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Mario + Rabbids Sparks Of Hope | Recensione

Mario + Rabbids Sparks Of Hope non è un banale seguito, bensì la consacrazione di un nuovo franchise che sprizza "Nintendo" da ogni pixel.

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a cura di Andrea Maiellano

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Fin dalla prima volta che ho potuto provare personalmente Mario + Rabbids Sparks Of Hope, mi è sembrato evidente che il nuovo progetto del team di Ubisoft Milano ambisse a essere decisamente qualcosa di più di un semplice sequel. Mai mi sarei aspettato, però, che sotto alla sua superficie condividesse la stessa "Nintendo Difference" delle produzioni più celebri del Colosso di Kyoto.

Eh sì, perché non mi sono bastate una manciata di ore assieme alla nuova produzione di Ubisoft Milano per comprenderlo. Quelle sono state sufficienti per capire quanto il team di sviluppo non avesse assolutamente terminato le idee con il precedente capitolo, riuscendo a creare un nuovo capitolo di una serie che ha tutte le carte in regola per sedersi al fianco degli altri titoli dedicati a Mario, occupando con onore quel trono del regno dei funghi che, fino a poco tempo fa, era riservato ai GDR dedicati al celebre idraulico baffuto (sì, mi riferisco alla defunta serie Mario & Luigi).

Spendendo gli ultimi giorni non facendo altro che sviscerare ogni aspetto di Mario + Rabbids Sparks Of Hope, però, ho notato quanto sotto alla superficie di un prodotto dannatamente curato nei dettagli, si celasse qualcosa di più. Ovvero la capacità di Ubisoft Milano di abbracciare completamente la visione creativa di Nintendo e, dopo aver messo da parte quel timore reverenziale che si percepiva nel precedente capitolo, modellarla per dargli un'identità ben precisa.

Ora non fraintendetemi, non è per fare il fanboy o per qualsivoglia forma di nazionalismo, Davide Soliani per quanto mi riguarda potrebbe essere neozelandese, argentino o svedese ma fino a che le proprietà intellettuali di Nintendo verranno affidate a Creative Director come lui, possiamo stare tranquilli che la visione di figure come Shigeru Miyamoto, o Eiji Aonuma, non morirà con loro.

L'ascesa di Cursa

Prima di spiegarvi le motivazioni per le quali mi sono lanciato in un cappello iniziale così ricco di complimenti nei confronti di Mario + Rabbids Sparks Of Hope, voglio parlarvi del comparto narrativo del titolo, il quale, fin dai primi momenti di gioco, si prodiga nel definire i connotati di quella che, a tutti gli effetti, si rivela essere un'ulteriore realtà parallela per Mario e soci. Dopo aver risolto il problema con il Megabug nel capitolo precedente, alcuni Rabbids hanno deciso di restare nell'universo in cui risiede anche il Regno Dei Funghi.

Vi parlo di universo per il semplice motivo che Mario + Rabbids Sparks Of Hope è un'odissea di dimensioni cosmiche, che si propone nel mostrare al giocatore come i Rabbids, giunti nel regno dei funghi attraverso la Lavatrice-Macchina Spaziotemporale vista nel precedente capitolo, abbiano popolato anche i pianeti limitrofi, ambientandosi e diventando parte integrante della popolazione di questa galassia lontana.

Un giorno come tanti, mentre nel regno dei funghi Mario e soci sono intenti a ritrovare la salopette persa da Mario Rabbid, alcune tenere creature, a metà strada fra gli sfavillotti e i Rabbids, iniziano a giungere in ricerca di aiuto, seguiti da un'entità misteriosa di nome Cursa. In pochi istanti il regno dei funghi viene inglobato da questa nuova minaccia, obbligando il gruppo di eroi a scappare a bordo di un'astronave alla ricerca di un modo per sventare l'imminente ascesa di Cursa.

