Canone Rai, un valzer di database per stanare gli evasori

l ministero dell'Economia e il ministero dello Sviluppo Economico stanno lavorando al decreto tecnico riguardante il canone Rai.

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a cura di Dario D'Elia

Il canone Rai dovrà essere culturalmente metabolizzato come una tassa da cui non si sfugge. La bozza del decreto che stabilisce gli strumenti di caccia per stanare gli evasori è impressionante. Il ministero dell'Economia e il ministero dello Sviluppo Economico stanno lavorando su ben 8 articoli, che ovviamente rispondono anche a tutti gli interrogativi (tecnici) delle società elettriche.

Qualcuno potrà sostenere che tutto questo impegno dovrebbe essere rivolto nei confronti di un altro tipo di evasione fiscale - quella più dannosa per il paese. Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, risponderebbe con i numeri: il recupero generale complessivo nel 2015 è stato record, ben 14,9 miliardi di euro. Lo zelo è diffuso.

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Il valzer del Gattopardo

Per la caccia all'abbonato sarà un valzer di database. Quelli di Comuni, Agenzia delle Entrate, Anagrafe Tributaria, garante pubblico delle forniture elettriche e fornitori di elettricità saranno interrogati per individuare la popolazione pagante. Come spiega oggi La Repubblica, saranno tracciati i potenziali abbonati, gli esentati e i sospetti evasori. Non meno importante il fatto che un così accurato controllo eviterà i rischi di doppio pagamento.

Si pensi ad esempio al caso in cui fino a ieri la bolletta della luce era intestata a un coniuge e l'abbonamento Rai a un altro. L'Agenzia delle Entrate dovrebbe procedere con una sorta di voltura automatica, rendendo titolare un un unico componente famigliare.

Si è parlato molto della rateizzazione del canone, ma finalmente è chiaro che a luglio 2016 bisognerà pagare i primi 60 euro (luglio-giugno). Dopodiché ogni bimestre saranno 20 euro, fino ad arrivare ai complessivi 100 euro.

Nel caso in cui l'intestatario del contratto di elettricità decida di recarsi in Posta per pagare esclusivamente la luce, ogni sollecito riguardante il canone sarà a carico dell'Agenzia delle Entrate. Insomma, gli operatori non dovranno occuparsi di nulla.

E se il canone Rai dovesse addebitarsi erroneamente sul nostro conto? Potremo chiedere il rimborso alla società elettrica entro il giugno dell'anno successivo. E questa dovrà farvi fronte entro 6 mesi dalla richiesta. Ovviamente gli italiani sono ancora in attesa del documento che consenta di dichiarare al Fisco di non possedere una TV. Arriverà in tempo, prima di luglio?

E se cambiamo casa ed entriamo in una nuova ad anno iniziato? Il buon senso direbbe che sarebbe giusto pagare in proporzione, ma al momento pare si stia affermando una linea più rigorosa: sempre 100 euro a prescindere dal numero esatto dei mesi.

Infine c'è il tema degli italiani che vivono in quelle 20 isole (come ad esempio Filicudi) non interconnesse con la rete elettrica nazionale. All'Agenzia delle Entrate dovranno inventarsi qualcosa.