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Romancing SaGa 3 | Recensione

Romancing SaGa 3 arriva per la prima volta dopo 24 anni in Occidente con un remaster che ne migliora la grafica e aggiunge nuovi contenuti e il New Game+.

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a cura di Luca Salerno

In sintesi

Romancing SaGa 3 arriva per la prima volta sui mercati occidentali in versione remaster a 24 anni dalla sua uscita su Super Nintendo.

Romancing SaGa 3 nelle sue fasi iniziali è quasi rassicurante. I castelli, i paesi e i personaggi in stile 16-bit compongono uno scenario quasi familiare che ricorda molto da vicino Final Fantasy. Se fossero due fratelli gemelli, Final Fantasy sarebbe il classico figlio con "la testa a posto": preciso, ordinato e con una chiara idea del proprio futuro. Romancing SaGa sarebbe invece quello tutto “genio e sregolatezza” che, immerso nel suo caos creativo, prova innumerevoli strade. Ecco perché quella rassicurante familiarità resta solo un’impressione iniziale: Romancing SaGa 3 pur condividendo con Final Fantasy lo stesso patrimonio genetico si sviluppa essenzialmente per opposizione rispetto a quest’ultimo.

Un gioco troppo in anticipo sui tempi

Quando Romancing SaGa 3 uscì nel 1995 era sicuramente un gioco in anticipo sui tempi tanto che oggi sorprende imbattersi in tante idee che solo in anni recenti sono diventate standard nei giochi di ruolo giapponesi. All’inizio, ad esempio, è possibile selezionare uno tra gli otto personaggi principali (accompagnati da lievi differenze nella storia e nelle meccaniche) ai quali se ne sommano 23 opzionali per un totale di 31, i nemici sono visibili nel dungeon, alla fine di ogni battaglia gli HP vengono ricaricati e c’è anche un sistema di crafting piuttosto semplice. E questi sono solo alcuni esempi.

Romancing SaGa 3 fu innovativo anche nel proporre un approccio non lineare alla storia e all'esplorazione in generale. La maggior parte delle città principali, infatti, è accessibile via nave sin dall’inizio e la storia principale è fondamentalmente divisa in quattro sottoarchi narrativi che è possibile intraprendere a piacimento.

Inoltre nel gioco manca anche un overworld, ovvero lo spazio aperto percorribile tra le varie locazioni. Tutte le zone, una volta scoperte, possono essere raggiunte da una semplice mappa che permette di selezionarle. Romancing SaGa 3 dunque offre una libertà pressoché totale al giocatore nello scegliere come affrontare la storia proponendo un open world ante litteram.

C’è però un motivo per cui tutti questi aspetti sono stati realizzati solo dopo decenni. Il problema è che nel 1995 non esisteva ancora il game design necessario a implementare le ottime idee proposte da Romancing Saga 3. Il risultato è una brutale cripticità delle poche informazioni necessarie a proseguire le quest e gli archi narrativi, il che finisce per causare non poca frustrazione. A volte per poter raggiungere alcune zone serve che queste vengano citate parlando con personaggi non giocabili, altre volte certe quest si attivano solo in base agli HP massimi del party, altre volte vi imbatterete in eventi totalmente casuali.

Solo per citare un esempio, oltre a un minigioco simil strategico di battaglie tra eserciti ce n'è anche uno piuttosto bizzaro a tema economico-finanziario che permette di acquisire una serie di aziende: quando lo attiverete alcuni personaggi che normalmente vi daranno una quest diventeranno "agenti" limitandosi a farvi partecipare al minigioco e sarete eventualmente costretti ad annullarlo nel corso della partita per fare le quest o a finire la prima missione a tema capitalistico (per la quale ci vorrà del tempo) in modo da far tornare i personaggi come prima.

Tutto questo di per sé non è un male, sia chiaro. L’obiettivo era palesemente quello di dare libertà al giocatore e puntare sull’unicità di ogni singola partita grazie agli otto personaggi tra i quali scegliere. Il punto è che manca anche quel minimo di "segnaletica” necessaria al giocatore per capire dove andare e quali azioni intraprendere e non necessariamente per essere guidati come capita nella maggior parte dei giochi di oggi.

