Canone TV anche per smartphone e tablet: svolta in Svezia

In Svezia dalla scorsa settimana il canone televisivo si paga anche per smartphone e tablet. Sono ancora poche le famiglie ad aver abbandonato la TV ma le istituzioni giocano d'anticipo.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Il canone TV in Svezia da qualche giorno si paga anche per gli smartphone e i tablet. Si tratta di una piccola svolta che potrebbe essere imitata da altri paesi, sopratutto se si considera che è una diretta conseguenza del successo dei nuovi servizi di streaming e dei dispositivi mobili con connessioni Internet. Ovviamente a prescindere dal numero di dispositivi in possesso si paga una sola volta.

Spesso si citano Svezia e Norvegia come realtà di riferimento per la diffusione tecnologica e broadband, ma ci si dimentica che sulle tasse non scherzano. Ad esempio il canone della televisione pubblica Sveriges è di 173 corone (20,5 euro) al mese - praticamente 246 euro annuali contro i nostri 113,50 euro. 

Dopodiché si ha diritto di guardare Sveriges Television, ascoltare Sveriges Radio e accedere ai programmi educativi di Utbildningsradion, senza pubblicità. Giusto per fare una proporzione l'abbonamento base al Netflix svedese è di 79 corone (9,4 euro) al mese.

La polpetta (avvelenata?) svedese

"Abbiamo iniziato gradatamente con computer e tablet dotati di connessione Internet", ha dichiarato Johan Gernandt, portavoce di Radiotjänst, la società che si occupa della raccolta del canone. Al momento pare che siano ancora poche le famiglie che hanno dismesso la televisione per altri dispositivi, ma la TV di Stato ha deciso di giocare di anticipo. Per i controlli comunque non c'è problema: gli esattori telefonano alle famiglie che non pagano oppure vanno a bussare direttamente alle porte di casa per chiedere spiegazione.

"9 su 10 comunque già pagano il canone TV, quindi probabilmente non sono arrabbiati", ha aggiunto Gernandt. Sarà anche così ma su Twitter e per la strade la gente mugugna. Come riporta il Wall Street Journal, molti cittadini hanno fatto notare che forse a questo giro si è esagerato. Anche perché ci si attendere un ricavo marginale rispetto ai 7,2 miliardi di corone (856 milioni di euro) raccolti normalmente dalle licenze.

È anche vero però che la normativa vigente, emendata nel 2007, parla di canone sulla TV e radio pubblica senza specificare i dispositivi di fruizione. Insomma, ecco il prezzo della neutralità tecnologica.