di Sony. Anni in cui il platform era tornato alla ribalta grazie alle sperimentazioni con le tre dimensioni le quali, quando non venivano implementate a 360° in progetti come Crash Bandicoot, venivano sfruttate per creare quella dimensione ibrida ribattezzata negli anni 2.5D.

Klonoa: Door To Phantomille fu la risposta di Namco a quella ondata di "Platform--Mania". Una produzione dal gameplay semplice, adatta a tutte le età, longeva il giusto e caratterizzata da un comparto artistico, e tecnico, che oltre a mostrare le capacità di PlayStation, sprigionava da ogni pixel lo stile caratteristico di quegli anni. Il successo di klonoa fu tale che Namco ne realizzò un seguito nel 2001 per PlayStation 2, oltre che una serie di Spin-Off

Klonoa: Door To Phantomille, come accennavamo poc'anzi, è un platform dalla struttura molto semplice: l'avventura principale è suddivisa in livelli strutturati bidimensionalmente, all'interno dei quali il protagonista dovrà salvare un numero predefenitio di abitanti di Phantomille, imprigionati dai temibili, e "paciocciosi", Moos.

Il gameplay di Klonoa si basa principalemtne sull'esplorazione dei livelli, il cui level design, e le sue correlazioni con il moveset del protagonista, rappresenta il fiore all'occhiello di tutta la produzione. Klonoa può, solamente, saltare, planare e utilizzare l'anello in suo possesso, all'interno del quale vive lo spirito di Huepow, per catturare i nemici e sfruttarli in maniere differenti.

I nemici, difatti, una volta catturati da Klonoa potranno essere usati come arma da lancio o come trampolino per permettere di salatare più in alto al protagonista. Tutto qui, due semplici abilità che, però, vengono sfruttate sapientemente per tutta la durata del gioco, grazie a un level design che richiede costantemente al giocatore di studiare l'ambiente di gioco, per comprendere come esplorarne ogni sua parte per reperire ogni collezionabile celato al suo interno.

L'unico vero difetto appuntato da pubblico e critica nei confronti di Klonoa: Door To Phantomille, era la sua longevità. 5 ore per finire l'avventura principale risultavano troppo poche già nel 1997, specialmente se le si confrontava con le ore necessarie a portare a termine gli altri platform dell'epoca, ma la bellezza del comparto grafico del titolo, unito all'ottimo gameplay, fecero passare sopra a ogni difetto, portando a consacrare Klonoa come uno dei migliori platform a scorrimento di quell'epoca.

Discorso diverso, invece, per la versione del gioco presente in Klonoa Phantasy Reverie Series, la quale si presenta come una "rimasterizzazione" del remake uscito per Nintendo Wii nel 2008 e su PlayStation Network nel 2011. Come accennavamo in apertura, titoli di questa portata meriterebbero più di una semplice "svecchiata", perché è di questo che si parla quando si analizza il lavoro svolto da Bandai Namco con Klonoa Phantasy Reverie Series.

Il comparto tecnico è visivamente arretrato e per quanto il gioco, nella sua versione per PlayStation 5, presenti una risoluzione a 4K e un frame rate ancorato a 60fps, non basta a sopperire alle texture arretrate e a una visione d'insieme che è lungi dall'impressionare gli occhi del giocatore, come fece il titolo originale nel 1997.

Per quanto riguarda il gameplay c'è ben poco da aggiungere. La versione presente in Klonoa Phantasy Reverie Series, ripropone 1:1 l'esperienza offerta dal remake del 2009 la quale già si limitava nell'offrire, solamente, un appagante restyling grafico senza alcuna aggiunta corposa in termini di gameplay.

Klonoa 2: Lunatea's Veil

A differenza di altre serie, che sfornavano sequel su sequel con cadenza annuale, Namco con Klonoa decise di prendersi il tempo necessario per realizzare un sequel che fosse all'altezza delle aspettative e, stanziando un budget più corposo rispetto al precedente capitolo, si dedicò allo sviluppo di Klonoa 2: Lunatea's Veil per tre, lunghi, anni.

Il sequel di Klonoa, infatti, uscì nel 2001 e fu rilasciato su PlayStation 2. Il gioco riproponeva lo stesso gameplay del precedente capitolo, andando a espandere le attività che il giocatore avrebbe potuto intraprendere all'interno dei mondi che Klonoa doveva esplorare nel corso della sua avventura. Fra enigmi, collezionabili e leggerissimi elementi rubati all'universo degli RPG.

