Anonymous, LulzSec e una banca italiana

Gli Anonymous hanno confessato a Linkiesta di ritenere che l'attacco al CNAIPIC sia stata tutta una messa in scena, un tranello in cui sono cascati. I documenti raccolti sarebbero quasi tutti fabbricati ad arte. Il movimento va però avanti e afferma di essere penetrato con facilità nel sito di una banca.

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a cura di Manolo De Agostini

Anonymous, LulzSec e una banca italiana

"Cari navigatori di Internet, i gruppi Anonymous e LulzSec hanno voluto dare una controllata ad alcune banche italiane offrendo un doveroso e gratuito servizio di sicurezza. In soli 15 minuti di attività di ricerca su una banca presa a casaccio con una ricerca su google siamo entrati in possesso del portale della stessa", così esordiscono i due gruppi.

"Com'è possibile? Di chi è la colpa? La colpa è di noi cittadini: stiamo offrendo i nostri beni e il nostro denaro a delle società incompetenti. Non è possibile che una banca e ripeto una banca sia penetrabile in 15 minuti. Fortunatamente i vostri dati sono al sicuro, noi non siamo criminali e non abbiamo alcun interesse ad appropriarci dei vostri soldi, noi siamo dalla vostra parte". 

"Che cosa potrebbe succedere se al nostro posto ci fossero stati dei criminali? Ve lo lasciamo immaginare. Non solo dovreste denunciare la banca per l'utilizzo dei vostri dati sensibili non accurato, ma dovreste iniziare a dubitare di queste grandi realtà. Anonymous si prepara per settembre: la stagione di caccia ai cattivi è iniziata".

Gli hacker hanno anche pubblicato dati parziali di "uno dei tanti account e non cambiare la pagina principale della banca con la nostra immagine di deface per non rischiare una strumentalizzazione dell'attacco dai parte dei media, ma sopratutto per mantenere il servizio online senza danneggiare gli onesti cittadini".

Chissà se ci sarà una corsa degli istituti di credito italiani al miglioramento delle loro difese di sicurezza - sempre ovviamente che quanto dichiarato dagli hacker non si riveli falso. Nel frattempo nel Regno Unito sembrano aver preso la questione seriamente e stanno fioccando arresti. Sono diversi i giovani fermati o denunciati nei giorni scorsi.

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Dopo Peter David Gibson (Un altro Anonymous nelle mani della Polizia inglese), un diciassettenne di Chester è stato fermato dagli agenti con l'accusa di aver partecipato a diversi attacchi online DDoS degli Anonymous. Due uomini di 20 e 24 anni sono stati arrestati a Mexborough (contea del South Yorkshire) e Warminster (contea del Wiltshire). I loro computer sono stati confiscati per analisi forensi. Infine anche il ventenne Christopher Jan Weatherhead di Northampton e il ventiseienne Ashley Rhodes di Londra sono stati accusati di crimini informatici.

Al momento in Italia ci sono state alcune denunce (Anonymous italiani beccati dalla Polizia, tre denunce), ma come si può constare e come affermato dagli stessi hacker in passato, il movimento continua a rimanere attivo e pronto all'azione. Anche negli Stati Uniti continua l'operazione AntiSec. Proprio in questi giorni sono stati pubblicati 3 GB di dati confidenziali sottratti dal sito della Texas Police Chiefs Association. L'azione si deve alle dozzine di arresti di presunti Anonymous nei mesi scorsi.

AGGIORNAMENTO 10/09/2011: sembra che l'istituto preso di mira sia la Cassa di Risparmio di Ravenna.