Addio ai sei gradi di separazione, sono quattro su Facebook

Le relazioni umane cambiano con la digitalizzazione, in tanti modi. A quanto pare Facebook ha reso il mondo più piccolo, e ci ha avvicinati tutti l'uno all'altro. Da sei gradi di separazione siamo passati a quattro, ma alcune domande sono ancora senza risposta.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Facebook ha cambiato nel profondo le relazioni sociali, e trasformato i sei gradi di separazione in quattro, persino tre se si limita l'area presa in esame. Questo in sostanza è quello che si deduce guardando l'anatomia di Facebook, cioè il risultato di uno studio approfondito realizzato insieme all'Università degli Studi di Milano - precisamente il Laboratory of Web Algorithmics del Dipartimenti di Scienze dell'Informazione.   

La ricerca non è incentrata però solo sulle relazioni tramite computer, ma sui gruppi umani in generale e su come si sono evolute le relazioni che ci legano. Si tratta di studi che non hanno una lunga storia, ma c'è già qualche precedente a fare da punto di partenza, a cominciare dal racconto di Frigyes Karinthy "Catene", del 1929. Poi nel 1967 il sociologo Stanley Milgram ne trasse la "teoria del mondo piccolo" (Wikipedia), e un esperimento che - con sorpresa dei ricercatori - dimostrò effettivamente che bastavano tra cinque e sette passaggi per recapitare un messaggio a un totale sconosciuto, anche molto lontano; ecco i famosi sei gradi di separazione.

Sei gradi di separazione (1993)

Successivamente si scoprì che l'esperimento non era probabilmente abbastanza rigoroso, ma intanto la teoria dei sei gradi di separazione aveva già fatto il giro del mondo ed era entrata nella cultura popolare, come dimostra anche l'opera teatrale di John Guare (1990) e il film che ne fu tratto da Fred Schepisi nel 1993.

"Affascinante", direbbe il signor Spock. Ma che c'entra Facebook? I ricercatori milanesi hanno applicato la stessa teoria ai circa 721 milioni di utenti attivi sul social network di Mark Zuckerberg, per un totale di 69 miliardi di relazioni. Il risultato è che la "distanza media" tra due persone è pari a 4,74, quindi nella nostra neonata epoca digitale il mondo è ancora più piccolo di quanto pensasse Milgram.

Questa distanza inoltre sembra ridursi nel tempo, perché solo nel 2008 era pari a 5,28 "passaggi". In pochi anni le persone che si separano da chiunque altro sono quindi passate da sei a cinque, e poi i gradi di separazione sono diventati quattro. E se si restringe l'ambito territoriale a una sola nazione (che rappresentano mediamente l'84% delle amicizie) si arriva addirittura a solo tre gradi di separazione (quattro passaggi).

Le distanze si sono ridotte nel tempo

Tra le altre informazioni emerse dallo studio vale la pena di notare che per gran parte di noi la maggioranza degli amici è nella nostra stessa fascia di età, o il fatto che mediamente il numero di amici è 190, ma si ferma a 100 per circa il 50% degli utenti.

Quest'ultimo fatto è definito dai ricercatori come "un classico paradosso delle reti sociali, secondo il quale per la maggior parte delle persone gli amici degli amici sono più dei propri amici".  Un'espressione un po' contorta, che vale per l'84% degli iscritti. "Non dovreste sentirvi male se sembra che tutti i vostri amici siano più popolari di voi: è così per la maggior parte di noi", si legge sul post pubblicato su Facebook.

Quattro (o tre) gradi di separazione ci dividono da chiunque, su Facebook. Una scoperta interessante, ma ci sono alcuni elementi ancora da prendere in considerazione. Per esempio, come valutare quei contatti aggiunti "per fare numero", o per ragioni non strettamente personali? Se un giornalista è "amico" di un collega che non ha mai visto, o di un ricercatore a cui una volta ha chiesto un dato, queste relazioni contano come quelle con amici "veri" e parenti?  

###old1206###old

A quanto pare tutti i miliardi di relazioni sono stati considerati, senza distinzione tra relazioni forti e deboli. Se però io volessi raggiungere con un messaggio uno sconosciuto, e per farlo dovessi affidarmi a uno dei miei 666 (curioso che si sia fermato a questo numero) amici, sarebbe uguale chiedere a qualcuno che conoscono bene o a uno dei tanti contatti deboli? L'esperimento di Milgram prevedeva che almeno una delle persone fosse una "conoscenza personale", ma come si applica quel concetto a Facebook?

Insomma, i ricercatori hanno tenuto in considerazione il fatto che ormai da anni è stata coniata l'espressione più falso di un amico su Facebook (almeno in spagnolo, non sono certo che esista anche in italiano)? I dati pubblicati non ce lo dicono, e non ci dicono nemmeno cosa succede se una persona cerca di "saltare" con un solo passo quei gradi di separazione, e di avvicinarsi a qualcuno che non dovrebbe conoscere. È il tema dell'opera scritta da Guare nel 1990, e del film interpretato da un giovane Will Smith: una storia drammatica e toccante (che vi consigliamo), i cui risvolti non possono trasparire dai numeri di una ricerca scientifica.

La ricerca degli studiosi dell'Università degli Studi di Milano è disponibile in formato PDF, così come quella intitolata The Anatomy of Facebook Social Graph, un compendio imprenscindibile sulla struttura di Facebook e delle relazioni al suo interno.