Bollino SIAE illegittimo, eppure si continua a pagare

È dal 2007 che il bollino SIAE è considerato illegittimo, eppure i pagamenti proseguono.

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a cura di Dario D'Elia

Il bollino SIAE è illegittimo ma la Società Italiana Editori e Autori, nonché i Governi italiani, continuano a infischiarsene. Lo affermano la Corte di Giustizia Europea, la giustizia civile italiana, la Cassazione, la giustizia amministrativa e infine la Commissione Tributaria. Niente da fare, come spiega il puntuale avvocato Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano, non c'è modo di fare rispettare la legalità.

Nel novembre 2007 la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha confermato che l'apposizione del bollino SIAE su CD, DVD e altri supporti che contengono opere protette è illegale. O meglio: la norma correlata è incompatibile con i principi comunitari. Sono mancati alcuni obblighi procedurali nei confronti della Commissione UE.

La SIAE ha proseguito per la sua strada accumulando circa 10 milioni di euro all'anno. Facendo due conti vengono i brividi, perché anche solo conteggiando 6 anni si parla di circa 60 milioni. La SIAE avrebbe dovuto restituire il tutto? Forse. Ma in ogni caso avrebbe dovuto smettere di battere cassa.

SIAE

E invece no, ai tempi il Governo Berlusconi decise di schierarsi con la SIAE contro gli imprenditori che domandavano la restituzione del maltolto. Dopodiché varò un provvedimento che consentì alla stessa SIAE di proseguire con la sua attività di raccolta.

Ovviamente gli imprenditori hanno continuato a rivolgersi ai tribunali di ogni grado di tutta Italia e alla fine hanno ottenuto nuovamente ragione. Nel febbraio 2012, come ricorda Scorza, i Giudici del Consiglio di Stato hanno stabilito non solo che i bollini sono illegali, ma che lo Stato sbagliò nel 2008 e che ci sarebbe dovuta essere una restituzione. Della stessa opinione la Commissione Tributaria, che qualche giorno fa è ritornata sulla questione.

"È vinta una battaglia ma la guerra continuerà ancora a lungo perché è facile prevedere che SIAE impugnerà la decisione dei giudici tributari e resisterà alle pretese di quanti, da domani, le chiederanno la restituzione delle decine e decine di milioni di euro che ha sin qui versato sostenendo non più che nulla è loro dovuto ma che ogni pretesa è ormai prescritta", ha concluso Scorza.

Non resta che attendere la voce del Governo. Falsa illusione su questa cosa: la SIAE a ottobre 2012 ha dichiarato un debito di più di 1 miliardo di euro. Difficile che qualcuno voglia avvicinarsi alla voragine.