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Death Stranding Volumi 1-2, recensione: il racconto della fine del mondo

La recensione dei due volumi di Death Stranding, i romanzi tratti dalla storia dell'omonimo videogame di Hideo Kojima.

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a cura di Francesca Sirtori

In sintesi

La recensione dei due volumi di Death Stranding, i romanzi tratti dalla storia dell'omonimo videogame di Hideo Kojima.

Un’opera visionaria, incredibilmente pubblicizzata, a lungo attesa, dalla ricezione piuttosto dibattuta tra critica e pubblico del mondo videoludico. Dopo l’esperienza dei romanzi di Assassin’s Creed (di cui avevamo letto e recensito il romanzo omonimo dell’ultimo episodio Valhalla), e di Metal Gear Solid, torna un nuovo caso di commistione tra comparti dell’entertainment, dove il videogioco incontra la carta stampata, con Death Stranding, il titolo che aveva spopolato su PS4, nato dall’idea di Hideo Kojima ormai due anni fa, e di cui ora si riparla per una nuova edizione Director’s Cut.

Sebbene i discorsi su questo lavoro non siano perdurati nel tempo, con il clamore e il calore che sarebbero convenuti anche solo considerando la cassa di risonanza che avrebbe meritato, si riaccendono i riflettori su di lui grazie a un'operazione di novellizzazione omonima, suddivisa in 2 volumi, firmata da Hitori Nojima ed edita da J-Pop in Italia. Già autore dei romanzi del sopracitato Metal Gear Solid, Hitori Nojima è lo pseudonimo dietro cui si cela Kenji Yano, che aveva collaborato con Kojima per dare vita alla storia con protagonista il celebre Sam Porter Bridges. Scopriamo allora di cosa tratta questa iniziativa, per capire quanto la storia sia aderente o meno alla versione videoludica (per coloro che l’hanno provata) e quanto invece possa risultare appetibile per chi è al primo approccio con questo mondo.

Death Stranding, da videogioco a romanzo

La trama di Death Stranding narra del nostro mondo, ma per come lo conosciamo molte cose sono cambiate, anzi, quasi tutto. Un evento, chiamato proprio Death Stranding, ha portato con sé diversi esseri viventi davvero particolari, le cosiddette Creature Arenate, che altro non sono che creature nate dalle anime dei defunti (detti ka) nel tentativo di ricongiungersi con i loro corpi (ha). Al contempo però, questi esseri danno la caccia agli umani, senza sosta e in modo devastante. 

Il Death Stranding però non è l’unico fenomeno anomalo ad aver colpito la Terra: insieme alle Creature Arenate si sta abbattendo anche la cosiddetta Timefall, ossia una pericolosa cronopioggia in grado di far invecchiare chiunque vi entri in contatto, portando le persone alla morte in pochi minuti. Non manca nemmeno l’anarchia in questo mondo, in quanto, per via della difficile situazione generale, anche la fisionomia geopolitica è decisamente cambiata. I governi e le nazioni non sono più esistenti, e anche i nomi delle nazioni sono cambiati: ad esempio i territori attraversati dal nostro eroe, Sam Porter Bridges, una volta noti come Stati Uniti d’America, non esistono più e sono stati sostituiti dalle UCA (United Cities of America).

Queste cercano di mantenere ancora viva una sorta di civiltà collegando tra loro le poche città superstiti, ma anche gli agglomerati urbani hanno totalmente cambiato aspetto e non sono più quelle che conosciamo, oltre a contare davvero pochi abitanti, in quanto ogni volta che un essere umano muore, la sua anima cerca di tornare nel suo corpo causando un contatto tra materia e antimateria decisamente pericoloso. Inoltre questo avvenimento è in grado di scatenare potenti esplosioni che possono spazzare via intere città, lasciando al loro posto delle voragini.

Narrazione profonda e dettagliata...

