Una storia primitiva

Recensione di Far Cry Primal, la nuova avventura in soggettiva di Ubisoft che trascina i giocatori in un pericoloso e sconfinato mondo preistorico.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Una storia primitiva

Spesso quando si vuole indicare un pregio degli ultimi capitoli di Far Cry si cita il carisma dei suoi personaggi. Un compito facile, quando nel cast troviamo cattivoni fuori di testa e sfaccettati come Vaas, il leader dei pirati ancora oggi ricordato con il suo celebre monologo alla follia, o Pagan Min, il sanguinario narcisista che si è autoproclamato "leader glorioso" del Kyrat in Far Cry 4. In Far Cry Primal, tuttavia, la situazione è un po' più complicata.

Come ben saprete il gioco è ambientato nel Paleolitico, per la precisione nel 10.000 Avanti Cristo, e Ubisoft ha deciso di consultare un team di linguisti per inventare una lingua primordiale - per la precisione tre dialetti distinti, uno per ogni tribù – e per raccontare la storia attraverso la voce dei protagonisti.

Far Cry Primal  (2)

L'idea sembra funzionare, visto che trasporta immediatamente i giocatori in quest'era lontana, e scommettiamo che anche le alte sfere di Ubisoft saranno contente di un budget che non deve fare i conti con il doppiaggio in molteplici lingue.

Tuttavia, bastano pochi scambi di battute per accorgersi che non assisteremo a complessi monologhi e deliri autoreferenziali. La storia è raccontata tramite frasi semplici, che da un lato garantiscono un certo impatto, ma dall'altro si dimostrano poco sofisticate.

Far Cry Primal  (10)

A definire il carisma dei personaggi ci pensano le azioni e i gesti, ma la sensazione è che il risultato sia un po' più "primitivo" - se ci passate il gioco di parole - rispetto a quanto abbiamo assistito nei capitoli precedenti. Il giudizio sulla coraggiosa scelta di Ubisoft resta comunque positivo, anche se non si raggiungono le vette toccate dai capitoli precedenti della saga.

La storia in sé, che evitiamo di raccontarvi per filo e per segno, narra le gesta di Takkar, un prode membro della tribù dei Wenja, messa in ginocchio dai guerrieri cannibali Udam e dagli Izila, adoratori del fuoco. Dopo anni trascorsi rifugiandosi nell'ombra, il popolo Wenja trova in Takkar colui che riprenderà il controllo della terra leggendaria di Oros, ma la missione del nostro eroe è lunga e irta d'insidie.