Antipirateria in Italia: un regalo ai poteri forti

Abbiamo intervistato gli avvocati Fulvio Sarzana e Guido Scorza per un commento sul nuovo regolamento antipirateria approvato stamani dall'AGCOM. Appare sbilanciato: troppo favorevole ai detentori di copyright.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

La nuova norma anti-pirateria, approvata stamani dall'AGCOM, non piace agli addetti ai lavori. O meglio, non piace a chi si occupa di difendere i diritti degli utenti, dei gestori di siti o provider quando i detentori di copyright sono sul piede di guerra. Abbiamo contattato gli avvocati Fulvio Sarzana e Guido Scorza per un commento sulla nuova norma. Sono fra i massimi esperti in Italia di diritto d'autore digitale.

"Non viene regolamentata l'armonizzazione dei procedimenti di notice & takedown. Inizialmente sembrava che il Garante volesse uniformare tutti i sistemi di notifica e rimozione, invece adesso si parte direttamente con il procedimento di fronte all'autorità. Nessuna autoregolamentazione", esordisce Sarzana.

"Nella prima versione del documento si diceva che era comunque necessario prima adottare le procedure di notifica fornite dai siti (come ad esempio Youtube, NdR.), adesso invece non è più caratterizzante", aggiunge Scorza.

Vediamo però com'è la procedura, in verità piuttosto semplice. Un qualsiasi detentore di copyright o associazione che ne fa le veci segnala al Garante eventuali violazioni, indicando file, URL, tipologia, sito e ogni altro utile dettaglio.

Qui il primo inghippo, come sottolinea Sarzana, perché non si parla di costi. "Mentre le norme europee si preoccupano delle valutazioni dei costi anche per chi segnala. Qui non c'è nulla di tutto questo. I titolari ne faranno migliaia". L'intera procedura quindi sarà a carico del contribuente italiano. Ma andiamo avanti.

L'AGCOM si "libera dell'onere di fare verifiche direttamente", prosegue Sarzana, e segnala a sua volta le irregolarità agli uploader, gestori della pagina e del sito. Entro cinque giorni i diretti interessati hanno la possibilità di adeguarsi, quindi rimuovere i contenuti, oppure fornire una memoria difensiva al Collegio AGCOM. Nel primo caso è sufficiente che l'anello più disinteressato della catena si sganci per far saltare tutto. Perché il gestore di un forum dovrebbe farsi invischiare in una storia di copyright di un suo utente?

Nel secondo caso, quindi l'opzione difensiva documentata, si parla di totale discrezione AGCOM per la decisione finale. A quel punto o si vince oppure bisogna adeguarsi. Chi vuole proseguire la battaglia legale può farlo esclusivamente di fronte al giudice amministrativo.

"E questo è un altro problema perché nella giustizia civile esistono sezioni che da diverso tempo si occupano di proprietà intellettuale. E tutto sommato hanno una certa competenza specifica in materia. Per i tribunali amministrativi è una novità", spiega l'avvocato Scorza.

Mettiamo però che il Garante si trovi di fronte qualcuno di veramente duro, oppure banalmente un sito che è ospitato su server esteri. Beh, in questo caso può rivolgersi direttamente all'Internet Provider. "Il provider di accesso pensate che verificherà la bontà della richiesta? Butteranno subito giù il sito, li renderanno inaccessibili", dichiara Sarzana. Anche perché in caso contrario rischierà una mula fino a 250mila euro e una segnalazione all'autorità giudiziaria.

Entrambi gli avvocati hanno confermato a Tom's Hardware che le associazioni per i diritti digitali e consumatori si rivolgeranno sicuramente al Tar per bloccare il provvedimento.

"Il TAR però può fare solo una valutazione di legittimità, perché non può entrare nel merito. Quello che può dire è se questo provvedimento amministrativo è compatibile con la legge. Agcom poteva o non poteva varare il regolamento in relazione al contenuto?", puntualizza Scorza.

"L'esito sarà da vedere, perché la giustizia amministrativa è più politicizzata. L'AGCOM e Tar del Lazio rispondono all'apparato pubblico, mentre di fronte a un giudice ordinario è lo Stato che deve risolvere una controversia fra privati".

Per quanto riguarda la via parlamentare difficile che si faccia in tempo, anche perché ci vorrebbe una legge che entri nel merito di cosa può o non può fare l'AGCOM. E considerato che l'entrata in vigore del regolamento è fissato per marzo il tempo è davvero poco. In questo momento il paese ha altre priorità.