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Metal Hellsinger, mattanza a ritmo di musica | Recensione

Ci siamo immersi nei rockeggianti e adrenalinici inferni dell'atteso Metal Hellsinger: ecco cosa ne pensiamo!

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Certe volte videogiochi e musica non possono che andare a braccetto, come uniti da un legame indissolubile. Vi sono infatti dei casi in cui è impossibile scindere i due medium, rimuovendo a forza una colonna sonora di un titolo per sostituirla con un’altra. La potenza delle tracce musicali è difatti spesso e volentieri parte integrante del gioco stesso, concorrendo ad aumentarne qualità e appeal complessivo. Vi sono però dei titoli in cui la soundtrack va ben oltre, diventando parte integrante del gameplay. Esempio lampante di ciò sono sicuramente i rhythm game, dove è necessario premere dei pulsanti a tempo con la musica per ottenere un punteggio maggiore e portare a compimento lo stage con successo. The Outsiders, talentuoso team di sviluppo formato anche da veterani di Payday 2, Battlefield 3 e Battlefield: Bad Company 2, ha però deciso di portare il tutto a un livello successivo, proponendo con Metal Hellsinger, un particolare e riuscito ibrido tra un FPS altamente frenetico e un rhythm game. Il tutto, ovviamente, a tema metal.

Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:

Metal Hellsinger: inferno a ritmo di musica

Esatto, avete capito bene: Metal Hellsinger è un titolo che ibrida all’interno di una struttura da FPS adrenalinico, alla DOOM per intenderci, delle meccaniche da rhythm game, in cui premere i pulsanti a ritmo di musica è fondamentale. Un qualcosa di sulla carta per molti al limite della follia, ma che alla prova dei fatti non solo funziona decisamente bene ma convince e avvince. Immergersi negli inferi pensati dai ragazzi di The Outsiders a ritmo di metal è insomma un viaggio che merita decisamente il prezzo del biglietto.

Metal Hellsinger narra la storia dell’Ignota, un potente e misterioso essere intento a scendere nei vari inferni per poter riprendersi la voce dalla Giudice Rossa, ossia nientepopodimeno che la sovrana di tutto l'Ade. Una sorta di viaggio dantesco declinato in chiave violenta, dove dovremmo farci strada tra amenità di ogni tipo per raggiungere il nostro obiettivo. Una sinossi non certo sorprendente, ma comunque in grado di accompagnare degnamente gameplay e soundtrack, grazie a una narrazione di livello e qualche piccolo colpo di scena, anche se tutto sommato telefonato. Il pregio migliore della trama di Metal Hellsinger è in ogni caso il suo essere in grado di fondersi efficacemente con la filosofia del titolo, dando motivazione a quella che è l’importanza data alla colonna sonora all’interno dell’economia di gioco.

L'importanza di andare a ritmo

Ma come ha fatto The Outriders a ibridare insieme le meccaniche da rhythm game con quelle di uno sparatutto in prima persona? Innanzitutto, correlando strettamente quello che è il danno inflitto ai nemici con la capacità di andare a ritmo del giocatore. Sparare, o comunque attaccare, in sintonia a quella che è la canzone del momento, infatti, consente di colpire più duramente i demoni dell’inferno, mentre farlo in modo poco sincronizzato obbliga a utilizzare un numero ben superiore di proiettili per averla vinta e complica di non poco la vita. Ad aiutarci in tutto ciò, così proprio come in un rythm game, degli indicatori visivi ai lati del mirino, che assistono nel prendere il corretto ritmo.

Il tutto alla fine dei conti funziona bene, anche se, almeno nei primi livelli, non è proprio semplicissimo entrare completamente nella filosofia di gioco. Ci è infatti capitato più di una volta di dare troppa attenzione agli indicatori visivi rispetto a quello che succede a schermo, dando un bel vantaggio alle incessanti orde di assatanati demoni. Con il passare dei minuti le cose cominciano a ogni caso a ingranare, con il sussidio visivo che lascia il passo al mero ascolto e le nostre incursioni nell’inferno che diventano letteralmente sempre più delle danze della morte.

Un altro elemento che lega le dinamiche da gioco musicale a un gameplay da FPS è la presenza di un indicatore della furia, che aumenta man mano che mettiamo a segno colpi con il ritmo giusto o recuperando determinati power-up in mezzo ai livelli. Indicatore che, come da tradizione, ci rende decisamente più pericolosi, aumentando al contempo anche l’intensità della colonna sonora.

Un ultimo aspetto da non sottovalutare, soprattutto per tutti coloro che hanno paura di trovare il sistema di gioco escogitato da The Outsiders troppo punitivo, è che il livello di difficoltà prescelto non va solo a modificare i danni degli avversari e quant’altro, ma anche la finestra a disposizione del giocatore per andare con il giusto ritmo. A un livello elevato di difficoltà, insomma, ottenere dei colpi perfetti è decisamente più arduo che a livello facile e così via.

