Recensione

The Elder Scrolls 4: Oblivion Remastered | Recensione - Una Cyrodill meravigliosa

The Elder Scrolls 4: Oblivion Remastered è probabilmente la miglior rimasterizzazione mai vista sul mercato videoludico. Ecco perché.

Avatar di Andrea Riviera

a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

  • Pro
    • Grandissimo lavoro grafico
    • Aggiunte che migliorano la quality of life
    • Atmosfera, quest e narrazione rimangono ancora oggi incredibili
  • Contro
    • 20 anni si sentono, soprattutto per il gameplay
    • Performance non al top su tutte le piattaforme

Il verdetto di Tom's Hardware

8
The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è un prodotto eccellente, nonché con buona probabilità, la miglior opera di rimasterizzazione vista fino ad oggi, capace di rendere nuovamente splendente uno dei giochi di ruolo più importanti della storia videoludica. Il lavoro tecnico sull'Unreal Engine 5 è straordinario, e i miglioramenti all'UI, al doppiaggio e alle animazioni sono più che benvenuti.
Tuttavia, non è un gioco perfetto. Le performance iniziali e le meccaniche inevitabilmente datate rappresentano degli scogli, soprattutto per i nuovi giocatori. Al netto di questo siamo dinanzi a un titolo che tutti potranno godersi, rimanendo incantati dalle incredibili atmosfere, musiche e quest di uno dei GDR più impattanti dei primi anni 2000.

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Elder Srolls 4: Oblivion Remastered

The Elder Srolls 4: Oblivion Remastered

The Elder Srolls 4: Oblivion Remastered è la versione rivista dell'originale Oblivion datato 2006.

L'annuncio di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered ha colto di sorpresa molti appassionati, riaccendendo l'interesse per uno dei giochi di ruolo open world più iconici e amati di sempre. A quasi vent'anni dall'uscita originale, il capolavoro Bethesda torna in una veste grafica completamente rinnovata grazie all'Unreal Engine 5. Ma si tratta di un semplice lifting o di qualcosa di più?

Dopo decine di ore spese a ripercorrere le strade di Cyrodiil in questa nuova versione, possiamo dirlo: ci troviamo di fronte a un lavoro di rimasterizzazione eccezionale, forse la migliore mai realizzata, ma che porta con sé pregi e difetti legati indissolubilmente alla sua natura.

Remastered, non Remake

Prima di addentrarci nei dettagli, è fondamentale chiarire un punto sollevato da molti: perché parliamo di "Remastered" e non di "Remake"? La spiegazione, come emerge chiaramente analizzando il lavoro di Virtuos, è tecnica ma essenziale. Una rimasterizzazione prende il codice sorgente originale del gioco – in questo caso, quello di Oblivion del 2006 basato sull'engine Gamebryo – e lo migliora, lo perfeziona, aggiungendo strati superiori. L'Unreal Engine 5 non sostituisce il motore originale, ma viene "incollato" sopra, potenziando grafica, animazioni e introducendo nuove funzionalità. Il cuore pulsante del gioco, a livello di codice, rimane quello del 2006. Un remake, al contrario (come The Last of Us Parte 1 o Resident Evil 2), ricostruisce il gioco da zero con un nuovo codice, pur mantenendo magari la stessa struttura narrativa e ludica.

Questa distinzione è fondamentale perché implica che Oblivion Remastered, pur apparendo quasi come un gioco nuovo, eredita le fondamenta, le meccaniche e persino i bug dell'originale. Quei glitch storici, che abbiamo imparato ad amare e odiare su Xbox 360, PC e PS3, sono ancora qui, proprio perché il codice sottostante è rimasto invariato.

Il miracolo dell'Unreal Engine

Detto questo, l'impatto visivo di Oblivion Remastered è a tratti sbalorditivo. L'Unreal Engine 5 compie veri e propri miracoli nel modernizzare l'estetica del gioco. L'illuminazione dinamica trasforma ogni scenario, i riflessi sull'acqua sono realistici e la resa generale degli ambienti, dalle città alle foreste, raggiunge vette che difficilmente Bethesda potrebbe eguagliare con il suo Creation Engine attuale.