C’è comunque un Adventure Log, una sorta di diario di bordo, che riassume in maniera informale alcune quest ma alla fine si rivela troppo spartano e poco funzionale. A risentirne sono sia i tantissimi contenuti disponibili tra quest e combattimenti, sia la trama principale e gli archi narrativi secondari che risultano davvero troppo frammentati per poter garantire un minimo di coinvolgimento e chiarezza.

Un battle system sempre attuale

Se dal punto di vista dell’esplorazione Romancing SaGa 3 collassa sotto il peso delle sue pur legittime ambizioni, in quanto a sistema di combattimento la sua natura aperta e strategica lo eleva al di sopra della media dei giochi di ruolo dell'epoca e di oggi. C’è stato un momento in particolare che ci ha permesso di realizzare quanto il battle system fosse stato progettato bene.

Inizialmente eravamo stati sconfitti da uno dei quattro boss principali e siamo tornati dopo qualche ora con un paio di statistiche più alte ma la situazione non era migliorata di molto. Messa da parte la pigrizia da giocatori di GDR moderni, abbiamo sostituito alcuni dei cinque componenti del party con altri tra i 31 personaggi disponibili con particolare attenzione alle magie che, a differenza di altri titoli simili, sono acquistabili nei negozi. Abbiamo poi craftato nella bottega qualche armatura con le giuste resistenze elementali e abbiamo cambiato la formazione del party tra le tante che il gioco permette di sbloccare e che possono essere davvero determinanti (per esempio, alcuni attacchi dei nemici sono in linea verticale e avere diversi fronti permette di contenere i danni al party). Siamo tornati dal boss: certo, non era diventato una passeggiata ma siamo riusciti a sconfiggerlo.

Morale della favola: da quella che è la nostra esperienza, in Romancing SaGa 3 aumentare gli HP, MP ed altri valori ripetendo le battaglie (il cosidetto “grinding”) non basta da solo per superare passaggi difficili a meno che non si investano ore su ore finendo per sabotare il battle system. Anzi, il sistema stesso tenta di scoraggiare del tutto il grinding. Nel gioco infatti livelli non sono legati al personaggio ma alla sua capacità con le singole tipologie di armi: più queste vengono usate, più il livello si alza e più abilità verranno imparate. Queste però si possono ottenere più facilmente se il livello dei mostri che si affrontano è più alto, se si decide di grindare questo potrebbe essere controproducente perché è vero che avrete più HP, MP o Skill Point ma difficilmente potrete imparare nuove mosse. Questo sistema di evoluzione però parzialmente collide con la natura non lineare del gioco. Proprio per la grande libertà che viene offerta è facile imboccare un dungeon che sembra alla vostra portata per gli incontri standard ma il cui boss in realtà si rivelerà essere troppo impegnativo.

Dal punto di vista del sistema di combattimento Romancing SaGa 3 è un promemoria arrivato dal passato su come il livello di sfida di un gioco di ruolo giapponese non possa basarsi solo sui livelli e su com'è possibile costruire un sistema estremamente profondo in cui in definitiva è la preparazione in ogni singolo aspetto e la sperimentazione di nuove strategie a fare la differenza. Prepararsi e sperimentare però implica avere una conoscenza di come il sistema funziona e anche in questo non c'è alcun tipo di spiegazione.

Tutorial e aiuti contestuali sono soltanto un'invenzione (relativamente) recente nei giochi e quindi erano impensabili nel 1995 quando l'unico riferimento erano i manuali di istruzione o le riviste specializzate e quando con meno titoli a disposizione ci si poteva dedicare a un gioco anche per mesi. Un po' meno scusabile è che in un remaster non si sia intervenuti per inserire tutorial e indicazioni per superare limiti dovuti in parte a quel periodo storico e in parte alle scelte di game design considerando anche che per la prima volta Romancing SaGa 3 arriva in Occidente.

