-
Pro
- I micro-giochi sono tutti assuefacenti e ben confezionati
- Le prove tecniche riescono a insegnare in maniera brillante
- Contenutisticamente è molto più di un tutorial
- Come ogni produzione di Nintendo è curatissima in ogni aspetto
-
Contro
- Alcuni micro-giochi richiedono accessori opzionali per essere portati a termine
- Una volta considerato tutto, risulta ancora più evidente che doveva essere regalato assieme a Switch 2
- Alcuni menù di scelta rapida sono leggermente farraginosi
Il verdetto di Tom's Hardware
6
Nintendo Switch 2 Welcome Tour è un’ occasione mancata. Laddove ci si ritrova di fronte a un prodotto ricco di contenuti divertenti, intelligenti, ben confezionati e capaci di far comprendere un po' di più quella, oramai mitologica, Nintendo difference, tutto viene meno nel momento in cui Welcome Tour capitombola su alcune scelte commerciali davvero incomprensibili (una su tutte quella di venderlo a 10€ e non pre-installarlo su ogni Switch 2). Un vero peccato, perché checché se ne dica, si tratta di un titolo curatissimo in ogni suo aspetto e capace di divertire molto di più, e molto più a lungo, di quello che si poteva pensare inizialmente.
Inutile girarci intorno, il fatto che Nintendo Switch 2 Welcome Tour (che da ora chiamerò solo Welcome Tour) sia a tutti gli effetti un enorme tutorial, finemente agghindato da videogioco, atto a presentare tutte le caratteristiche della nuova ammiraglia del Colosso di Kyoto, è oramai cosa nota. Così come tutti sanno che, a differenza di quanto fatto da Sony con ASTRO’s Playroom, Nintendo ha deciso di non omaggiare i nuovi acquirenti di Switch 2 con questo software, che se fosse stato pre-installato in ogni console, avrebbe avuto un’accoglienza preliminare decisamente diversa.
Indugiare su questa manovra commerciale per giudicare questo prodotto, però, non ha senso. Ok è un gioco-tutorial a pagamento, ma non è né la prima, né tantomeno l’ultima operazione di questo tipo che vedremo in questo settore che, mai come in questi giorni, sembra sempre più ossessionato dal monetizzare in ogni maniera possibile... quasi come se la sua sopravvivenza dipendesse esclusivamente da quello.
In virtù di tutti questi aspetti, ho deciso che questa analisi si sarebbe strutturata come la mia recente prova di Welcome Tour (che potete trovare qui), ovvero basandomi su quanto ho giocato e cercando di capire se i contenuti, e i valori produttivi, di questa peculiare produzione, valgano quegli stramaledetti 10€ (anche se a quanto pare il pubblico ha già risposto affermativamente a questa domanda visto il numero di copie digitali già vendute da Nintendo).
Un museo in tasca
Il primo impatto con Nintendo Switch 2 Welcome Tour è decisamente molto peculiare, perché analogamente a un museo relae, sembra di aver pagato un biglietto per osservare “quanto è brava Nintendo nel creare le cose”. Come già detto durante la precedente prova, fosse stata un’ esperienza che raggruppava dentro di se anche gli hardware storici di Nintendo, probabilmente ora ne staremmo parlando tutti in maniera molto diversa (non posso non immaginarmi una versione interattiva del Nintendo Muesum fatta nello stesso modo di Welcome Tour quanto sarebbe stata più interessante) ma limitandosi a esplorare l’hardware di Nintendo Switch 2 (che potete trovare su Amazon se siete abbastanza veloci), e le caratteristiche uniche di questa nuova console, è ovvio che la prima impressione sembri quella di una “pubblicità al contrario”, dove è il giocatore che sta pagando per farsi dire, ancora una volta, quanto bello sia il prodotto che ha appena acquistato.
La struttura di questo museo interattivo è molto semplice ma, allo stesso tempo, pregna di contenuti. Welcome Tour, difatti, si suddivide in quattro attività principali: raccolta dei timbri, prove, mini-giochi e quiz. La caccia ai timbri, altro non è, che un enorme tour interattivo che si dipanerà attraverso tutte le componenti (interne ed esterne) di Nintendo Switch 2 e degli accessori disponibili per la nuova console. Dopo aver scelto un avatar (fra le dozzine disponibili) si comincerà il proprio tour dal Joy-Con 2 sinistro (dove si potranno trovare anche un banco per le informazioni e uno sportello per gli oggetti smarriti (di cui vi parlerò fra qualche secondo).
