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a cura di Alessandra Borgonovo

Le console portatili hanno goduto meno del fascino di Lara ma non significa che non abbiano saputo regalarci dei bei momenti. Come nel caso di questo titolo per Game Boy Color: nonostante i limiti tecnici ai quali un hardware poteva andare incontro nel 2001, Activision ed Eidos non si tirarono indietro e collaborarono per realizzare un sequel del gioco originale sempre su GBC.

Non aveva lo stesso numero di tombe del suo predecessore eppure a conti fatti Tomb Raider: Curse of the Sword era ancora uno dei titoli migliori pre-smartphone che potessimo giocare in movimento. Un notevole traguardo, se consideriamo quanto fosse ostacolato da avere il D-Pad e due soli tasti a disposizione.


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