Nintendo: la prigione per l’hacker Bowser servirà da esempio per gli altri
Vi ricordate di Gary Bowser? L’hacker fu accusato di aver distribuito per diversi anni le ROM dei giochi Nintendo. Il colosso nipponico riuscì a farlo processare negli Stati Uniti d’America, con il tribunale che decise di condannarlo a 40 mesi di prigione. A distanza di diversi mesi, Axios ha ricevuto i documenti della sentenza, con tanto di commento da parte della casa di Kyoto, che come è possibile immaginare non è stato molto positivo.

Il commento è stato dichiarato dall’avvocato di Nintendo, ovvero Ajay Singh. “La condanna è un momento molto importante per noi. A sostenere Nintendo è l’acquisto delle console e dei giochi, che fanno sorridere le persone”, le parole dell’avvocato. Il giudice della corte distrettuale degli Stati Uniti ha poi chiesto a Singh come si può comunicare alle persone che non c’è gloria nella pirateria, e la risposta di Singh è stata abbastanza chiara. “Questa sentenza sarà di beneficio anche per l’educazione delle persone”, le parole dell’avvocato contenute a termine delle carte della sentenza.
In realtà la sentenza è stata ben più leggera di quanto richiesto dalla casa di Kyoto. Inizialmente, infatti, Nintendo e i suoi avvocati avevano chiesto ben 5 anni di prigionia per l’uomo. Alla fine il giudice lo ha condannato per poco più di tre anni, ma siamo sicuri che si tratti di una pena comunque esemplare e che sì, con molta probabilità servirà davvero da lezione per tutti coloro che distribuiscono in maniera illegale i software della casa di Kyoto, anche se (almeno per ora) il fenomeno sembra lontano dal fermarsi definitivamente.
Oltre a piratare i giochi, Bowser è stato anche accusato di aver ricevuto ingenti somme dalle sue attività illecite. L’uomo offriva e vendeva anche le modifiche per le varie console del colosso nipponico. Oltre alla prigionia, Bowser dovrà anche risarcire il colosso nipponico per 10 milioni di dollari.