Apple e Amazon arricchiscono gli sviluppatori, Google no

Un'indagine di mercato svela che sviluppare applicazioni per l'App Store di Apple è conveniente, ma lo è anche creare nuovi software per lo store di Amazon dedicato al Kindle Fire. Google Play invece paga poco.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Le applicazioni dell'Amazon Android Appstore generano entrate tre volte più alte rispetto a quelle del Marketplace di Google, di recente ribattezzato Google Play. L'App Store di Apple resta comunque il più redditizio, e il punto di riferimento del settore. L'Amazon Appstore per Android frutta agli sviluppatori l'89% rispetto al negozio Apple, mentre Google Play si ferma a un più modesto 23%.

I dati sono frutto di una indagine di mercato condotta da Flurry Analytics, che ha esaminato il mercato delle app mobili e ha calcolato quanto rendono gli store online più celebri, App Store, Google Play e Amazon.

Google Play è lo store meno redditizio per glisviluppatori

Gli analisti Flurry hanno spiegato nella loro relazione che c'è anche "un altro modo per interpretare i risultati: per ogni dollaro generato nell'App Store Apple, nello store di Amazon vengono incassati 89 centesimi di dollaro, mentre in Google Play arrivano 23 centesimi".

I risultati non si discostano da quelli registrati dalla stessa società nel dicembre scorso, quando era stato calcolato che per ogni dollaro incassato dall'App Store di Apple, l'allora Android Market generava solo 24 centesimi .

Flurry ha specificato che le statistiche provengono da 11 milioni di utenti quotidianamente attivi nel download delle applicazioni più vendute nei vari store, per un periodo di 45 giorni tra la metà di gennaio e la fine di febbraio.

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Questi dati premiano la scommessa di Amazon su una versione altamente personalizzata di Android accessibile mediante il Kindle Fire. Sfruttando la sua forza e la sua esperienza dell'e-commerce Amazon offre già agli sviluppatori possibilità di guadagno tre volte più alte di quelle di Google.

Dal punto di vista societario Amazon sta quindi rientrando abbondantemente dell'investimento nel Kindle Fire e della presunta produzione in perdita, avviata con il preciso intento di guadagnare con software e contenuti e non sull'hardware. Merito anche del perfezionato canale di shopping online con la descrizione dettagliata dei prodotti, dell'efficienza nelle consegne e nel servizio al cliente. 

I dati pubblicati da Flurry

La forza di Google è da cercare nel motore di ricerca online e nella tecnologia pubblicitaria: un approccio tradizionale che consente di divulgare gratis molti contenuti, generando comunque guadagni notevoli. Il problema è che in questo modo gli sviluppatori restano con poco più di un pugno di mosche, quindi si stanno impegnando sempre di più per la concorrenza. Apple fa storia a sé, con un indice di reddito superiore a qualsiasi atra realtà simile, e per questo sono sempre di più gli sviluppatori che cercano di realizzare applicazioni per iOS.

Flurry stima infine che aziende come Samsung, il principale produttore OEM di Android, potrebbero prendere in considerazione l'idea di emulare mossa di Amazon rivolgendosi direttamente al consumatore Android con App proprietarie. Francamente non ci sembra un'idea geniale: Amazon ha una storia alle spalle di vendita diretta di prodotti e servizi, un canale distributivo ultraefficiente e la potenza economica per vendere senza guadagno (spese di spedizione gratis, sostituzione gratuita). Un'esperienza che Samsung e soci dovrebbero fare da zero.