Agenda Digitale: 120 milioni per start-up e IVA al 4%

La Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera ha approvato il testo chiave per il decreto Digitalia. Si parla di 120 milioni per le start-up, sviluppo delle infrastrutture, rottamazione dei PC e IVA ridotta sui prodotti editoriali digitali.

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a cura di Dario D'Elia

Ieri la Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera ha approvato il testo relativo all'Agenda Digitale, quello che costituirà l'asse portante dell'atteso decreto Digitalia. La brutta notizia è che è slittata a settembre la nomina delle personalità che avranno l'incarico di implementare ogni novità.

Il testo, sintesi delle proposte di legge Gentiloni-Rao (PD-UDC) e Palmieri (PDL), indica le "Disposizioni per lo sviluppo dei servizi elettronici e digitali". Nello specifico, come riporta La Repubblica, i punti chiave sono: 120 milioni di euro per le start-up innovative, sviluppo delle infrastrutture, rottamazione dei PC per le famiglie svantaggiate e digitalizzazione accelerata della Pubblica Amministrazione. Non meno importante l'abbassamento dell'IVA al 4% sui prodotti editoriali digitali che potrebbe favorire ulteriormente il mercato delle edicole digitali.

L'Agenda Digitale di Super Mario

Andando con ordine fa piacere scoprire che il Fondo per l'Italia, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sia pronto a sborsare 120 milioni a favore delle startup per i prossimi 3 anni. Fondamentali i bandi: la speranza è che i finanziamenti non finiscano nelle tasche dei professionisti dello start-up (ping). Quelli che nella vita non fanno altro che aprire e chiudere società - rami secchi.

Si parla poi di incentivi per lo sviluppo e l'ammodernamento della PA. Per quanto riguarda invece la rottamazione bisogna ancora capire come funzionerà il meccanismo degli sconti familiari.

Il nuovo Consiglio AGCOM

Non resta che attendere la ripresa dei lavori a settembre. Il governo dovrà integrare il testo nel decreto digitale su cui sta lavorando praticamente dall'insediamento. Il nodo più grande è comunque quello della governance. Al momento sembrano essere in corsa Stefano Parisi di Confindustria Digitale, Alfonso Fuggetta del Politecnico di Milano, Salvo Mizzi, responsabile Internet di Telecom, Roberto Sambuco, capo dipartimento comunicazioni del MISE, Alessandro Fusacchia e Mario Calderini, consigliere per l’Innovazione del MIUR. Rispunta anche il nome dell'esperto IT Stefano Quintarelli, ma come ha sottolineato oggi "la scelta non è politica come per i commissari AGCOM, ma governativa". Per altro pare che Monti si sia affidato a una società di head hunting.

L'ultima questione riguarda il rischio di sovrapposizione delle competenze tra il Garante TLC e l'Agenzia Digitale. Da una parte un ente semi-indipendente cambiato nelle poltrone ma fortemente influenzato dai vecchi poteri forti dell'industria TLC. Dall'altra un'istituzione nuova a briglia governativa. Speriamo di non trovarci di fronte a "divergenze parallele".