Attacco al CNAIPIC, Anonymous presi per i fondelli?

Gli Anonymous hanno confessato a Linkiesta di ritenere che l'attacco al CNAIPIC sia stata tutta una messa in scena, un tranello in cui sono cascati. I documenti raccolti sarebbero quasi tutti fabbricati ad arte. Il movimento va però avanti e afferma di essere penetrato con facilità nel sito di una banca.

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a cura di Manolo De Agostini

L'attacco al CNAIPIC, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche, sferrato a luglio dagli hacker italiani di LulzSecurity e Anonymous (sebbene permangano perplessità sulla paternità) sarebbe un complotto.

Così lo descrive Linkiesta, affermando che è questa è la tesi degli Anonymous. "Si sono accorti di come la quasi totalità degli otto gigabyte di dati sottratti all'azienda che fornisce assistenza tecnica al Centro sia in realtà un clamoroso falso".

Nei circa 8 GB di dati sottratti c'era un po' di tutto: dati personali, foto, documenti confidenziali e chiaramente tanti dati relativi al CNAIPIC stesso. Tutto o almeno buona parte creato ad arte. "Non si sarebbe trattato di una polpetta avvelenata lanciata ai cyber attivisti", scrive Linkiesta, "bensì di un complotto volto a screditare l'immagine dello stesso Cnaipic, o meglio ancora delle realtà private che offrono al centro la loro consulenza, per farle apparire incapaci di badare alla sicurezza dei propri sistemi". Il fine sarebbe stato quello di dare il via a nuovi appalti e strappare accordi milionari.

"È ormai chiaro che qualcuno avesse intenzione di fare uno sgambetto al Cnaipic per favorire, a discapito delle società di consulenza private che collaborano con il centro, qualche altra società di web security", rivela una fonte interna agli hacktivisti a Linkiesta, che aggiunge "gli Anonymous, anche loro caduti nel tranello, sarebbero stati solo l'inconsapevole strumento per far scattare la trappola".

In questo modo i presunti "manovratori" avrebbero colto due piccioni con una fava: screditare le aziende di sicurezza rivali e far perdere credibilità al movimento, che ora dice di volerci andare più cauto nello strombazzare ai quattro venti le loro azioni.

Non sappiamo se questo cambio di rotta sia già in corso, ma proprio nella notte Anonymous e LulzSec hanno dichiarato di essersi intrufolati in una banca italiana. I dettagli nella pagina successiva.