55 Cancri E rovente e velenoso, altro che super-Terra

Studiata per la prima volta l'atmosfera di un esopianeta: è velenosa e le temperature sono roventi. Non andate a vivere su 55 Cancri e!

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a cura di Elena Re Garbagnati

Per la prima volta gli scienziati hanno studiato l'atmosfera di un pianeta extrasolare, e in particolare di una "super-Terra", ossia il tipo più comune di mondo nella nostra galassia. Grazie al telescopio spaziale Hubble della NASA un gruppo di esperti europei ha rilevato idrogeno ed elio, ma non vapore acqueo, nell'atmosfera di 55 Cancri e, un pianeta roccioso circa due volte più grande e otto volte più massiccio della Terra, che si trova a 40 anni luce dal nostro Sistema Solare.

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La super-Terra 55 Cancri e che orbita attorno alla sua stella – ricostruzione artistica

"Questo ci permette di capire per la prima volta di cos'è fatta l'atmosfera di una super-Terra. Però dovremo attendere i nuovi telescopi spaziali nell'infrarosso, nella prossima decade, per saperne di più" ha spiegato il coautore dello studio Giovanna Tinetti dello University College London (UCL).

Le super-Terre sono più grandi del nostro pianeta ma più piccole dei giganti di ghiaccio, come per esempio Nettuno, o dei gassosi come Saturno. Le osservazioni fatte con il telescopio spaziale Kepler della NASA e con altri strumenti suggeriscono che le super-Terre sono il tipo di pianeta più comune nella Via Lattea.

55 Cancri e in particolare è un esopianeta che è stato scoperto nel 2004; si trova molto vicino alla sua stella ospite, attorno alla quale completa un'orbita ogni 18 ore. Per questo è quasi certamente troppo caldo per ospitare la vita come noi la conosciamo: si stima che la temperatura sulla superficie di 55 Cancri possa raggiungere i 2.000 gradi Celsius.

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La super-Terra 55 Cancri e - Credit: ESA / Hubble, M. Kornmesser

Nel 2012 uno studio di modellazione basato sulla massa del pianeta, sul suo raggio e sulla composizione della sua stella ha suggerito che al suo interno contenga una grande quantità di carbonio. Questo ha portato gli autori dello studio a supporre che 55 Cancri e possa essere un "pianeta diamante". L'ipotesi non è certa, tanto che uno studio successivo la mise in dubbio.

Questa volta lo studio non ha sondato la composizione del pianeta stesso ma la sua atmosfera, individuando tracce di acido cianidrico, che indicherebbe la presenza di aria ricca di carbonio. "Se la presenza di cianuro di idrogeno e di altre molecole dovesse essere confermata dalla prossima generazione di telescopi a raggi infrarossi, sarebbe una conferma della teoria secondo la quale questo pianeta è ricco di carbonio" ha spiegato il coautore della ricerca Jonathan Tennyson, che si è premurato di aggiungere che "il cianuro di idrogeno, o acido prussico, è altamente velenoso, quindi non è un pianeta in cui mi piacerebbe vivere!"

Per arrivare a queste conclusioni gli studiosi hanno effettuato una scansione della stella madre 55 Cancri con lo strumento Wide Field Camera 3 (WFC3) di Hubble, quindi hanno dedotto la composizione dell'atmosfera del pianeta utilizzando un software di analisi.

Da notare che lo stesso strumento è stato usato in passato per studiare le atmosfere di altre due super-Terre, ma senza risultati conclusivi. Con 55 Cancri e il tentativo è riuscito perché è la super-Terra più vicina a noi – quindi tra le migliori candidate per le osservazioni dettagliate della superficie e delle condizioni atmosferiche – e perché è molto luminosa.

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"Le osservazioni dell'atmosfera di 55 Cancri e suggeriscono che il pianeta sia riuscito a conservare una notevole quantità di idrogeno e di elio presenti nella nebula di gas da cui si è originariamente formato", ha puntualizzato Angelos Tsiaras dell'UCL. Un particolare importante, perché anche se da una parte gli scienziati hanno stabilito che questo esopianeta è inospitale, dall'altra la sua atmosfera primordiale potrebbe darci importanti informazioni sulla formazione e l'evoluzione dei pianeti e dei sistemi solari.

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Per saperne di più potete consultare Il PDF ( in inglese) accettato per la pubblicazione su The Astrophysical Journal.