Una volta in salvo, lo sgangherato manipolo di eroi scopre che Cursa è ossessionata dagli Sparks (la versione Rabbids degli Sfavillotti) e sta setacciando tutta la galassia nel tentativo di catturarli tutti, soggiogando le altre forme di vita per ampliare la sua armata. Mario e soci si imbarcano in una missione che li porterà a visitare pianeti lontani, stringere inaspettate alleanze e conoscere nuovi amici, cercando di purificare l'oscurità disseminata per l'intera galassia da Cursa e poterla, finalmente, affrontare faccia a faccia.

Laddove l'incipit con cui inizia Mario + Rabbids Sparks Of Hope è molto basilare di per sé, dove realmente tutto funziona a meraviglia è nel suo costante modo di far riflettere i giocatori di vecchia data su come progredirà la storia, il tutto senza sorreggersi con alcun tipo di dialogo. Molte delle cinematiche, così come molteplici documenti reperibili nei vari pianeti, riescono a elargire costanti indizi atti a suscitare domande, ora dopo ora, nei conoscitori della mitologia del regno dei funghi in merito ai retroscena dietro alla misteriosa ascesa di Cursa.

Alla stessa maniera, sempre senza proferir parola alcuna, gli sviluppatori sono riusciti a far emergere tutti quei tratti caratteristici dei vari abitanti del regno dei funghi, semplicemente attraverso il linguaggio dei loro corpi poligonali. Conoscendo i precedenti nei vari capitoli di Mario Kart, non stupisce vedere Luigi imbracciare un arco e vedergli assumere un'espressione arcigna mentre prende la mira, così come scoprire che l'ombrellino di Peach in realtà cela al suo interno l'equivalente di un fucile a pompa non mi ha particolarmente sorpreso… d'altronde che la bionda principessa faccia finta di lasciarsi rapire da Bowser in ogni capitolo principale della serie di Mario, lo si era capito con l'ultimo Super Mario Odyssey. Alla fine stiamo parlando di un gruppo di personaggi che, da oltre 35 anni, affrontano, nel bene o nel male, ogni tipo di minaccia… vogliamo davvero credere che Luigi sia ancora un fifone patentato e che la dolce Peach non sappia difendersi da un paio di Goomba?

Al netto di tutti questi piccoli dettagli, che verranno colti maggiormente dagli appassionati più veraci, quello che ho realmente apprezzato dell'intero impianto narrativo di Mario + Rabbids Sparks Of Hope è l'aver voluto distaccarsi leggermente da quella costante pletora di citazioni, e riferimenti, di cui era farcito il precedente capitolo, permettendo alla creatività del team di sviluppo di emergere maggiormente e dando vita a una storia che, per gli standard a cui ci ha abituato Nintendo, è costantemente in bilico fra tradizione e sperimentazione (esattamente come i vari episodi delle serie Mario & Luigi e Paper Mario), riuscendo non solo a risultare convincente, ma anche a introdurre alcuni personaggi inediti che mi auguro, vivamente, di rivedere in futuro.

Un viaggio di dimensioni cosmiche

La prima, grossa novità, presente in Mario + Rabbids Sparks Of Hope, nonché uno degli aspetti che ho apprezzato maggiormente, è la possibilità di esplorare liberamente i vari pianeti in cui si svolgerà l'avventura. Detto così potrebbe non sembrare chissà quale novità; alla fine moltissimi giochi, anche strategici, offrono la possibilità di esplorare liberamente le aree di gioco. È come questo aspetto è stato realizzato da Ubisoft Milano che mi ha sorpreso positivamente, poiché il risultato finale mescola al suo interno varietà di situazioni, tradizione videoludica e una progressione mai eccessivamente ridondate.

Ogni volta che Mario e soci atterreranno su un nuovo pianeta, difatti, questo potrà essere esplorato solo parzialmente, in modo da favorire una progressione lineare della trama, oltre a permettere al giocatore di far raggiungere il livello richiesto per affrontare le sfide successive senza spingerlo a "farmare" in maniera eccessiva.

Una volta sbloccato il primo, grosso, nodo di trama, ogni pianeta diventerà liberamente esplorabile, permettendo di dilettarsi a proprio piacimento con le varie attività opzionali, con le missioni secondarie sparpagliate sulla mappa e, ovviamente, con gli obiettivi principali per far progredire la storia.