Dove il motore Epic brilla in modo particolare è sui volti dei personaggi. Il confronto con titoli recenti come Starfield è impietoso: i modelli poligonali, le texture e le espressioni facciali in Oblivion Remastered sono di un livello superiore. Vedere per la prima volta un Argoniano o un Khajiit con questo dettaglio lascia senza parole.

Ma il vero game changer sono le animazioni, completamente riviste. Questo miglioramento ha un impatto diretto sul gameplay: Oblivion Remastered diventa sorprendentemente godibile da giocare in terza persona. A differenza di quasi tutti i titoli Bethesda, dove la visuale esterna è spesso legnosa e imprecisa, qui muoversi e combattere in terza persona risulta fluido e divertente, dimostrando quanto le animazioni siano cruciali per la godibilità generale.

Miglioramenti che vanno oltre la grafica

Virtuos non si è limitata all'aspetto visivo. Un'altra gradita aggiunta è la maggiore varietà nel doppiaggio. Pur non aggiungendo nuove linee di dialogo testuali, sono state introdotte nuove voci per i personaggi non giocanti. Questo risolve uno dei difetti storici dell'originale, dove moltissimi NPC condividevano lo stesso doppiatore, e contribuisce a rendere il mondo di gioco più credibile e meno ripetitivo.

Anche l'interfaccia utente è stata completamente ridisegnata con intelligenza. Pur mantenendo l'apprezzata metafora del "diario di viaggio" o della pergamena, che dona un feeling ruolistico unico, l'usabilità è stata modernizzata. Una nuova barra superiore permette un accesso rapido a inventario, magie, mappa e missioni. Fantastica è la nuova ruota degli accessi rapidi: invece della classica (e talvolta macchinosa) croce direzionale usata da Bethesda anche in Starfield, qui si preme un dorsale per far apparire una ruota da cui selezionare immediatamente oggetti, magie o altro. È un sistema più veloce, intuitivo ed efficiente.

Infine, è stata introdotta lo sprint. Sebbene la velocità massima non sia drasticamente superiore a quella raggiungibile nel gioco originale, l'aggiunta dello sprint si allinea agli standard moderni ed è una questione di abitudine per i giocatori attuali. Una scelta sensata che migliora leggermente l'esplorazione.

Cosa non convince?

Nonostante l'enorme lavoro svolto, Oblivion Remastered non è esente da difetti. Il problema più evidente al lancio sono le performance non ottimali. Sebbene patch specifiche (come il performance boost su Xbox) stiano migliorando la situazione, il gioco soffre di cali di frame rate e richiede ulteriore ottimizzazione, specialmente su PC. L'Unreal Engine 5 è potente ma notoriamente complesso da ottimizzare, e un titolo di questa portata non avrebbe dovuto esordire in queste condizioni.

Un altro punto, più soggettivo, riguarda la direzione artistica e la palette cromatica. L'originale Oblivion aveva uno stile quasi fiabesco, con colori molto accesi e saturi (pensiamo al bianco accecante delle rovine Ayleid immerse nel verde smeraldo). La resa più realistica dell'Unreal Engine 5, pur essendo tecnicamente superiore, ha portato a uno "spegnimento" generale dei colori, facendo perdere un po' di quella magia visiva unica che caratterizzava il titolo del 2006. È un compromesso stilistico che potrebbe non piacere a tutti i gli appassionati storici.

Infine, come accennato, essendo una rimasterizzazione fedele nel codice, le meccaniche di gioco sono rimaste quelle dell'epoca. Il sistema di combattimento, la gestione dell'inventario (nonostante la nuova UI), il sistema di livellamento e l'IA sono esattamente quelli di quasi vent'anni fa. Questo potrebbe rendere il gioco vetusto per chi non l'ha mai giocato e si aspetta le comodità dei GDR moderni.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.