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Immagine di Prinny 1-2: Exploded and Reloaded | Recensione, un porting pigro per Switch
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Prinny 1-2: Exploded and Reloaded | Recensione, un porting pigro per Switch

Ecco la nostra recensione di Prinny 1-2: Exploded and Reloaded, porting per Switch pigri e svogliati. Ecco tutti i dettagli.

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Avatar di Mario Petillo

a cura di Mario Petillo

Contributor

Pubblicato il 13/10/2020 alle 10:00
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  • Pro
    • - Un tuffo nel passato con i Prinny
  • Contro
    • - Gameplay troppo legnoso
    • - Tecnicamente è un porting
    • - Nessun contenuto extra da segnalare

Il verdetto di Tom's Hardware

5.7

Prinny 1-2: Exploded and Reloaded è una collection molto pigra, che ci dona due porting che vengono emulati su Switch. Un lavoro davvero troppo approssimativo e che non riesce a coinvolgere nemmeno i nostalgici. Entrambi i giochi sono molto legnosi, anacronistici e al di là della simpatia dei Prinny diventa davvero difficile ritrovarsi a godere delle avventure proposteci. Dopo un paio d'ore, che serviranno a tuffarsi nel passato e rievocare dei momenti passati della storia del videogioco, il tutto risulterà fin troppo anacronistico e non in grado di competere con i platform di oggi.


Informazioni sul prodotto

Immagine di Prinny 1-2: Exploded and Reloaded - Switch

Prinny 1-2: Exploded and Reloaded - Switch

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Disgaea
, ai tempi della sua prima release, aveva portato un'importante ventata di freschezza nel genere dei tattici, affrontando il gameplay in maniera più scanzonata e le vicende narrate distaccandosi dal cliché medievale che permeava i titoli della stessa natura videoludica. Un franchise che era riuscito a esaltarsi in tal modo con la propria direzione artistica da spingere anche i comprimari ad avere spazio in alcuni spin-off, come accaduto con i Prinny.

Se infatti nei capitoli di Disgaea i pinguini antropomorfi si ritrovavano a essere lanciati come armi a lungo raggio, pronte a esplodere, in quei due spin-off realizzati su PSP riuscirono a ritagliarsi lo spazio che la community desiderava avessero, per poterli impersonare per più di qualche minuto, senza vederli necessariamente esplodere. Quei due titoli adesso sono tornati in una raccolta disponibile per Switch, con un'operazione poco ispirata e che si fregia dell'essere soltanto un porting e nulla più.

Due Prinny al prezzo di uno

Il pacchetto completo della raccolta contiene Prinny: Can I Really Be the Hero? e il suo diretto sequel, ossia Prinny 2: Dawn of Operation Panties, Dood!. I due titoli sono disponibili in modalità stand-alone, il che vi permetterà di giocarli in maniera separata, compiendo un tuffo nel passato che non ha avuto nessun tipo di ammodernamento o di novità con sé. Entrambi i titoli, infatti, sono identici a come ve li ricordate, a patto che li abbiate giocati all'epoca, altrimenti si configureranno come due novità dal sapore molto nostalgico. C'è da tener conto che eravamo nel pieno degli anni in cui la parte narrativa veniva inserita come mero palliativo, un giustificativo a quello che sarebbe stato poi il nostro incedere nelle sfide successive, scoprendo di volta in volta cosa ci avrebbe riservato il Netherworld.

prinny-1-2-switch-119107.jpg

Per questo motivo il pretesto narrativo è molto debole, quasi accennato, con Etna pronta a inviare in missione i Prinny con l'obiettivo di recuperare degli ingredienti che serviranno a realizzare un dolce. Nel sequel, invece, come suggerisce lo stesso nome, l'obiettivo sarà quello di recuperare la biancheria intima di Etna, rubatagli mentre era stesa ad asciugare tra le fiamme dell'inferno. Con questi due semplici e immediati pretesti narrativi ci lanciamo in quello che è a tutti gli effetti un platform in 2D, con delle meccaniche figlie del loro tempo, legnose e anacronistiche.

Le missioni delle quali siamo incaricati non potranno portarci via più di dieci ore, con un countdown che aleggerà minaccioso in alto a destra nei momenti di stasi, tra un livello e un altro: questo stabilisce sin da subito quanto durerà la vostra avventura con Prinny, ma si sposa bene anche con la necessità di portare a termine il vostro obiettivo, con la possibilità di schierare dalla vostra mille Prinny. Grazie all'assenza di un salvataggio automatico sarà possibile recuperare dei checkpoint precedenti, così da evitare di ritrovarvi senza vite o con pochissimo tempo a disposizione, aspetto da non sottovalutare.

prinny-1-2-switch-119106.jpg

La corsa verso l'ingrediente

Come in ogni platform 2D che si rispetti, il vostro incedere sarà a scorrimento orizzontale e con l'unico obiettivo di maciullare tutti gli avversari che vi si pareranno innanzi. Armati di spade e con la possibilità di attaccare sia a terra che in salto, i Prinny possono sia affidarsi a una sferzata dell'arma bianca o a un salto in testa all'avversario, che li stordirà per poi essere colpiti con la spada: meccaniche classiche, che funzionano ma che non trasmettono nulla di innovativo. Il modo in cui deciderete di colpire i vostri avversari vi porterà solo una maggior rapidità di riempimento della barra delle combo e del raggiungimento dello stato di berserk, che nel secondo capitolo avrà molto più senso di quanto proposto nel primo. Nel sequel, infatti, vi ritroverete ad avere una potenza maggiore, tra fendenti molto più incidenti e anche la possibilità di lanciarvi in scivolate che faranno esplodere tutto.

prinny-1-2-switch-119105.jpg

Prinny, in entrambi i capitoli, ci offre una finestra su come i trial and error di un tempo venivano trattati, proponendoci un gameplay ridotto all'osso e con una difficoltà affidata esclusivamente all'ingente numero di avversari presenti a schermo. Non ci sono intuizioni ludiche che ci spingono a rimanere meravigliati o a godere di un titolo che nel 2020 possa effettivamente divertirci: il tutto diventa così un'operazione nostalgia pura e cruda, con un porting che non si impegna nemmeno dal punto di vista dell'adattamento tecnico. Basti pensare che le scenografie accusano moltissimo il passare degli anni, per non parlare dei movimenti che abbiamo già potuto definire legnosi: nei salti e nei colpi sembrerà di procedere per caselle, senza effettivamente riscontrare una fluidità di fondo che possa rendere più immediata la missione dei Prinny.

La collection proposta, inoltre, è totalmente priva di extra, il che va ad annullare anche la gioia dei nostalgici che magari avrebbero gradito qualche piccola aggiunta o dei livelli bonus, come ricompensa per la fedeltà dimostrata nel corso degli anni. Senza aver compiuto una rimasterizzazione che potesse evitare al porting di risultare una semplice emulazione, siamo dinanzi all'ennesimo lavoro pigro realizzato per Switch, sempre più una console contenitore di titoli del passato che non riteniamo necessitino di così tanta attenzione.

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