Recensione Ghostbusters

Ghostbusters è un nuovo videogioco d'azione sviluppato da Fireforge Games e pubblicato da Activision, che porta sulle vostre piattaforme da gioco un team tutto nuovo di quattro personaggi. Pronti a soddisfare le vostre esigenze di eliminazione del sovrannaturale?

CONTRO: Noioso e ripetitivo; game design non pervenuto; intelligenza artificiale deficitaria; non c'è la modalità cooperativa online; prezzo di vendita insensato.

VERDETTO: Senza mezzi termini Ghostbusters è uno dei giochi più brutti che ci sia mai capitato di giocare da tanto tempo. La formula di gioco è vuota, noiosa, ripetitiva e frustrante. Anche il prezzo di vendita, decisamente folle per quello che il gioco propone, contribuisce ad affossare il titolo di Fireforge Games.

Se vuoi un gioco, a chi ti rivolgerai? Non ai Ghostbusters

"Siete disturbati da strani rumori nel pieno della notte? Provate un senso di terrore in cantina o in soffitta? Voi o i vostri familiari avete mai visto spiriti, spiritelli o fantasmi? Se la risposta è sì, non esitate, prendete il telefono e chiamate i professionisti. Gli Acchiappafantasmi!".

Questo è lo slogan pubblicitario con il quale Ray, Egon e Peter iniziarono la loro nuova avventura come Acchiappafantasmi, ma che è impossibile da affiancare al nuovo gioco legato al reboot del film originale. Mentre la pellicola cinematografica debutterà nelle sale italiane il 28 luglio abbiamo giocato su PlayStation 4 il nuovo videogioco dedicato ai celebri agenti del paranormale.

Ghostbusters è sicuramente il degno erede, in senso negativo, di Sanctum of Slime, l'ultimo capitolo del franchise uscito nel 2011. In questa recensione vi spiegheremo il perché di questo nuovo tonfo.

Un'onda di energia psicocinetica di allarmanti proporzioni

Il titolo di Fireforge Games mette i giocatori nei panni di un nuovo team formato da due personaggi maschili e due femminili, che differiscono tra loro per l'arma di classe e alcuni parametri come salute, danno e velocità. I giocatori, muovendosi all'interno delle ambientazioni e armati di zaino protonico, dovranno porre fine all'ennesima crisi del mondo medianico che sta terrorizzando New York, eliminando tutti gli ectoplasmi e rinchiudendoli nel dispositivo di stoccaggio situato nel quartier generale degli Acchiappafantasmi.

Il titolo utilizza la stessa struttura di gioco vista in Sanctum of Slime: uno sparatutto con doppio analogico e visuale dall'alto. Il giocatore può scegliere quale dei quattro personaggi utilizzare in base alle diverse statistiche e all'arma primaria di classe che li caratterizza. Preferite un fucile automatico, un fucile a pompa, una doppia pistola o una minigun? A voi la scelta.

Le ambientazioni di gioco sono solo sei e non si deve fare altro che percorrere le stanze ed eliminare i fantasmi che le occupano. Alcuni di essi, alla stregua di mini boss, fanno capolino ogni tanto bloccando l'avanzamento. Solo eliminandoli e catturandoli si può procedere. Una volta portato in fin di vita il fantasma è necessario utilizzare la bacchetta protonica per imprigionarlo e indebolirlo, fino a lanciare la trappola per catturarlo.

Lanciando la trappola, inoltre, si attiva un quick time event in cui bisogna premere velocemente il tasto frontale, che permette di aumentare il moltiplicatore dei punti della cattura. I punti si ottengono non solo eliminando i fantasmi ma anche cercando i residui degli ectoplasmi in giro per i livelli utilizzando il dispositivo EPC. Questi punti rappresentano l'esperienza che il personaggio acquisisce una volta portato a termine il livello.

Sei tu un gioco? No. Allora… Muori!

I progressi del personaggio sono scanditi solo da upgrade basilari come l'aumento della salute, del danno dell'arma primaria e della bacchetta protonica, un minore riscaldamento dell'arma o una maggiore velocità di movimento ecc. L'esplorazione degli ambienti di gioco è fine a se stessa, perché sorretta solo dall'inutile obiettivo di raccogliere quattro oggetti collezionabili sparsi per ogni livello. Per fortuna si può usare uno dei tasti frontali per scoprire il percorso da seguire, così da non perdersi in inutili e tediosi scontri con i fantasmi.

Ghostbusters commette lo stesso errore fatto nel capitolo Sanctum of Slime, cioè quello di proporre una formula di gioco molto semplice senza infondergli nessuna caratteristica peculiare. A questo va aggiunto che il giocatore può eliminare i fantasmi solo con tre ami: la bacchetta protonica, l'arma e una granata di classe che si ricarica nel tempo. Ad aggiungere un altro macigno su un gameplay già di per sé insipido c'è un ritmo di gioco lento e un'intelligenza artificiale altalenante, che in diverse situazioni si dimostra deficitaria.

Il tasso di sfida è poi tarato verso il basso, visto che solo negli ultimi livelli con tanti fantasmi diversi chiusi in una stanza la difficoltà cresce un po'. Senza ombra di dubbio la vera sfida del gioco è portarlo a termine. In totale ci sono dieci livelli, ed eccetto il primo che funge da tutorial e dura di meno, gli altri durano tra i 20 e i 30 minuti. Stiamo parlando dunque di una longevità complessiva di 5 ore, ammesso che non vi fermiate prima, giacché dopo aver concluso il secondo livello avrete già visto tutto quello che il gioco ha da offrire.

Questo dice molto sulla qualità generale del videogioco di Ghostbusters. La noia sarà la vostra compagna lungo tutta l'avventura: un ciclo di ripetitività senza fine. La parola level design non è contemplata in questo titolo, e la totale mancanza di idee si palesa in modo ancor più evidente nell'ultimo livello di gioco, che propone nelle stanze antecedenti lo scontro con il fantasma finale, gli stessi boss dei livelli precedenti.