Ciò che fa differire Mario + Rabbids Sparks Of Hope da altre produzioni simili, però, è nel fatto che ogni missione è, di fatto, una battaglia a turni e che ognuna di esse è stata realizzata in maniera totalmente differente l'una dall'altra per quanto concerne il level design.

Questo piccolo, ma importante, accorgimento fa sì che le aree liberamente esplorabili assumano dei connotati completamente diversi dopo poche ore di gioco, apparendo maggiormente come delle World Map interattive all'interno dei quali sono riversati i vari livelli che compongono ogni singolo mondo di gioco.

Questo risultato è stato ottenuto grazie a un minuzioso lavoro di level design attraverso il quale, gli sviluppatori, sono riusciti a rendere ogni singola "battaglia" (vi spiegherò a breve come mai l'ho messo fra virgolette) diversa da quella precedente, non tanto in termini di obiettivi da portare a termini, quanto più in termini di level design, posizionamento dei nemici e curva ascendente del livello di sfida.

Ho scritto volutamente battaglia tra le virgolette, poiché a differenza del precedente capitolo, Mario + Rabbids Sparks Of Hope propone una varietà di situazioni all'interno delle sue "battaglie" da trasformarle in veri e propri livelli di gioco. Le meccaniche da strategico a turni, difatti, sono state sfruttate nelle maniere più disparate e, quando non verrà richiesto semplicemente di eliminare tutti i nemici o di raggiungere una zona specifica del campo di battaglia, il titolo vi chiederà di distruggere alcune parti della mappa, di usare degli interruttori per attivare meccanismi che trasportino oggetti, o nemici, in un punto specifico del campo di battaglia, di sopravvivere per un numero definito di turni a orde incessanti di avversari, di muovervi di soppiatto per non innescare alcun tipo di scontro e così via.

Questa costante ricerca della varietà, riscontrabile anche nell'ottima caratterizzazione dei molteplici tipi di nemici presenti in Mario + Rabbids Sparks Of Hope, è riuscita a non farmi mai annoiare, nemmeno in quei momenti in cui mi sono volutamente dedicato alla "pulizia" delle varie attività secondarie presenti sui vari pianeti.

Per quanto non si può negare che la tipologia di obiettivi proposta dai vari Rabbids, presenti nelle varie aree di gioco, non vari eccessivamente (di base viene chiesto sovente di vincere uno scontro con tre nemici di un determinato tipo o, molto banalmente, di liberare un'area da una pozza di oscurità che ne preclude l'accesso), è indubbio che a fare la reale differenza, fra varietà e ridondanza, sono le sfide proposte dal titolo ogniqualvolta si dà inizio a una battaglia.

A tutto questo, inoltre, sono state aggiunte un paio di attività opzionali che, per quanto ripetute analogamente su ogni pianeta, offrono un piacevole divertissement in grado di rendere ancora più varie le dinamiche di gioco.

Che sia raccogliere le monete rosse entro un certo limite di tempo o risolvere uno dei numerosi puzzle ambientali dislocati qua e là, tutti i minigiochi presenti in Mario + Rabbids Sparks Of Hope, riescono a divertire in maniera semplice e immediata, assottigliando sempre di più quella netta linea di demarcazione che c'era fra il primo capitolo di questa serie e le canoniche avventure in tre dimensioni dell'idraulico più famoso di sempre.

Non vi nego che la realizzazione tecnica, per quanto riguarda ambienti, level design e animazioni dei personaggi, è stata realizzata con così tanta cura che in più di una occasione mi sono ritrovato infastidito dall'impossibilità dei personaggi di saltare o, ancor peggio, mi sono ritrovato a premere tasti a caso mosso solo dalla memoria muscolare maturata in anni di avventure in tre dimensioni dedicate a Mario.

Sia chiaro, questo non è assolutamente un difetto ma, anzi, un encomio su come in Mario + Rabbids Sparks Of Hope tutto sia stato realizzato con un'attenzione estrema verso la visione creativa che da sempre contraddistingue Nintendo.