Dunque cosa fare in questa situazione? L’unica arma che l’essere umano ha a disposizione per difendersi dalle CA sono i cosiddetti Bridge Baby (noti anche come BB). Si tratta di neonati realizzati in laboratorio e innestati in un utero artificiale; collegati a una tuta creata ad hoc, consentono di capire se ci siano CA nei dintorni per avvertire gli umani di eventuali pericoli. Questi, gli unici in grado di avventurarsi attraverso il mondo di Death Stranding sono i corrieri, ossia coloro che portano scorte e altri beni necessari alla popolazione sopravvissuta, sfidando pericoli determinati non solo dalle CA, ma anche da banditi, i Muli, e gruppi terroristici che hanno l’obiettivo di eliminare sul nascere la crescita della Rete Chirale che dovrebbe eliminare le distanze tra le città e le persone sopravvissute.

Tra i pochi esseri umani in grado di tornare in vita troviamo proprio il nostro Sam Porter Bridges, che altri non è che il figlio di Bridget Strand, ultimo Presidente in carica, la quale possiede un’abilità detta DOOMS. Questa, a seconda della sua intensità, consente a chi la esercita di avvertire, vedere o addirittura controllare le CA, dunque decisamente utile alla sopravvivenza. Proprio per questa sua forza la donna, in punto di morte, fa promettere al figlio di adoperarsi nel tentativo di portare a termine la costruzione della Rete Chirale. Sam non approva del tutto il progetto, motivo per cui si era allontanato da tempo dalla madre, nonostante ciò, il giovane accetta la missione, nella speranza oltretutto di ritrovare la sorella Amélie, sequestrata tempo addietro proprio dai terroristi. 

...ma senza contenuti speciali

A questo punto, per non rivelare altro a coloro che non conoscono la storia, né per ripetere altri aspetti della trama a chi già la conosce, è bene concentrarsi su cosa ci riserva la versione romanzata di questa avventura. La prima differenza con il videogioco è che il viaggio narrato in questi due romanzi è completo da un punto di vista emotivo, in quanto ci è possibile leggere in modo approfondito sensazioni e pensieri dei personaggi coinvolti, oltre a ripercorrere l’avventura da un punto di vista unico, senza consentire le ovvie variazioni che ci possono essere a seconda della propria esperienza di gioco, e vengono aggiunti parecchi elementi descrittivi non presenti nella versione videoludica.

La narrazione però va dritta al sodo, raccontando in modo preciso e con pochi giri di parole gli avvenimenti narrati e regalando un maggior spessore ai protagonisti della vicenda. Vero è che per chi abbia già avuto approcci al videogioco, tutto va come ci aspettiamo e non ci sono sorprese o eventuali plot twist, anche se la eliminazione della componente open world suggerisce una sola soluzione, come anticipato, e riesce ad attribuire alla storia un ritmo più incalzante, in grado di tenerci incollati fino all’epilogo della storia di Sam Porter Bridges.

Parlando invece delle specifiche di questa edizione speciale cartacea, identica a quella acquistabile in Giappone, notiamo che i due romanzi sono contenuti in una slipcase in cartoncino, illustrata a colori dalla penna di Pablo Uchida, ma all’interno dei due volumi non troveremo alcun contenuto speciale, dunque nient’altro oltre alla scrittura vera e propria della storia. Un peccato, considerando che l’arrivo dell’edizione italiana da parte di J-POP ha richiesto diverso tempo, un ritardo legato in primis alle difficoltà logistiche determinate dalla pandemia di Covid-19.

Voto Recensione di Death Stranding volumi 1-2



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • narrazione dettagliata, soprattutto da un punto di vista emotivo

  • presentazione di un punto di vista preciso, rispetto all'open world del videogame

Contro

  • nessun contenuto aggiuntivo in questa versione cartacea

  • nessuna novità per coloro che hanno già vissuto l'esperienza videoludica

Commento

La versione romanzata di Death Stranding non può mancare nelle librerie degli appassionati del videogioco originale, ma anche in quelle di coloro che sono amanti della sci-fi e del mondo di Hideo Kojima. Apprezzabile soprattutto, di questa versione, l’approfondimento del versante psicologico e narrativo della storia, che ci consente di (ri)vivere una storia da un unico punto di vista, utile per dare completezza a una vicenda tanto discussa e che vale la pena riscoprire.

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