Buongiorno Vitaminic condannata ancora per spam

L'appello per la vicenda Buongiorno Vitaminic-Fuorissimo si è nuovamente concluso con una condanna per trattamento illecito di dati personali. Confermati per l'amministratore delegato Andrea Casalini e il direttore finanziario Carlo Giuseppe Frigato di Buongiorno nove mesi di reclusione con sospensione della pena.

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a cura di Dario D'Elia

Tempi duri per la storica dirigenza di Buongiorno Vitaminic: l'amministratore delegato Andrea Casalini e il direttore finanziario Carlo Giuseppe Frigato sono stati condannati anche in Appello per trattamento illecito di dati personali. A dicembre la prima sentenza del Tribunale di Milano aveva scosso un po' tutto l'ambiente sopratutto per i nove mesi di reclusione (con sospensione della pena) comminati.

Buongiorno, beh quasi

Il caso era esploso con la risoluzione del contratto tra Buongiorno e il sito di barzellette Fuorissimo (gestito da Clever): gli utenti del noto sito avevano continuato a ricevere e-mail non richieste. Il giudice di appello ha confermato tutto, quindi il trattamento illecito di dati personali. Poiché, con la fine del rapporto commerciale, Buongiorno non avrebbe dovuto più spedire newsletter ai clienti di Fuorissimo, in particolare quella denominata What's new - che pubblicizzava le novità dei servizi di Buongiorno Vitaminic. Invece per lungo tempo il 39 % del pacchetto clienti (circa 180mila) sono stati sommersi da spam.

"I giudici d'appello hanno nuovamente riscontrato la commissione del reato di trattamento illecito dei dati personali di centinaia di migliaia di titolari di indirizzi di posta elettronica", hanno commentato i legali della parte lesa. Gli avvocati "potranno ora agire anche in sede civile, visto che gli imputati, benché sovrintendano ad una grande multinazionale quotata in Borsa, non hanno mai proposto alcuna offerta risarcitoria", si legge nella nota di Clever.

Buongiorno ha dichiarato che ricorrerà in Cassazione, ritenendo "oggi così come lungo tutto l'arco di questa lunga controversia giudiziaria iniziata sette anni fa, che la società e i suoi manager abbiano sempre agito nel pieno rispetto della legge, anche quando hanno deciso di esercitare, legittimamente, il diritto di risoluzione del contratto con Clever".