Combattere assieme alle stelle

Il cuore pulsante dell'intera esperienza offerta dalla serie Mario + Rabbids è, manco a dirlo, il suo gameplay ispirato agli strategici a turni targati Mythos e Firaxis, ma in questo capitolo gli sviluppatori hanno volutamente deciso di non realizzare una versione edulcorata di X-Com, bensì di presentare un gameplay che abbia una sua identità ben precisa.

Il “core” rimane lo stesso del precedente capitolo: una volta definito l’obbiettivo da perseguire, si studia la mappa per osservare la posizione degli avversari, la loro tipologia e poter, quindi, studiare quale sia il percorso migliore da intraprendere, sfruttando le dinamiche più basilari di uno strategico a turni, ovvero far avanzare, turno dopo turno, il proprio party di personaggi tenendo sempre a mente il loro posizionamento, e le coperture offerte dalle mappe di gioco, per evitare di farli diventare bersagli facili per gli avversari.

Partendo da questi fondamenti, Mario + Rabbids Sparks Of Hope si espande in direzioni decisamente diverse rispetto al suo predecessore, mescolando alcune dinamiche tipiche dell'universo dei GDR e alcuni elementi atti a migliorare le incertezze del capitolo precedente.

Il movimento attraverso le caselle è stato completamente rimosso a favore di una mobilità aumentata per tutti i personaggi presenti sul campo di battaglia. Attenzione, questo non vuol dire che il party di eroi potrà spostarsi a piacimento sull’intera superficie di gioco, bensì, molto più semplicemente, che i vari personaggi potranno muoversi liberamente all’interno di un’area che, per quanto circoscritta, risulterà meno limitata per quanto concerne le direzioni percorribili.

Oltre a questa piccola novità, è stata rivista completamente la gestione delle azioni a disposizione dei vari personaggi. Tutti gli eroi, difatti, potranno muoversi liberamente nella loro area di azione fino a che non effettueranno un attacco, il quale gli impedirà di muoversi ulteriormente fino al turno successivo.

Questo importante dettaglio ha una valenza strategica enorme, considerando che, oltre ad attaccare, ogni personaggio sul campo di battaglia avrà a disposizione un numero definito di scivolate (utili per attaccare i nemici presenti all’interno del proprio raggio d’azione) e di “salti team” (indispensabili per estendere ulteriormente l’area in cui ogni eroe potrà spostarsi, letteralmente saltando su un altro personaggio per catapultarsi in una porzione di mappa più lontana). Entrambe queste azioni, difatti, potranno essere sfruttate liberamente durante il turno fino a che non si deciderà di attaccare un avversario.

In aggiunta a questo ventaglio di azioni, ogni eroe presente in Mario + Rabbids Sparks Of Hope avrà a disposizione un'abilità unica, la possibilità di usare uno dei numerosi oggetti reperibili durante l'avventura (indispensabili per avvantaggiarsi durante gli scontri più complessi), e l'opportunità di sfruttare il potere di uno, o più, degli Sparks che si porterà con sé.

Questo nutrito bacino di abilità, capacità di attaccare gli avversari compresa, non potrà essere sfruttato liberamente ogni turno, bensì dovrà tenere conto di due semplici limitazioni. La prima è che ogni personaggio potrà utilizzare solamente due abilità per turno (impedendogli quindi di trasformarsi in una "war machine"), mentre la seconda prevede che ogni abilità, a esclusione dell'attacco semplice, sia dotata di un cooldown variabile che ne impedisce l'uso eccessivo, andando a enfatizzare l'aspetto strategico del combat system.

Uno degli aspetti che è stato modificato maggiormente in Mario + Rabbids Sparks Of Hope è la gestione delle armi, che in questo capitolo vengono considerate come una caratteristica immutabile di ogni personaggio. Nessuno degli eroi potrà cambiare arma e le uniche modifiche effettuabili sono di tipo estetico. Questo perché l'incremento del potere d'attacco, così come quello delle statistiche in percentuale, viene completamente gestito dall'albero delle abilità di ogni personaggio e dal graduale aumento di livello dei vari eroi.

