Celle solari come tessuti da abbigliamento

Parte la sperimentazione per mettere alla prova la cella solare più sottile al mondo: ha lo spessore di un filo di ragnatela ed è montata su una pellicola elastomera che la rende talmente flessibile e leggera da poter essere cucita sui vestiti o attaccata alla pelle senza dare fastidio.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Un gruppo di ricercatori ha creato una cella solare dallo spessore di 1,9 micrometri composta da elettrodi montati su un sottile foglio di materiale elastomero. È talmente flessibile che si può avvolgere intorno a un capello umano (il cui spessore è circa 20 volte superiore). La nuova cella solare potrebbe sostituire le batterie in diverse applicazioni, fra cui le apparecchiature mediche, il tessile, la pelle sintetica e la robotica. 

La cella solare flessibile

La ricerca è stata effettuata da Martin Kaltenbrunner, Siegfried Bauer e altri ricercatori provenienti dall'università austriaca Johannes Kepler, insieme a Tsuyoshi Sekitani e ad altri collaboratori dell'Università di Tokyo. 

 Sekitani ha spiegato alla rivista scientifica Nature Communications che "lo spessore totale di questo dispositivo è inferiore a un filo di una ragnatela", quindi ha il vantaggio che "non si sente il suo peso ed è elastico, quindi si potrebbe collegare ai vestiti per alimentare, per esempio, i dispositivi elettromedicali che le persone con particolari patologie devono avere sempre addosso e che attualmente sono alimentati a batterie".

Ovviamente non è da escludere anche l'implicazione tecnologica: questa cella solare potrebbe ricaricare un cellulare, per esempio. Sekitani ha specificato che è possibile anche realizzare anche un prodotto più grande per avere un apporto superiore di energia, perché "la produzione di energia da celle solari aumenta man mano che cresce la loro dimensione, senza cambiare il supporto elastico.

La cella solare flessibile si può arrotolare su un capello umano

Il prossimo passo nella ricerca sarà quello di aumentare la velocità con cui il dispositivo converte la luce solare in elettricità e iniziare le sperimentazioni sul campo, che dovrebbero durare circa cinque anni. Numerose ricerche scientifiche sembrano convergere verso la miniaturizzazione di dispositivi elettronici da incollare sulla pelle o da cucire nei vestiti, oppure da indossare al posto di accessori comuni come gli occhiali. La sensazione è che fra qualche anno non dovremo più preoccuparci di dimenticare a casa l'alimentatore, ma cosa ci succederà se vorremo improvvisare un tuffo in piscina?