Oculus Rift cambia nome e hardware a causa di Facebook?

Facebook assicura di non voler intervenire sull'hardware, sul nome e l'interfaccia dell'Oculus Rift. Almeno per il momento. Intanto gli analisti guardano all'acquisizione positivamente, anche se non mancano le voci fuori dal coro.

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a cura di Manolo De Agostini

Facebook non intende riprogettare l'Oculus Rift né vuole cambiare il nome al prodotto, collocando il logo Facebook sull'hardware e l'interfaccia. Lo ha confidato al sito Recode un portavoce dell'azienda guidata da Mark Zuckerberg, andando a smentire quanto riportato dal New York Times nelle ore precedenti. "Secondo una persona coinvolta nell'accordo a cui non è stato concesso di parlare pubblicamente, Facebook ha intenzione di riprogettare l'hardware dell'Oculus e rimarchiarlo con un'interfaccia Facebook e il logo", scriveva il prestigioso quotidiano.

Almeno per il momento rimane tutto così com'è, allo stesso modo di WhatsApp, l'altra acquisizione recentemente operata da Mark Zuckerberg. Non è da escludere che qualche cambiamento avvenga in futuro, dopotutto Facebook ha speso 2 miliardi per far sua Oculus VR e ha intenzione di declinarne il futuro. Ma cosa rappresenta questa operazione per il futuro della realtà virtuale? Ed è stata davvero una mossa geniale?

Il sito Game Industry ha raccolto un po' di pareri degli analisti di settore. "Ritengono che l'affare Oculus VR/Facebook ci sembrerà vantaggioso tra cinque anni, come l'acquisizione di YouTube da parte di Google nel 2006", ha affermato Asif A. Khan, direttore finanziario di Virtue LLC. "Questo accordo è molto importante per una serie di ragioni. Oculus VR ora ha i soldi che gli garantiscono di portare il prodotto sul mercato senza preoccuparsi più di ulteriori finanziamenti. Facebook è ormai entrata nell'arena hardware e l'ha fatto acquisendo una delle aziende più innovative al mondo".

"Zuckerberg non è un imbecille, ha capito che la realtà virtuale rappresentava una potenziale minaccia per la posizione dominante di Facebook come piattaforma di comunicazione", ha concluso Khan. Secondo Patrick Walker, Senior Analyst di EEDAR, ci sono "così tanti modi con cui la realtà virtuale può rivoluzionare il modo in cui entriamo in contatto l'uno con l'altro e come interagiamo con il mondo. Incontrare un dottore in remoto, guidare un'auto dal divano, avere un appuntamento virtuale con chi è lontano, il potenziale delle esperienze è enorme. Facebook l'ha capito".

Walker ritiene che Facebook non intaccherà il potenziale della tecnologia sotto il profilo del gaming, anzi ne accelererà la diffusione. Ci sono però anche voci meno convinte dell'operazione, come quella di Lewis Ward, research manager di IDC. "Secondo me non ha molto senso. Quando penso alla realtà virtuale non mi viene in mente certamente Facebook. Capisco l'interesse verso una nuova tecnologia che potrebbe avere appeal, ma penso che siamo almeno a cinque anni di distanza da quel momento, anche in paesi sviluppati come gli Stati Uniti".

"Devo pensare che Zuckerberg e l'azienda abbiano un paio di applicazioni sul lungo termine che nessuno fuori da Facebook ha mai sentito e che considerano adatte a un visore. Il loro annuncio allude a questa possibilità, ma continuo a credere che il costo finale di queste soluzioni sarà probabilmente vicino ai 750 dollari. La realtà virtuale non è prossima a essere una tecnologia di massa al momento e per questo l'acquisizione lascia un po' interdetti".