Le orde degli inferi

Spostandoci ora sull’anima più puramente sparacchina di Metal Hellsing, il titolo di The Outsiders fa più che bene quello che deve fare. Il gunplay è infatti più che dignitoso e in grado di non mostrare il fianco a particolari critiche neanche nelle situazioni più concitate o focose. Certo, non vi è la pulizia di un Doom Eternal qualsiasi ma il risultato complessivo è sicuramente di valore.

Ad accompagnarci nella nostra caccia alla Giudice Rossa saranno un numero tutto sommato ridotto di armi differenti, ma tutte dotate di una propria anima, di proprie caratteristiche e abilità uniche. L’immancabile fucile a pompa, qui chiamato Persefone, è ad esempio in grado di sparare un colpo capace di colpire più avversari contemporaneamente, mentre Corvo Infernale, una sorta di pericoloso boomerang a forma appunto di corvo, può creare una nube di pericolosi uccelli intorno al giocatore.

Anche il bestiario non stupisce in quanto a numerosità, ma riesce comunque a offrire avversari tra di loro differenti e che necessitano di essere affrontati in modo diverso. Da piccoli e deboli demoni fino a grossi abomini dotati di spada che ci rincorreranno ovunque, passando ovviamente per amenità specializzate nello scontro a distanza: i nemici che Metal Hellsinger ci mette dinnanzi riescono a combinarsi bene tra di loro per offrire un livello di sfida soddisfacente e, soprattutto, non artificioso.

Quello che non ci ha convinto pienamente sono invece i boss, che a eccezione di quello finale, sono tra di loro profondamente simili. Sebbene il tutto sia giustificato a livello narrativo, trattandosi di incarnazioni della Giudice Rossa, alla prova dei fatti trovarsi alla fine di ogni livello a combattere con un nemico dalla medesima forma non è esattamente il massimo della varietà. Certo, le arene sono sempre differenti e ogni incarnazione ha delle sue peculiarità, ma alla fine dei conti ogni boss battle segue tutto sommato il medesimo leitmotiv. Anche i livelli di gioco, purtroppo, per quanto ispirati si distinguono per essere eccessivamente lineari.

Metal Hellsinger può essere completato, volendo percorrere la discesa nell’inferno dell’Ignota una sola volta, in circa 4-5 ore, ma trattandosi di un gioco dall’anima prettamente arcade tale quantitativo può essere allungato a dismisura. Oltre al punteggio da ottenere a ogni livello in base a come ci saremo comportati, The Outriders ha infatti inserito all’interno di ogni stage differenti sfide da poter portare a termine per ottenere dei potenziamenti/modificatori da utilizzare all’interno del gioco. Insomma, volendo ci si può immergere in Metal Hellsinger per un più che discreto quantitativo di ore.

Un album musicale

Un paragrafo finale non poteva che essere ovviamente dedicato a quella che è la straripante e favolosa colonna sonora del gioco. Il lavoro fatto sotto tale punto di vista è infatti completamente fuori scala, con differenti tracce create con alcuni dei più illustri protagonisti della scena metal. Serj Tankian dei System of a Down, Matt Heafy dei Trivium, Mikael Stanne dei Dark Tranquillity e Randy Blythe dei Lamb of God sono infatti solo alcuni degli artisti che hanno contribuito alla soundtrack dell’opera. Qua non stiamo parlando di qualche simpatico tributo, come quello dei Blind Guardian in Sacred 2, ma proprio di tracce create e cantate ad hoc per Metal Hellsinger.

Una raccolta di canzoni di buonissima qualità, che spaziano tra i vari sottogeneri del metal creando un qualcosa di ammaliante e in grado di attirare l’attenzione di quasi chiunque. Se anche non amate particolarmente il metal siamo sicuri che troverete in Metal Hellsing almeno una traccia che vi saprà rapire e, perché no, farvi anche scoprire qualche artista o sottogenere musicale. Un lavoro, insomma, con i controfiocchi, che accompagna splendidamente ogni istante del titolo, con la colonna sonora che è stata creata al servizio del gameplay ma che va decisamente oltre, arrivando con ogni probabilità ad annidarsi all'interno dei vostri Spotify.

Voto Recensione di Metal Hellsinger


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Colonna sonora straordinaria

  • Ottimo ibrido tra FPS e rhythm game

  • Adrenalinico e divertente

Contro

  • Boss tra loro troppo simili

  • Poteva esserci qualche livello in più

Commento

Metal Hellsing è un titolo che riesce a coniugare più che bene FPS e rhythm game, regalandoci un’esperienza oltremodo adrenalinica e divertente. Il vero piatto forte dell’opera non è però tanto il gameplay, comunque valido e ben congeniato, ma una colonna sonora creata ad hoc dall’altissimo valore. Un lavoro impressionante, assolutamente imprescindibile per ogni amante del metal e da non sottovalutare per chiunque altro.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Metal Hellsinger - PC

Metal Hellsinger - PC