9 denunce antitrust UE a carico di Google: incredibile

Secondo indiscrezioni le denunce antitrust a carico di Google, in Europa, avrebbero raggiunto quota nove. Si parla della discesa in campo di altre piccole società, ma non è esclusa l'esposizione di alcuni enti regolatori comunitari.

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a cura di Dario D'Elia

Google rischia di essere messa nell'angolo dall'Antitrust europea: secondo fonti ben informate le denunce a suo carico avrebbero raggiunto quota nove. Reuters ha confermato che ufficialmente le cause su cui sta investigando la Commissione UE sono quattro, ma negli ultimi tempi sarebbero state mosse nuove accuse.

La Kryptonite di Google si chiama Antitrust

"La Commissione ha nove denunce formali. Le nuove provengono da piccole aziende", avrebbe dichiarato una gola profonda di Bruxelles. Un'altra fonte, sempre anonima, ha parlato invece di almeno tre cause avviate da enti regolatori europei.

Insomma, la questione è delicata e riguarda come sempre gli effetti della posizione pressoché dominante di Google nel mercato online. Almeno un esperto del settore però, Simon Holmes dello studio SJ Berwin, sostiene che l'esito della vicenda non sia scontato.

"La posizione forte di Google vuol dire che vi sono molti interessi in ballo. Ma non c'è niente di male nell'avere una posizione forte", ha dichiarato lo specialista in normativa antitrust. "La mera proliferazione di denunce non aumenta la probabilità che vengano dimostrate violazioni. Significa solo che vi sono criticità riguardanti alcuni aspetti che hanno bisogno di approfondimento".

Com'è risaputo i problemi di Google sono iniziati a novembre quando il sito di confronto prezzi britannico Foundem, il motore di ricerca legale francese ejustice.fr. e il sito di vendite Ciao! (quest'ultimo acquistato da Microsoft) hanno sollevato le prime rimostranze. A marzo poi ha deciso di esporsi anche Microsoft, sollevando il tema del dominio di Google sui mercati della ricerca online e della pubblicità. Questioni per altro all'attenzione anche dell'Antitrust statunitense – il 21 settembre infatti la dirigenza dovrà partecipare a un'audizione presso la commissione del Senato.