Il valore di un remaster

Romancing SaGa 3 è graficamente uno dei migliori remaster dei titoli 16-bit di Square Enix. Dopo le conversioni di Chrono Trigger e Final Fantasy VI molto discusse (con qualche retromarcia della casa giapponese) per gli sprite ridisegnati e per i menu dallo stile “mobile”, questo titolo è invece estremamente rispettoso del materiale originale con un approccio che migliora ed eleva l'estetica da 16-bit. Il New Game+ rappresenta un ottimo incentivo alla rigiocabilità permettendovi di portare da una partita all’altra abilità e oggetti e c’è anche un dungeon opzionale che vi darà ulteriori elementi sulla storia di alcuni personaggi.

In maniera per certi versi paradossale mancano però tutti gli elementi aggiuntivi inseriti in altri remaster come negli ultimi Final Fantasy in cui è possibile saltare gli scontri casuali o muoversi più velocemente (c’è un opzione simile in-game per correre in automatico ma è tutta un’altra storia). Proprio un gioco come Romancing SaGa 3 avrebbe sicuramente beneficiato di opzioni di questo tipo per mitigare la frustrazione di alcuni aspetti. È comunque disponibile il cross save dato che il gioco è disponibile praticamente su tutte le piattaforme anche se tra PlayStation 4 e Vita non è previsto il cross-buy e vanno quindi acquistate separatamente. Inoltre il gioco non è disponibile in italiano ma soltanto in lingua inglese. 

Romancing SaGa 3 dalla sua uscita nel 1995 non era mai stato adattato in lingua inglese ma basandosi sulle traduzioni realizzate dai fan, gli appassionati in due decenni hanno fatto un immenso lavoro nel collezionare dati, guide e spiegazioni. Solitamente riteniamo che un gioco realizzato bene non debba avere bisogno di aiuti esterni ma nel caso di un gioco così datato e complesso vale la pena fare un’eccezione. Dunque vi consigliamo caldamente di procurarvi una guida: i pregi di Romancing SaGa 3 non meritano, infatti, di essere sotterrati dai più o meno involontari difetti che lo accompagnano.

Voto Recensione di Romancing SaGa 3 - PS4


6.9

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Molto innovativo per l'epoca

  • - Battle system profondo e strategico

  • - Buona rigiocabilità

Contro

  • - Molto innovativo per l'epoca

  • - Esplorazione frustrante

  • - Meccaniche di gioco nebulose

Commento

Romancing SaGa 3 all'epoca della sua uscita fu sicuramente un gioco avanti con i tempi e questo rappresenta contemporaneamente il suo più grande pregio e il suo più grande difetto. La non linearità della storia e l'approccio open world ante litteram sono ottime idee che, però, il game design dell'epoca non fu in grado di implementare con successo. L'assenza di informazioni chiare per sapere dove andare e come procedere sopratutto nella storia principale rende l'esplorazione prima confusa e poi frustrante. Gli aspetti più riusciti di Romancing Saga 3 sono sicuramente nel suo sistema di combattimento e di evoluzione del personaggio che si sono rivelati estremamente dettagliati e gratificanti grazie alle molteplici sfaccettature che premiano più la strategia che l'accumulo indiscriminato di HP. Purtroppo anche in questo caso a fronte di tanta complessità qualsiasi minima spiegazione viene omessa costringendo i giocatori a lavorare di deduzione o a far ricorso a una guida. Anche questo remaster purtroppo non fa niente per chiarire la complessiva opacità delle meccaniche del gioco anche se, sotto il profilo grafico, si è rivelato essere una delle migliori conversioni di un titolo 16-bit mai rilasciate da Square Enix. Romancing SaGa 3 è sicuramente raccomandato ai fan della serie, mentre è consigliato (con riserva) ai giocatori in cerca di un classico Square Enix che non brilla per narrazione e che richiede molta pazienza combinata a un'attenta gestione degli equipaggiamenti, delle abilità e delle magie da portare in battaglia.

Informazioni sul prodotto

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