Da questo momento in poi, basterà girovagare per tutta la superficie del Joy-Con 2 per reperire i timbri disponibili in prossimità di ogni componente del controller; raccoglierli tutti, garantirà l’accesso a una nuova “ala del museo” (in questo caso lo schermo principale) dove si dovrà compiere la stessa operazione per sbloccare la zona successiva. In tutto ci sono una decina di aree da sbloccare tramite la raccolta dei timbri e portare a termine questa collezione vi impegnerà, esagerando, un’oretta del vostro tempo (considerando che inevitabilmente vi dedicherete a qualche mini-gioco nel mentre) permettendovi di avere totale accesso a ogni sezione presente in Welcome Tour e di potervici spostare celermente sfruttando il viaggio rapido.
Dopo i timbri ci sono i quiz che, come lascia intendere il termine, sono dei test a risposta multipla che per essere superati richiederanno al giocatore di leggere una serie di brevi documenti che spiegheranno nel dettaglio il funzionamento di tutte le tecnologie presenti all’ interno di Nintendo Switch 2. Come per la raccolta timbri, portare a termine tutti i quiz, vi impegnerà un’oretta abbondante ma, a differenza del collezionare stampini, le informazioni inserite nei documenti associati ai quiz sono indubbiamente interessanti e realizzate con una cura tale da risultare comprensibili anche a chi è totalmente digiuno di tecnologia.
Passando ai mini-giochi e alle prove, altro non sono che il cuore ludico dell’esperienza, capace di mescolare la formula resa celebre dai micro-giochi di WarioWare in un contesto indubbiamente peculiare e ben realizzato. All’ interno di Welcome Tour, difatti, si trovano micro-giochi dedicati ai controlli via mouse, al riconoscimento del numero degli FPS, all’individuazione di oggetti tramite i feedback aptici e così via.
Ogni singola esperienza, per quanto molto contenuta, risulta curatissima e capace di stupire almeno una volta anche il più “hardcore” dei giocatori (nel mio specifico caso sentire che i feedback aptici dei motorini presenti nei Joy-Con 2 riuscivano a convertire in suoni le vibrazioni mi onestamente sorpreso), portando ben presto Welcome Tour a mostrare la usa natura da “aggregatore di micro-esperienze di stampo arcade” alla quale, inizialmente, ci si raffronta pensando di trovarsi di fronte a un software perfetto per spenderci una manciata di minuti fra “una partita seria e l’altra”... almeno fino a che non si decide di ottenere tutte le medaglie.
Ogni micro-gioco, difatti, presenta diverse medaglie ottenibili raggiungendo determinati record. Più medaglie si ottengono, maggiore sarà il numero di micro-giochi a disposizione, i quali, inoltre, presentano diversi livelli di difficoltà che verranno sbloccati proprio portando a termine le loro versioni più semplici. Una dinamica arcade tanto semplice quanto assuefacente e che, senza reali motivi apparenti, è stata capace di trangugiare ore e ore del mio tempo mentre cercavo di ottenere tutte le medaglie delle sfide più complesse.
Insomma, dopo un paio di orette spese dentro Welcome Tour, il primo pensiero che ti viene in mente è: "Ok! Venderlo a 10€ è una decisione figlia di quelle politiche commerciali che ci hanno portato a non avere più il caricabatterie negli smartphone, un gioco omaggio all'acquisto di una nuova macchina da gioco (Sony esclusa) e di vedere che le console nel corso degli anni aumentano di prezzo, invece di costare meno... però la qualità c'è tutta e, perlomeno, con una piccola spesa si ottengono svariate ore di disimpegnato, e genuino, divertimento."... ... ... almeno fino a che non si leggono le indicazioni fornite da Nintendo nella pagina dell’eShop.
