Buon compleanno Space Oddity, sogno di Bowie e di tutti noi

Nel luglio 1969 veniva pubblicato come singolo, Space Oddity, uno dei capolavori di David Bowie, estratto dall'omonimo album. Tra le reinterpretazioni più toccanti non possiamo non ricordare quella del 2013 offerta dall'astronauta canadese della ISS Chris Hadfield.

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a cura di Alessandro Crea

Il conto alla rovescia più emozionante della storia della musica pop, non ci sono dubbi, è quello che accompagna i primi versi di Space Oddity, capolavoro di David Bowie che esordiva 47 anni fa. Lo stesso mese e anno del primo allunaggio.

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Quando la compose Bowie aveva appena 22 anni eppure riuscì a cogliere e trasformare in versi quel senso di alienazione e straniamento di cui tutti sicuramente ci sentiamo di tanto in tanto preda, come tanti Major Tom che, piano piano, perdono contatto con la realtà e scivolano silenziosamente nello spazio buio, fino a perdersi nel silenzio, come l'astronauta di Gravity impersonato da George Clooney.

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E, a proposito di astronauti, visto l'argomento è ovvio che questo sia uno dei brani del Duca Bianco più amati dagli astronauti, assieme a Life On Mars. Lo testimoniano i tanti tweet citazionisti pubblicati all'indomani della sua dipartita, non solo dai singoli, ma dalla stessa NASA e dall'ISS.

Non solo, se non l'avete mai visto, il video realizzato dall'astronauta canadese Chris Hadfield è una delle versioni più belle ed emozionanti di sempre, non soltanto per l'ambientazione spaziale.

Per i collezionisti inoltre, in occasione dei 40 anni dell'omonimo LP, Space Oddity è stato ristampato in doppio CD con un'attenzione quasi maniacale per dettagli, utilizzando ad esempio i nastri originali, rispettando le pause fra una canzone e l'altra o restaurando l'art-work originale, un'immagine pop-art dell'artista Ungherese Victor Vasarely.

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Purtroppo David Bowie ci ha lasciati e non potrà più scrivere altri capolavori come questo, ma quando ci sentiremo altrettanti Major Tom alla deriva, sapremo di essere meno soli e guardando il cielo potremo immaginare che forse, in quel momento, a bordo della stazione spaziale, c'è qualcun altro che si sente allo stesso modo e sta guardando con malinconia la Terra, col desiderio di tornare come noi lo abbiamo di scappare.

E le stelle hanno un aspetto molto diverso oggi

Sto qui seduto in una scatola di latta

Lontano sopra il mondo

Il Pianeta Terra è triste

E non c’è nulla che io possa fare