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a cura di Pino Bruno

Il bonus cultura di 500 euro per i neo-diciottenni è confermato e l'applicazione 18app continuerà a funzionare. "I fondi per il 2018 e per il 2019 ci sono, verranno riattivati e verranno erogati ai nati nel 2000 e nel 2001", scrive su Facebook il ministro per i beni culturali, Alberto Bonisoli. Stop alle polemiche, anche se lo stesso ministro sottolinea di voler "introdurre in modo graduale alcuni correttivi, per rimediare agli errori fatti in passato e preparare un programma strutturale per la promozione del consumo culturale, che assocerà progetti di diffusione culturale nelle scuole con incentivi agli acquisti di prodotti e servizi culturali, a partire dal 2020".  

In questi anni si è discusso molto dell'opportunità di un bonus per incentivare i giovani a "consumare cultura" e ci si è divisi tra favorevoli e contrari. Oggi sul Corriere della Sera gli editori Giuseppe e Alessandro Laterza osservano che "quasi 600.000 diciottenni hanno utilizzato questa occasione di arricchimento culturale per una spesa complessiva di 163 milioni di euro nel solo 2017, per l'80% in libri". Un risultato non da poco in un Paese che indossa la maglia nera europea della lettura. L'ultimo rapporto Istat sulla lettura di libri in Italia, diffuso a fine 2017, sottolinea il calo dei lettori, "passati dal 42,0% della popolazione di 6 anni e più del 2015 al 40,5% nel 2016. Si tratta di circa 23 milioni di persone che dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali".

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Un problema che, ovviamente, non si risolve soltanto con un bonus, ed è lo stesso neo ministro Bonisoli ad ammetterlo: "Il metodo che voglio applicare è quello delle riforme "dal basso", raccogliendo i punti di vista e ascoltando le esigenze di tutte le persone coinvolte. I protagonisti in questo progetto, infatti, saranno i ragazzi e le ragazze. In questo modo la commissione sarà in grado di proporre modifiche dei modi con cui i fondi vengono distribuiti e prevedere azioni strutturali che creino la 'fame di cultura', coinvolgendo ampie fasce d'età, non solo i 18enni, con l'obiettivo che i fondi siano sfruttati a pieno e utilizzati al meglio".

Ben vengano dunque le iniziative annunciate dal ministro Bonisoli per "creare la fame di cultura" e speriamo che si concretizzino al più presto. D'altronde, ricordano gli editori Laterza nella loro lettera al Corriere della Sera, i dati Eurostat parlano chiaro: un giovane italiano su quattro (cioè il 25%) non studia e non lavora. In Olanda la quota è del 3%, in Germania del 5% in Francia dell'8%, la media europea è del 14%. Se mettiamo a confronto questi dati con i consumi culturali e in particolare con i dati sulla lettura dei libri, troviamo una impressionante corrispondenza. Nei Paesi in cui si legge di più i giovani lavorano di più.


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