Recensione Beyond: Due Anime, oltre il semplice videogioco

Recensione di Beyond: Due Anime, il nuovo gioco di Quantic Dream che esplora il labile confine fra film ed esperienza interattiva.

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a cura di Roberto Caccia

Introduzione

Beyond: Due Anime - Clicca per ingrandire

Genere: Avventura

Sviluppatore: Quantic Dream

Distributore: Sony Computer Entertainment

Jodie è seduta su una sedia in una stazione di polizia, visibilmente provata. Lo sceriffo della contea le rivolge alcune domande ma è chiaro che non otterrà nessuna risposta. Il poliziotto è incuriosito da una strana cicatrice sulla nuca della ragazza, ma non appena si avvicina un bicchiere d'acqua si solleva e si schianta sul muro come mosso da una mano invisibile. "Stanno arrivando", annuncia Jodie con una freddezza glaciale. E voi non potete fare altro che prepararvi. Joypad in mano, occhi puntati sullo schermo e riflessi pronti: sullo schermo c'è Beyond: Due Anime, l'ultima fatica di David Cage e del team di Quantic Dream.

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Prima di cominciare con la recensione vi vogliamo dare un avvertimento. Beyond: Due Anime (che per comodità e per non farci sanguinare gli occhi dall'italica traduzione chiameremo semplicemente: Beyond) è un gioco molto strano, che prova a migliorare le lacune dei suoi illustri ma imperfetti predecessori: Heavy Rain e Fahrenheit.

Lo studio Quantic Dream ha scommesso tutto su un cast di stelle di Hollywood del calibro di Ellen Page e Willem Dafoe, su una maggiore dose d'interattività, su comandi più agevoli e soprattutto su una storia appassionante. Gli obbiettivi sono stati raggiunti solo in parte e anche Beyond, come Heavy Rain e Fahrenheit, è un gioco senza mezze misure. O lo si ama o lo si odia.