Anche in Italia comincia l'era dei supermercati senza cassa

Conad apre un supermercato senza casse a Verona, un’innovazione tecnologica comoda e vantaggiosa. Meno costi, ma anche meno posti di lavoro e prezzi che restano alti.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Dopo un paio di esperimenti con dei negozi temporanei, di recente ha aperto a Verona il primo supermercato senza casse. Si tratta di un punto vendita Conad ribattezzato “Prendi&Vai”. 

Un tipo di negozio che negli Stati Uniti esiste già da qualche anno, e che ora sta cominciando a farsi strada anche nel resto del mondo. Un sistema di sensori e videocamere segue il cliente e traccia i suoi acquisti, riuscendo a capire se ripone un prodotto sullo scaffale o se invece lo mette in borsa. All’uscita si paga con carta di credito o dispositivo, senza passare i prodotti sul lettore di codice a barre. 

Non sembra esserci, dunque, quel sistema con riconoscimento facciale che esclude anche l’ultimo passaggio, cioè il pagamento. Qui i computer sanno cos’hai comprato ma, sembra, devi comunque fermarti qualche secondo per pagare. Conad assicura che i dati personali sono gestiti con la massima attenzione e nel rispetto delle norme. 

Si tratta indubbiamente di un passo avanti, ed è una bella comodità per i consumatori - soprattutto eliminare il tedio di aspettare il proprio turno in cassa. Tuttavia, la rivoluzione tecnologica non dovrebbe tradursi in un costo sociale e umano e, in questo caso, c’è un prezzo da pagare nei posti di lavoro che vanno persi

Posti che, nello scenario generale, forse saranno sostituiti in un altro luogo e in un’altra mansione - ma è una magra consolazione per chi si ritrova disoccupato. 

Efficienza e praticità sono aspetti importanti, forse persino fondamentali nella società moderna; tutti abbiamo fretta, tutti vogliamo fare di più in meno tempo. E in questa cultura le aziende trovano la preziosa occasione di aumentare i profitti; va benissimo, ma dovrebbero anche sforzarsi di adottare politiche di transizione e reinserimento lavorativo, facendo il possibile affinché nessun dipendente venga lasciato indietro durante questo cambiamento. Alcune lo fanno, ma per il momento non sembra che questi sforzi siano particolarmente intensi. 

Allo stesso tempo, una riduzione dei costi non si sta traducendo in una riduzione dei prezzi finali, praticati al consumatore. Quello sarebbe un vantaggio per tutti, ma non sta succedendo. 

E qui potremmo avere un problema, perché se i benefici di un’innovazione tecnologia non sono per tutti, allora è difficile parlare di vero progresso.

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