A fuoco l'ex polo Olivetti, tecnologia e lavoro italiani in fumo

Un incendio ha devastato l'ex polo industriale Olivetti di Scarmagno, sede di diverse aziende tecnologiche. A farne le spese è principalmente la Celltell, che lavora con Telecom Italia, Olivetti, Mediaset e Fastweb.

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a cura di Manolo De Agostini

Nel tardo pomeriggio di ieri un magazzino dell'ex Olivetti di Scarmagno, in provincia di Torino, è andato a fuoco. Un nostro lettore ci ha inviato alcune immagini, scattate con un cellulare, del triste avvenimento. Ad andare a fuoco il plesso di proprietà di Celltel, dove (come riportano alcuni quotidiani come La Stampa) erano stipati "materiale elettrico e telefonini Telecom per un valore di circa 3 milioni di euro". La Celltel lavora anche con Olivetti (Gruppo Telecom), Mediaset e Fastweb.

Ringraziamo Andrea Grosso per le immagini

L'incendio è divampato alle 16.30 e come potete vedere dalle immagini nel cielo si è alzata una densa colonna di fumo nero, visibile per tutto il Canavese. "Alla Celltel lavorano 216 persone. È una delle pochissime realtà industriali sopravvissute alla crisi. Se questo rogo provocasse danni irreparabili sarebbe un vero dramma", ha affermato il sindaco di Scarmagno Pierluigi Bot Sartor.

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Fortunatamente non si segnalano feriti. Nello stabilimento, nel momento in cui sono divampate le fiamme, si trovavano 130 dipendenti, tutti evacuati. "Dovremo verificare l'entità del danno prima di esprimerci su eventuali ripercussioni in termini occupazionali", ha affermato Luigi Parodi, direttore dell'azienda capogruppo Telis, di cui fa parte Celltel.

La Stampa riporta anche le parole di Lino Malerba, sindacalista della Fiom-Cgil, preoccupato dalle possibili ripercussioni del disastro. "Si chiariscano subito le responsabilità di questo disastro. Questi capannoni risalgono agli Anni '60 e non sono stati costruiti con materiali ignifughi. Le aziende - prosegue - non approfittino della situazione per penalizzare i lavoratori e si accordino con i sindacati per consentire la riapertura in tempi rapidi".

Secondo La Repubblica "l'incendio ha reso inagibile non soltanto il capannone della Celltel, ma anche diverse aziende presenti nello stesso lotto. Si parla della Comdata (150 dipendenti), della Innovis (186) e della Wirelab (42). […] Secondo i sindacati, in ballo ci sono 600-800 posti di lavoro che rischiano di saltare per inagibilità delle strutture". Hanno partecipato allo spegnimento delle fiamme, che ha richiesto alcune ore di lavoro, diverse squadre di vigili del fuoco, il nucleo Nbcr e l'Arpa, che effettuerà rilievi per scongiurare i pericoli ambientali, dato che il magazzino è situato nei pressi di un'azienda chimica.