BtJunkie inaccessibile in Italia: l'anti-pirateria agisce

La Guardia di Finanza di Cagliari è intervenuta per bloccare l'accesso a BtJunkie. Ecco l'epilogo della maxi-operazione Poisonous Dahlia. La novità è che l'inibizione è arrivata direttamente per volere del pubblico ministero, senza convalida del Gip.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

La Guardia di Finanza di Cagliari ha bloccato l'acceso a BtJunkie, uno dei motori di ricerca per file Torrent più utilizzati dagli utenti P2P. La richiesta è arrivata ieri a tutti i provider italiani, in seguito agli esiti dell'operazione anti-pirateria "Poisonous Dahlia".

BtJunkie

La novità sostanziale, rispetto al passato, è che per la prima volta l'ordine di inibizione, come riporta il Sole 24 Ore, è giunto dal pubblico ministero. "Nell'operazione Pirate Bay, infatti, il sequestro tramite inibizione era stato convalidato dal Gip (giudice indagini preliminari, NdR) ed era appellabile al riesame, mentre questa volta sarà possibile solo la strada di un ricorso via-Cassazione", scrive Lepido del Sole 24 Ore.  

"L'inibitoria viene così imposta sulla base della normativa sul commercio elettronico, ovvero gli articoli 14 e seguenti del D.Lgs 70 del 2003, dove si prevede che l'autorità giudiziaria possa esigere, anche in via d'urgenza, che l'ISP impedisca o ponga fine alle violazioni commesse".

"Oggi è una giornata molto importante per la lotta alla pirateria digitale in Italia", sostiene la Gdf di Cagliari. A ruota il presidente della FIMI Enzo Mazza: "Il blocco del sito pirata BtJunkie è un importante messaggio mandato dalla magistratura alle organizzazioni criminali che prosperano sulla distribuzione illegale di musica".

BtJunkie è accreditato di un traffico giornaliero pari a 2 milioni di utenti, forte dell'indicizzazione di ben 4 milioni di file Torrent. L'Italia è il secondo paese, dopo gli Stati Uniti, ad apprezzarne di più le qualità pirata.