Basta parlare di lotta alla pirateria: SIAE cambia mestiere!

La commissaria UE dell'Agenda Digitale, Neelie Kroes, ha tenuto un discorso illuminante che lascia intendere come sarà la proposta legislativa sulla gestione collettiva dei diritti. Si parla di flessibilità, più modelli di business, ICT, mondo digitale: insomma, gli autori devono ritoranre protagonisti del dibattito.

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a cura di Dario D'Elia

La SIAE è in'istituzione che domani potrebbe diventare inutile: la commissaria UE dell'Agenda Digitale, Neelie Kroes, sostiene infatti che gli autori debbano ritornare a essere protagonisti dell'industria creativa. "Spesso, questo dibattito si concentra sul copyright, soprattutto farlo rispettare. Ma questa non è tutta la storia", ha spiegato Kroes ad Avignone durante il convegno La cultura nell'età nel digitale.

Non bisognerebbe dimenticare infatti che l'esigenza primaria è quello di premiare economicamente i "creatori" di musica, film, libri e ogni altro tipo di opera. "Ma chiediamoci, è il sistema del copyright lo strumento giusto e il solo per raggiungere i nostri obiettivi? Non proprio, temo", ha aggiunto Kroes. "Dobbiamo continuare a lottare contro la pirateria, ma l'applicabilità giuridica sta diventando sempre più difficile, i milioni di dollari investiti cercando di far valere i diritti d'autore non hanno arginato la pirateria". 

Kroes

Forse uno dei risultati più spiacevoli è che la gente ha iniziato a odiare il termine "diritto d'autore", quando in verità il concetto alle sue spalle è nobile. "Purtroppo, molti vedono il sistema attuale come uno strumento per punire e rifiutare, non uno strumento per riconoscere e premiare", ha sottolineato il commissario.

L'unico modo per far fronte al problema, quindi, pare essere quello di "tornare alle origini e mettere l'artista al centro, non solo della legge sul copyright, ma di tutta la nostra politica sulla cultura e lo sviluppo". Bisogna insomma andare oltre le ideologie e i preconcetti: la chiave è in un sistema flessibile che non ponga veti ai modelli di business, sopratutto i più innovativi.

"In tutti i tipi di settori, l'ICT può aiutare gli artisti a entrare in contatto con il pubblico, direttamente e a basso costo. E può aiutare il pubblico a trovare e godere di materiale che si adatta alle specifiche esigenze, interessi e gusti", ha ricordato Kroes.

E le opzioni tecnologiche sono numerose: dalla creazione di un database globale per scoprire ciò che appartiene a chi, al tracciamento delle opere e all'utilizzo che se ne fa. Persino il cloud computing rappresenta una nuova sfida "sollevano nuove domande sulle modalità di autorizzazione che dovrebbe avere per funzionare in modo ottimale".

Copyright

Si parla insomma di legislazione intelligente, capace di "stabilire un quadro che consenta a molti nuovi modelli di fiorire".

"In particolare, dobbiamo rendere il più semplice possibile il sistema di licenze, non ostacolare questo processo, badando anche alla protezione efficace degli interessi degli artisti stessi. Questo è quello che stiamo facendo presso la Commissione con la nostra futura proposta legislativa sulla gestione collettiva dei diritti", ha dichiarato Kroes. Una proposta che parla anche, ad esempio, di IVA agevolata per gli e-book.

Insomma, basta con questo approccio vecchio stile: come si può pensare di continuare ad applicare al quotidiano una visione pre-digitale?

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"Non riesco a dire al momento quale modello dovremmo adottare, e in effetti non è il tipo di modello che dovrebbe essere sviluppato dal centro. Piuttosto dobbiamo creare un quadro in cui un modello - o addirittura più modelli – possano svilupparsi organicamente, in modo flessibile, in modo che siano di supporto agli artisti".

A questo punto sarebbe il caso che la SIAE iniziasse a esprimersi anche contro i propri interessi, magari immaginando un mondo dove autori e detentori di copyright non hanno bisogno di intermediari. Forse è questa l'errore in cui incorre spesso: è convinta di essere imprescindibile. Non consente di lasciare immaginare al mercato progetti arditi.

Ma non possiamo fargliene una colpa: 800 milioni di debiti (SIAE criticata dagli stessi autori ed editori) non sono uno scherzo.