Negli USA è già attiva da settembre e da mercoledì scorso anche in Europa gli utenti Android possono pagare usando il chip NFC del loro smartphone.
Google ha scelto di cominciare dall’Inghilterra, uno dei paesi più avanzati nell’introduzione di sistemi di pagamento elettronici. Un sistema di pagamento con carte di credito contactless, per esempio, è impiegato da tempo anche nella metropolitana londinese.
Curiosità ed entusiasmo devono però fare i conti con i timori legati alla sicurezza. Il numero di malware per dispositivi mobile è in continua crescita, a fine 2015 se ne contavano circa 2,5 milioni di varianti.
Visto che Android è di gran lunga il sistema mobile più bersagliato dai malware, l’introduzione di un sistema di pagamento integrato sembra un invito ai cyber-criminali a concentrarsi ancora di più sul sistema di Google.
Un invito che trova davanti a sé anche una situazione davvero difficile da gestire dal punto di vista delle intrusione e possibili truffe.
Tra dispositivi che non supportano le nuove versioni del sistema e utenti che non riescono a mettersi in testa che aggiornare lo smartphone non è una semplice perdita di tempo, il panorama è davvero desolante: l’80% dei device in circolazione non è aggiornato all’ultima versione di Android.
La funzione Pay, tra l’altro, sarà disponibile per i dispositivi con installato Android 4.4 KitKat (vecchio di quasi 3 anni) o successivo. Difficile capire perché Google non abbia obbligato gli utenti che vogliono usare Pay ad aggiornare all’ultima versione.
Vero è che una scelta del genere avrebbe ridotto la platea di potenziali utilizzatori, ma sotto il profilo della sicurezza sarebbe stata una decisione decisamente più saggia.
Ricordiamo, infatti, che è risaputo che in Android 4.4 ci sono delle vulnerabilità che non verranno mai sistemate dalla maggior parte dei produttori di smartphone. Un controllo di sicurezza in questo senso ci sembra imprescindibile.