Buongiorno non ride più, ecco la condanna per spam

Buongiorno si è resa responsabile di trattamento illecito di dati personali. La condanna di primo grado per spam si deve a una querelle con il sito di barzellette Fuorissimo. Andrea Casalini e Carlo Giuseppe Frigato, rispettivamente amministratore delegato e direttore finanziario sono stati condannati a nove mesi di reclusione con sospensione della pena.

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a cura di Dario D'Elia

Buongiorno è stata condannata in primo grado per spam. Come riporta il Sole 24 Ore si tratta a tutti gli effetti della prima volta per una società che si occupa della gestione newsletter. Nello specifico a Andrea Casalini e Carlo Giuseppe Frigato, rispettivamente amministratore delegato e  direttore finanziario (al tempo dei fatti responsabile del trattamento di dati informatici), sono stati comminati nove mesi di reclusione con sospensione della pena.

SPAM per tutti

Il caso è esploso tempo fa con la risoluzione del contratto tra Buongiorno e il sito di barzellette Fuorissimo: gli utenti del noto sito avrebbero continuato a ricevere e-mail non richieste.

In pratica il giudice ha riconosciuto un "trattamento illecito di dati personali" poiché, con la fine del rapporto commerciale, Buongiorno non avrebbe dovuto più spedire newsletter ai clienti di Fuorissimo, in particolare quella denominata What's new - che pubblicizzava le novità dei servizi di Buongiorno Vitaminic. Invece per lungo tempo il 39 % del pacchetto clienti (circa 180mila) sono stati sommersi da spam.

"L'ipotizzato trattamento illecito dei dati appare fondato su una diversa lettura del rapporto contrattuale in essere all'epoca tra Buongiorno e Clever (proprietaria di Fuorissimo)", sostiene Buongiorno. "Buongiorno spa sottolinea infine come l'impatto economico della vicenda, già all'epoca dei fatti assolutamente trascurabile in valore assoluto, sia oggi del tutto insignificante nell'ambito delle complessive attività di Buongiorno e come la sentenza non possa in alcun modo generare effetti economico patrimoniali di qualche rilevanza per la società".

Già previsto il ricorso in appello, tanto più che il giudice ha negato l'ipotesi di frode informatica.