Se vi state chiedendo se i danni elementali siano stati rimossi, così come tutto l'impianto di gioco basato su debolezze e resistenze, la risposta è no. Semplicemente, in Mario + Rabbids Sparks Of Hope, questo aspetto viene interamente gestito attraverso gli Sparks, delle piccole, e tenere, creaturine considerabili come dei veri e propri membri aggiuntivi del proprio party. Ognuno di loro può essere potenziato e venire associato liberamente a qualsiasi membro del party, permettendo di creare sinergie sia con le abilità univoche di ciascun eroe, che con gli altri Sparks, creando reazioni a catena capaci di espandere in maniera pressoché infinita le tipologie di approccio nei confronti di uno scontro.

Se tutte queste introduzioni potrebbero far storcere il naso ai puristi degli strategici a turni, non temete, perché in Mario + Rabbids Sparks Of Hope, tutto è stato bilanciato con estrema cura, riuscendo a non perdere mai di vista l'aspetto strategico negli scontri più tradizionali ma riuscendo a rendere sufficientemente vario l'impianto ludico. Il tutto, ovviamente, facendo sempre attenzione all'accessibilità del titolo, in modo da poterlo rendere perfettamente fruibile da qualsiasi tipologia di giocatore. A difficoltà normale, la sfida cresce in modo omogeneo permettendo di padroneggiare gradatamente le varie meccaniche di gioco che, mano a mano che si progredisce nell'avventura principale, vengono rese disponibili.

Ho voluto, mosso da semplice curiosità, provare anche un paio di scontri sia a difficoltà elevata, sia impostando tutte le opzioni per avere un livello di sfida settato al minimo. In entrambe le occasioni ho riscontrato un bilanciamento impeccabile, in grado di offrire una sfida punitiva, ma mai scorretta, o che mi permettesse di seguire gli avvenimenti principali della storia in tutta tranquillità, senza però rendere gli scontri eccessivamente semplici.

Mario + Rabbids Sparks Of Hope, un'opera d'arte tascabile

Permettetemi di liquidare rapidamente l'analisi delle performance di Mario + Rabbids Sparks Of Hope, visto che la nuova produzione di Ubisoft Milano non ha alcunché da invidiare alle migliori esclusive disponibili su Nintendo Switch. 60 FPS pressoché sempre costanti, risoluzione ancorata a 720p in mobilità (che diventano 1080p in modalità docked) e un'ottimizzazione pressoché perfetta, fanno sì che ci sia ben poco da appuntare nei confronti del titolo.

Per quanto riguarda la cura dei dettagli, invece, vi potrei scrivere un libro se decidessi di iniziare ad analizzare ogni aspetto che mi ha colpito positivamente. Le animazioni dei personaggi sono incredibilmente curate, con costanti, e naturali, cambi di espressione e di postura a seconda delle situazioni che i vari personaggi si ritrovano a vivere durante le fasi di gioco.

Discorso analogo per il level design che fra le planimetrie dei pianeti e dei vari campi di battaglia, la moltitudine di dettagli presenti in ognuna delle ambientazioni e la marea di piccole citazioni, o di situazioni deliranti che coinvolgono i Rabbids e che fanno da cornice agli avvenimenti di Mario + Rabbids Sparks Of Hope, riesce a catturare costantemente l'attenzione del giocatore senza mai soverchiarlo con un eccessivo quantitativo di input.

Ma ha anche dei difetti…

Se vi state chiedendo come mai io abbia deciso di relegare i difetti di Mario + Rabbids Sparks Of Hope in un piccolo box posizionato quasi al termine di questa analisi, il motivo è molto semplice: più ne cercavo, meno ne trovavo e tutti quelli che ho rinvenuto mi sembravano paragonabili al classico "ago in un pagliaio", cercato forzatamente con un lanternino per non ammettere che il lavoro svolto rasentasse l'impeccabile. Sia chiaro, onde evitare fraintendimenti di sorta, Mario + Rabbids Sparks Of Hope non è un gioco che piacerà a tutti proprio in virtù del suo genere di appartenenza, ma questo fattore non può essere considerato un difetto oggettivo.

