Banda larga in Italia, siglato il patto della fibra morta

Ieri è stato siglato il Memorandum of Understanding (MoU) tra gli operatori TLC nazionali presso il Ministero dello Sviluppo Economico. L'obiettivo è dar vita a una società che si occuperà di realizzare infrastrutture passive nelle zone dove non vi è interesse strategico diretto.

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a cura di Dario D'Elia

Ieri presso il Ministero dello Sviluppo Economico gli operatori Telecom Italia, Vodafone, Wind, Fastweb, Tiscali, 3 e BT Italia hanno siglato l'accordo ufficiale che apre la strada allo sviluppo della rete in fibra nazionale. Il Memorandum of Understanding (MoU) prevede la creazione di una società incaricata di implementare sul territorio le cosiddette infrastrutture passive - quindi fibra spenta (senza apparati trasmissivi), cavidotti e canalizzazioni.

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Entro i prossimi tre mesi, secondo il documento, verrà costituito un comitato esecutivo al cui tavolo siederanno i rappresentanti del ministero e di ogni singolo operatore. Si parla in ogni caso di interventi in zone con "caratteristiche di neutralità, apertura, efficienza ed espandibilità".

"La società che verrà creata interverrà laddove le aziende non riescono a farlo. Sarà il comitato esecutivo a entrare nel merito della governance della società che comunque sarà direttamente proporzionata alla capacità di investimento di ciascuna azienda", ha commentato il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani.

Dovrebbe partecipare anche la Cassa Depositi e Prestiti. Romani ha confermato che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti si è espresso positivamente a riguardo, a patto che "il business plan del veicolo societario sia tale da rendere remunerativo l'investimento". E qui forse è il primo serio inciampo poiché si sa per certo che le zone dove si andrà a intervenire non sono remunerative.

In ogni caso secondo Romani l'operazione consentirà di rispettare gli obiettivi dell'Agenda digitale: il 50% degli italiani dovrebbe poter usufruire della fibra ottica entro il 2020.

Si tratta di "un segnale importante di rilancio per il Paese, un segno eccellente di rilancio tecnologico" anche se le criticità vere verranno fuori "con la definizione degli aspetti economici e finanziari, della governance della nuova società e la verifica delle condizioni di finanziamento".