Quake Enhanced | Recensione

Quake, sviluppato da id Software nel 1996, ottiene una riedizione nel 2021 portando con se nuovi effetti grafici e di illuminazione, includendo inoltre una nuova campagna sviluppata in occasione di questa nuova uscita.

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a cura di Andrea Dall'Oglio

Era il 1996 quando Id Software sconvolse ancora una volta il mondo dei videogiochi con l’uscita di un titolo, la quale eredità riecheggia ancora in modo prepotente all’interno di svariati titoli moderni, Quake.

Nato come successore spirituale di DOOM, altra gemma dell’industria nata dalle menti del binomio Romero-Carmack, il titolo presenta una struttura molto simile, indosseremo infatti i panni di un protagonista silenzioso conosciuto come “Ranger” che, per poter salvare il pianeta Terra, dovrà farsi largo tra orde di demoni, zombie e umani posseduti, alla ricerca di quattro rune magiche che saranno utili a fermare un’invasione demoniaca che minaccia l’intero genere umano.

In occasione dell’edizione 2021 della QuakeCon, Bethesda e Id Software hanno rivelato al grande pubblico l’imminente uscita di una riedizione di Quake intitolata “Quake Enhanced” che oggi include tutte le espansioni, ripristina i livelli tagliati dall’originale e aggiunge persino una nuova campagna sviluppata da MachineGames, il pluripremiato studio dietro a Wolfenstein: The New Order.

Il ritorno di un grande classico

Il titolo mantiene in tutto e per tutto il feeling dell’originale uscito nel ‘96(incluso anch’esso all’interno del pacchetto) a cui si vanno ad aggiungere migliorie grafiche e prestazionali, troviamo infatti nuovi modelli poligonali per i nemici, ombre dinamiche, dei ritocchi al sistema di illuminazione e supporto al widescreen, solo per citarne alcuni.

Quake, inoltre, punta ad una risoluzione 4K a 120FPS su console di nuova generazione oltre al supporto completo per il DualSense su PlayStation5, offrendo una tipo di immersione nel frenetico sparatutto di Id Software.

Il titolo divide la sua storia principale in quattro micro-campagne di difficoltà sempre superiore in cui possiamo ammirare diverse tipologie di ambientazioni, da oscure fortezze circondate da lava fino a stazioni spaziali avanzatissime.

Lato gameplay il gioco presenta un sistema di gioco a dir poco sfrenato che richiede al giocatore una buona dose di mira e riflessi, in quanto restare immobili durante uno scontro a fuoco porta quasi sicuramente ad una morte rapida; dimentichiamoci dunque dei ripari, poiché i mostri ci correranno addosso costantemente e, alle difficoltà più elevate, saranno molto resistenti ai nostri colpi.

Dimension of the Machine

Dopo aver deliziato i fan, in occasione dei vent’anni di Quake, con dei nuovi livelli, facenti parte di un pacchetto intitolato “Dimension of the past” la software house svedese MachineGames torna a dare il suo contributo alla saga con una nuova campagna dal nome “Dimension of the Machine”.

Fondata da ex dipendenti di StarBreeze, creatori della serie Payday, MachineGames è rapidamente entrata nel cuore di molti grazie al suo approccio innovativo, ma al contempo molto rispettoso del passato, alla serie di Wolfenstein.

Grazie all’esperienza maturata con The New Order (2014) e del suo sequel The New Colossus (2017), i creativi dello studio svedese sono riusciti a confezionare sei livelli che, oltre ad integrarsi perfettamente con il resto dell’opera, riescono addirittura a migliorarne alcuni aspetti, con un level design estremamente curato che andrà a mettere in difficoltà anche i giocatori più attenti grazie ad un posizionamento intelligente dei nemici, a cui si vanno ad aggiungere delle aree segrete ben nascoste, tutto in stile Quake.

Buona anche la durata, ogni livello dura sui 15/20 minuti, rendendo la nuova campagna un’avventura di due orette in cui verranno messi a dura prova anche i veterani del titolo.

Un’importante eredità e la fine di un’amicizia

Non è appunto un caso che il nuovo contenuto sviluppato da MachineGames vada a integrarsi così bene con il resto del gioco, i loro titoli, infatti, prendono ispirazione a piene mani dai precedenti lavori di Id Software di cui fanno parte gli stessi Wolfenstein su cui si basano le loro nuove riedizioni.

Il lavoro svolto da John Romero e John Carmack con Wolfenstein 3D e DOOM fu destinato a segnare l’industria per sempre, creando un filone che persiste ancora oggi, l’ottima accoglienza e vendite di DOOM (2016) e DOOM: Eternal sono la prova lampante di ciò.

Quake, inoltre, ha contribuito a rendere la scena degli eSports quella a cui ormai siamo abituati. Nel maggio del 1997, infatti, si tenne la Red Annihilation, un evento in cui circa 2000 partecipanti, tramite Internet, si sfidarono in una serie di match uno contro uno.

Dopodiché i rimanenti 16 partecipanti si ritrovarono ad Atlanta per la finale, l’evento fu seguito in tutto il mondo fino ad arrivare a far notizia sui giornali e per televisione; il vincitore, Dennis “Thresh” Fong ricevette come premio la Ferrari 328 GTS di proprietà del cofondatore di Id Software, John Carmack.

Lo sviluppo del titolo, però, segnò la fine del duo che fino ad allora aveva reso Id Software una gemma dell’industria, stiamo parlando ovviamente di John Carmack e John Romero.

I primi screzi iniziarono nella fase di preproduzione, dove i due si scontrarono in merito alla struttura del gioco, Romero voleva creare un RPG con elementi Dark Fantasy, mentre Carmack voleva evolvere la formula che gli aveva portati al successo con DOOM.

Dopo un’interminabile tira e molla Carmack allontanò Romero dalla compagnia, ritenendo insufficiente il lavoro svolto dallo storico director e portando avanti il progetto secondo la sua volontà, regalandoci il Quake che conosciamo oggi.