Limitazioni consistenti
Come avrete sicuramente letto nei giorni scorsi, Welcome Tour propone diverse prove tecniche, e svariati micro-giochi, che non possono essere avviati se non si collega una webcam (non serve per forza quella ufficiale di Nintendo, ma basta che abbia una connessione via USB-C), non si possiede un Pro Controller (o un impugnatura per ricaricare i Joy-Con 2) o se non si ha a disposizione un monitor 4K al quale collegare Switch 2 tramite dock.
Ora, prima di iniziare a invocare la “truffa legalizzata”, come in molti hanno fatto sul web, bisogna dire che la scheda prodotto presente nel eShop cita testualmente:
Alcune esperienze proposte nel software richiedono accessori aggiuntivi, in vendita separatamente.In questo gioco potrebbero apparire pubblicità e pubblicità indiretta.
Resta, però, il fatto che la valutazione finale venga intaccata da questa decisione, visto che per la totalità dei contenuti offerta, e per il fatto che si presenti come una demo tecnica non solo della console ma anche degli accessori acquistabili separatamente, avrebbe davvero avuto più senso pre-installarlo in ogni Switch 2, offrendo un prodotto, indubbiamente ben realizzato, capace di superare la prova del tempo invogliando gli utenti ad avviarlo anche in seguito ai giorni successivi all’acquisto della console, magari proprio per testare i micro-giochi associati agli accessori non presenti in confezione.
Un’occasione mancata?!
Allo stato attuale delle cose, Nintendo Switch 2 Welcome Tour, è un’occasione mancata. Da un lato troviamo una produzione curatissima sotto ogni aspetto, capace di insegnare, tacitamente, moltissimo su Nintendo e su quella “difference” che tanti acclamano ogni qualvolta si parla di questa azienda, mentre dall’altro sono presenti una serie di scelte commerciali che tradiscono un’identità aziendale ben precisa e che mal si sposa con quel tipo di attenzione al consumatore, che non si percepisce più coì prepotentemente da diverso tempo.
Le prove tecniche presenti in Welcome Tour sono il chiaro esempio di questo costante dualismo: testare l’HDR, un concetto che ho faticato per anni a capire, facendo esplodere dei fuochi d’artificio, far comprendere come funziona l’upscaling tramite la ricerca di oggetti indistinguibili a basse risoluzioni o, come dicevo prima, far capire come funzionano le vibrazioni sfruttandole per produrre suoni, sono tutti aspetti che riescono a far comprendere, un pochino di più, cosa sia quella Nintendo difference di cui vi accennavo poc’anzi (e che si respirava anche in produzioni tipo Laboratorio di Videogiochi). Vendere questo prodotto a 10€ (dichiarando candidamente che per fruire di questo software saranno necessari degli accessori aggiuntivi), invece, mostra chiaramente che qualcosa in Nintendo è cambiato e che quel voler “lasciare intatto il valore di un prodotto non svendendolo o scontandolo” (come dichiarato qualche anno fa dall’azienda stessa) stia diventando una scusante atta a giustificare anche scelte di questo tipo.
Peccato davvero, perché in tutto questo Welcome Tour non è per nulla un brutto prodotto. Le attività da svolgere, se comparate al prezzo, sono tante e tutte divertenti; la rigiocabilità è altissima e fra segretini (come il reperimento di tutti gli oggetti smarriti all’interno di questo museo virtuale), citazioni ed “easter egg”, c’è davvero tanto da scoprire anche in seguito al completamento di ogni singola attività presente al suo interno.
Come dicevo al termine della mia precedente prova, se fosse stato uno studio di terze parti a realizzare un prodotto analogo, dedicato a una qualsiasi altra console, il prezzo di vendita sarebbe stato sicuramente più alto, ma considerando gli aumenti dei prezzi presentati da Nintendo, Welcome Tour avrebbe conquistato tutti se fosse stato preinstallato in ogni Switch 2 o se fosse stato un prodotto molto più ricco, e completo, che abbracciasse l’intera storia di Nintendo, affiancandosi maggiormente al museo recentemente aperto a Tokyo. Così è solo un esercizio di stile, con un prezzo poco sensato, che molto presto verrà dimenticato in favore dei titoli in futura uscita... e questo è un gran peccato.