Tecnicamente parlando, invece, il titolo targato Ubisoft Milano è davvero ottimizzato e curato in maniera sopraffina, al punto che i difetti più grandi che ho potuto riscontrare sono riassumibili in: una manciata di compenetrazioni sparse qua e là, alcuni cali di framerate in modalità docked, un indicatore dei danni che si andranno a infliggere ai vari nemici non sempre comprensibile, un paio di pop-up durante i caricamenti delle aree e qualche incertezza nella telecamera.

Venendo, infine, al comparto audio presente in Mario + Rabbids Sparks Of Hope cosa vi posso dire… se già la presenza di Grant Kirkhope è sinonimo di garanzia (per chi di voi non lo conoscesse… filate subito a studiare), averci affiancato due mostri sacri quali Yoko Shimomura e Gareth Coker ha permesso di realizzare una colonna sonora davvero impressionante.

Gli aspetti del lavoro di questo trio di compositori d’eccezione che mi hanno sorpreso maggiormente, sono stati la scarsissima presenza di costanti citazioni sonore all'universo di Super Mario, le quali si limitano a qualche brevissimo arrangiamento scanzonato durante dei momenti specifici dell'avventura, e l'aver realizzato una colonna sonora che non si limitasse solamente a contenere un insieme di composizioni capaci di enfatizzare a dovere i vari momenti dell'avventura, ma che si innesta perfettamente con il gameplay, diventando parte integrante dell'esperienza.

Per farvi un esempio stupidissimo, durante una fase stealth la colonna sonora è composta da un tappeto di archi sintetizzati, capaci di generare un'atmosfera onirica e surreale. Il dettaglio che mi ha colpito, e che non ho notato inizialmente poiché troppo concentrato dalla fase di gioco, è stata una scala di note, perfettamente in tonalità con il tappeto d'archi, che suonava a tempo con i passi dei protagonisti, aumentando o diminuendo di velocità, in base ai movimenti che facevo compiere al gruppo di eroi.

A mettere il fiocco sul pacchetto confezionato da Ubisoft Milano, ci sono un'ottima localizzazione in italiano, un inedito doppiaggio ben recitato e la possibilità di ignorare completamente il servizio Ubisoft Connect (tanto malvisto da alcuni giocatori) il quale si limiterà a offrire una manciata di oggetti, reperibili tranquillamente all'interno di Mario + Rabbids Sparks Of Hope, a chi porterà a termine alcuni obiettivi specifici all'interno del gioco.

Voto Recensione di Mario + Rabbids Sparks Of Hope - Nintendo Switch


9

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Gameplay ricco di sfaccettature e appagante da padroneggiare.

  • - Level design di ottima fattura.

  • - Comparto artistico di prim'ordine e cura dei dettagli maniacale.

  • - Colonna sonora encomiabile.

  • - Le novità introdotte definiscono un'identità ben precisa per la serie.

Contro

  • - Una manciata di sbavature tecniche.

Commento

Giunto al termine di questa lunga analisi vi dico solamente che vorrei che ci fossero molte più produzioni realizzate con la stessa cura di Mario + Rabbids Sparks Of Hope. Il nuovo lavoro di Ubisoft Milano è qualitativamente, e contenutisticamente, da lodare sotto praticamente ogni aspetto. Aver voluto osare, realizzando un sequel che non si limitasse solamente a essere un comodo "more of the same", è stato indubbiamente rischioso, ma il risultato finale mostra chiaramente quanto lo studio sia maturato, facendo sua la visione creativa di Nintendo e modellandola per non sfociare mai nella pallida copia, riuscendo a creare un titolo che può tranquillamente essere considerato un must have per tutti i possessori di Switch. E per questo motivo ho deciso di premiarlo con il nostro Award.

Informazioni sul prodotto

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Mario + Rabbids Sparks Of Hope - Nintendo Switch