Lost Judgment I Dossier di Kaito | Analisi DLC

Lost Judgment non ha ancora sancito la parola fine sulla storia di alcuni personaggi importanti nello spin-off, primo tra tutti Kaito.

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a cura di Ecleto Mucciacciuoli

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Lost Judgment è stato un esperimento degno di nota, impossibile negarlo. Riformulare e rinnovare lo stile di Yakuza è cosa quanto mai insidiosa e rischiosa, ma nella recensione abbiamo compreso quanto sia stato ben orchestrata. L’espansione I Dossier di Kaito desidera far luce sul destino di Masaharu Kaito, un personaggio già di per sé iconico. Lo spavaldo socio del nostro Yagami ha sempre avuto un background piuttosto grezzo e mai valorizzato del tutto, ora per il carisma del protagonista principale, ora per la sua natura controversa e difficile da sondare.

Al di là del valzer di botte da orbi e spettacolari scenari, Lost Judgment ha trovato il consenso di una sostanziosa fetta di pubblico, soprattutto per la squisita narrativa che è stato in grado di elargire. Sebbene le atmosfere orientali pulsanti e l’attenzione ai dettagli siano un fiore all’occhiello del Ryu ga Gotoku Studio, è da ammirare la tensione drammatica che sottende la fitta trama poliziesca. Abbiamo imparato a conoscere i membri dell’agenzia investigativa ma, soprattutto, abbiamo imparato ad empatizzare con il soffocante morbo della disonesta che aleggia in queste cube storie.

Sfortunatamente ciò che ci sta facendo amare questo spin-off è condannato a un futuro da funambolo. Yakuza ha deciso di cambiare rotta radicalmente, ripudiando la componente action, per abbracciare quella ruolistica a turni, mentre la formula di Lost Judgment è nell’occhio di un ciclone legale che coinvolge l’attore che interpreta Yagami. Non ci sono certezze all’orizzonte per quest’opera, pertanto occorre designare un erede per ritagliargli una via di fuga in caso di risvolti non sperati. L’esuberante Kaito saprà gestire tutto il palco da solo o il peso delle aspettative è anche troppo per le sue spalle?

I Dossier di Kaito e Il pugno della giustizia

L’arca narrativo è sicuramente il succo di quest’espansione di Lost Judgment. I Dossier di Kaito fanno elegantemente uscire di scena Yagami, temporaneamente occupato per un altro caso, attribuendo più responsabilità al nostro imponente amico. Ora è lui stesso a dover gestire l’agenzia e non tarda a far sentire il suo pugno della giustizia a qualche vecchio Yakuza con le mani nella marmellata. È chiaro sin da subito che l’esperienza avrà come perno la baldanza del nostro redento eroe, sicuramente più avvezzo a far roteare braccia che parlantina. Il galvanizzante senso di giustizia del nostro detective è sicuramente l’elemento trascinante di tutta l’espansione, altre che alla naturale curiosità sulle sue corde psicologiche.

È proprio il suo passato a far capolino sotto la veste di un certo Kyoya Sadamoto. L’uomo in questione, elegante e ricco presidente di un’azienda, offrirà a Kaito un lavoro per rintracciare una donna scomparsa. La donna, Mikiko Natsume, si rivela essere una lontana storia d’amore di Kaito, mai sbocciata per gli interessi criminali opprimenti che hanno imprigionato il nostro detective. Il rimorso e l’edace macigno dei ricordi premono sul petto del nostro eroe, convincendolo a desistere dal farsi trascinare in un caso in cui avrebbe come ostacolo una propria ragione intima. Lo stallo emotivo di Kaito viene poi sgretolato dalla comparsa di un ragazzo di nome Jun, che manifesta con insistenza di essere il figlio di Mikiko e dello stesso detective.

Baldanza e potere animale

L’obbligo morale struggente avvolge il detective in una spirale di dubbi, ma riesce a capire brevemente il suo vero scopo. Come mai il ragazzo è perseguitato e perché tanta attenzione per un caso apparentemente isolato? L’intervento sinistro di alcuni ex Yakuza lascia un interrogativo che brama risposta e Kaito non ama lasciare certe situazioni a marcire. La gestione degli eventi e la fluidità narrativa sono sempre ai sublimi livello di qualità che ci aveva garantito Lost Judgment, ma con delle eccezioni. Sebbene la storia principale sia ben strutturata e diluita nel gameplay, mancano delle attività di contorno che possano rinforzare la bellezza del contesto in cui avviene la vicenda.

Tutti i personaggi presentati lasciano il segno tra le ruvide pagine della storia, talvolta stropicciandole con degli intriganti risvolti, ma non si raggiunge mai un apice vero e proprio. Il finale risulta essere decisamente frettoloso e poco coinvolgente rispetto alle ghiotte premesse dell’incipit, quindi rimane dell’amaro in tale gestione. Sul fronte ludico, I Dossier di Kaito non manifesta troppo coraggio, ma preferisce preservare e rafforzare i punti forti dello spin-off. La spettacolarità e l’aspetto action rimangono dei punti fermi importanti per quest’opera, ma si desidera valorizzare ancor di più le peculiarità dei singoli eroi. Kaito non sarà solo sempre affidabile in caso di zuffe e altre azioni che richiedono le maniere forti, ma vanterà di altri sensi per risolvere i casi.

Udito e olfatto sono tra le capacità potenziate del nostro detective e le metterà in pratica in diverse occasioni difficili da decifrare per chiunque altro. Sebbene l’idea alla base della rivoluzione del personaggio sia interessante, queste piccole aggiunte da sole non stravolgono chissà quanto il gameplay. Concettualmente Kaito ne esce come un personaggio rinvigorito e con armi più importanti da sfoderare, ma sotto la sua corazza caratteriale ci sono dei limiti. Ciò non vuol dire che non sia un personaggio singolare da non apprezzare, anzi, ma non vi sono elementi memorabili in grado di renderlo iconico per un brand.

Conclusioni

Dinnanzi al severo verdetto della bilancia, I Dossier di Kaito è un’espansione dall’anima asincrona. Se da un lato il comparto narrativo è in perfetta linea con i picchi di enorme qualità dello spin-off, il gameplay non offre novità così eclatanti. Ciò bon vuol dire che il pacchetto sia un’aggiunta di bassa qualità, ma che progetti di questo spessore domandano a gran voce segni di memorabilità. Costruire una storia ben articolata, ma poco esaltante, non permette con facilità di far viaggiare il messaggio dalla testa al cuore. Così come ristrutturare un personaggio sgargiante come Kaito necessita di qualcosina in più per poter far breccia nel cuore degli appassionati. Al netto di oltre 5 ore di gioco, I Dossier di Kaito rimane un must per coloro che hanno apprezzato la formula di Lost Judgment e non ne sono ancora sazi. La prossima mossa dello spin-off sarà decisiva, quindi sarebbe opportuno non lasciarsi scappare una parentesi narrativa così ben creata.