Il risultato fu un degno sequel in grado di migliorare ogni aspetto dell'esperienza originale, senza snaturare quegli elementi che avevano reso il primo Klonoa così celebre fra i videogiocatori. La nuova veste grafica, questa volta realizzata in Cel Shading, riuscì, nuovamente, ad ammaliare sia i giocatori che la critica di settore, così come le novità, in termini contenutistici, riuscirono a far soprassedere sulla durata generale dell'avventura base, la quale poteva essere portata a termine in meno di 6 ore, se si ignoravano completamente tutti i collezionabili e i segreti sparsi per i livelli.

Considerando che di Klonoa 2: Lunatea's Veil non fu mai realizzato un remake, o una remastered, le nostre aspettative nei confronti della versione presente in Klonoa Phantasy Reverie Series erano abbastanza alte e, scioccamente, pensavamo di trovarci davanti a un prodotto realizzato ad hoc per gli standard odierni.

In realtà il remake di Klonoa 2: Lunatea's Veil sfrutta lo stesso motore grafico utilizzato per il primo capitolo, con tutti i compromessi già analizzati precedentemente. Anche in questo caso le performance su PlayStation 5 sono ottime ma il colpo d'occhio generale accusa parecchio il peso degli anni rendendo questo remake, inedito fino a oggi, un'occasione per certi versi sprecata.

Klonoa Phantasy Reverie Series

E arriviamo, infine, a capire se Klonoa Phantasy Reverie Series meriti la vostra attenzione oppure no. Da un lato abbiamo due platform vecchia scuola che, in virtù della loro immediatezza e dell'ottimo level design, continuano, a distanza di quasi trent'anni dal loro esordio, a risultare godibili, divertenti e attuali.

Dall'altro lato della medaglia, invece, troviamo una realizzazione pigra, forse dettata da un budget ridotto all'osso. Sia chiaro che comprendiamo perfettamente che Bandai Namco non abbia voluto "rischiare" investendo denaro, e risorse, nel restauro di una coppia di titoli che, potenzialmente, potrebbero attrarre solo i videogiocatori più nostalgici ma ci viene anche da riflettere come questo tipo di "operazioni nostalgia", quando svolte con le dovute cure e a fronte di un materiale d'origine valido sotto ogni aspetto, possano far rifiorire brand oramai sull'orlo del baratro... pasti pensare alla Crash Bandicoot N. Sane Trilogy.

Non fraintendeteci, Klonoa Phantasy Reverie Series compie il suo compito a dovere offrendo entrambi i titoli della serie nella loro veste, attualmente, migliore, andando a eliminare quelle piccole sbavature che affliggevano la versione per Wii del primo capitolo, permettendo ai giocatori di fruire di Lunatea's Veil in una veste più moderna e offrendo alcune opzioni di accessibilità pensate per i più piccini.

Voto Recensione di Klonoa Phantasy Reverie Series - PS4


7

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Due ottimi platform che superano la prova del tempo.

  • - Gameplay immediato e divertente.

  • - Opzioni di accessibilità pensate per i più giovani

  • - Stilisticamente sempre convincenti

Contro

  • - Comparto tecnico eccessivamente arretrato.

  • - L'eccessiva facilità di entrambe le avventure ne mina la longevità.

Commento

Klonoa: Phantasy Reverie Series è una raccolta che, indubbiamente, farà la gioia dei fan della tenera mascotte di Namco. Le due avventure, riportate 1:1 rispetto alle originali, superano senza problemi la prova del tempo, mostrando l'ottimo lavoro svolto da Namco in termini di gameplay e level design. La rimasterizzazione, invece, risulta pigra. Per quanto entrambi i giochi prevedano il supporto ai 60 FPS e al 4k, il motore grafico è lo stesso utilizzato dal remake del 2008, con tutti i limiti che questo ne comporta. Al netto di tutto, però, Klonoa: Phantasy Reverie Series offre due produzioni che gli amanti del genere (e della storia del videogioco) dovrebbero recuperare assolutamente.

Informazioni sul prodotto

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Klonoa Phantasy Reverie Series - PS4