Attacco al PSN di Sony: finisce in manette un altro LulzSec

Negli Stati Uniti le autorità hanno arrestato un altro presunto membro del gruppo LulzSec, nell'indagine relativa agli attacchi contro Sony del 2011. Rischia fino a 15 anni di carcere.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Un altro membro del gruppo LulzSec è stato arrestato con l'accusa di aver preso parte all'attacco informatico contro i server di Sony, risalente a circa un anno e mezzo fa. Questa volta a finire nelle mani delle autorità statunitensi è stato Raynaldo Rivera, un ventenne dell'Arizona.

Il ragazzo rischia fino a 15 anni di prigione, se i giudici lo riconosceranno colpevole di aver partecipato all'attacco verso Sony e al contestuale furto di dati appartenenti a decine di milioni di clienti dell'azienda giapponese. Rivera sarebbe anche la persona che pubblicò i dati online, e che diede l'annuncio dell'operazione tramite l'account Twitter del gruppo.

Anonymoyus si può eliminare arrestando i pezzi grossi?

Forse non tutti ricordano che tra l'aprile e il maggio del 2011 i server Sony furono attaccati da un gruppo che si faceva chiamare LulzSec (vicino ad Anonymous). Al primo attacco ne seguirono molti altri, con modalità simili in diverse parti del mondo. L'ultima azione era sempre la pubblicazione online di dati personali, con l'obiettivo dichiarato di minare la fiducia dei consumatori verso Sony e procurare all'azienda un danno economico. 

Obiettivo che, tra l'altro, fu almeno in parte centrato: i costi per Sony sono stati altissimi tra ripristino dei sistemi, risarcimenti e bonus per gli utenti coinvolti e spese legali - per non parlare delle storiche scuse pubbliche. Le ragioni dell'attacco riguardavano il trattamento di Sony contro Geohot e altri hacker che erano riusciti a modificare il firmware della PS3 rendendo possibile (ma complessa) l'installazione di Linux e l'uso di software homebrew. Una falla su cui Sony ha lottato per molto tempo perché permetteva di far girare anche software pirata.

Nei mesi successivi il gruppo LulzSec decise di sciogliersi, ufficialmente perché non si divertivano più. Successivamente però uno di loro decise di collaborare con la giustizia, e da lì prese il via una catena di arresti che vede il capitolo più recente (ma probabilmente non l'ultimo) nell'arresto di Rivera.