Cicero Latin Tutor per fare le versioni di latino online

Cicero Latin Tutor è il nuovo strumento che accompagnerà gli studenti di latino dei licei italiani, guidandoli nell'analisi dei testi nella lingua di Cesare e nella loro traduzione.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Dalla prossima settimana i compiti di latino si faranno online, con l'innovativo strumento Cicero Latin Tutor. Si tratta di un'applicazione dedicata al mondo della scuola, il cui è obiettivo è assistere gli studenti che studiano questa lingua, in particolare nel realizzare le versioni assegnate come compiti a casa.

Il funzionamento è semplice. Come in molte piattaforme di e-learning Cicero prevede che il docente assegni un compito, e che gli studenti usino lo strumento per svolgerlo. A casa l'alunno usa un'interfaccia dinamica per realizzare la propria versione, seguendo le istruzioni del programma. I docenti possono aggiungere contenuti a Cicero, o usare quelli già presenti; gli studenti invece potranno usarlo anche per esercitarsi autonomamente, se lo vorranno.  

L'interfaccia di Cicero Latin Tutor

Cicero non si limita a verificare la correttezza della versione, ma chiede al giovane traduttore di analizzare gli elementi linguistici pregnanti del testo prima di tradurre – un'azione didattica fondamentale, che può avere ricadute anche sulle competenze e le abilità in tutte le altre materie.

Cicero inoltre valuta anche il lavoro fatto, e fornisce al docente una serie di dati sulle capacità dello studente. Al professore resta comunque il ruolo di assegnare il compito finale. Il progetto è realizzato dalla Fondazione Agnelli in collaborazione con il MIUR (Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca), e il programma sarà a disposizione di studenti e docenti gratuitamente

Abbiamo provato la demo online, trovando un'applicazione piacevole da usare ed efficace, persino divertente se il tema è nelle vostre corde. E di certo non aiuta gli scansafatiche, perché non basta incollare un testo preconfezionato per superare le prove.

Cicero è l'ultimo dei molti strumenti tecnologici che negli ultimi anni hanno arricchito la didattica, anche nel nostro paese. Non sappiamo se e quanto sarà utile a facilitare lo studio del latino, lingua che tra l'altro ha sempre meno studenti – di pari passo con gli iscritti ai licei. Di certo però ha delle grandi potenzialità, perché sembra che davvero possa spingere lo studente a riflettere sugli elementi rilevanti del testo - e così facendo si contribuisce a creare capacità che vanno ben al di là della "semplice" versione di latino.

A prima vista inoltre si direbbe che la struttura e l'impostazione di Cicero si potrebbero applicare anche ad altre lingue, e forse anche a discipline diverse. L'inserimento di nuovi contenuti tuttavia sembra un'attività piuttosto dispendiosa e impegnativa, ma magari la Fondazione Agnelli potrebbe scegliere un modello open e la tecnica del crowd sourcing per arricchire questo strumento; non neghiamo che ci piacerebbe una scelta simile.

Fa piacere infine che ogni tanto si dia rilievo anche a una materia non tecnica, in un'epoca che ogni giorno di più mostra disprezzo verso le scienze umanistiche, relegate spesso in un angolo perché considerate poco utili.

Diciamo e sentiamo spesso dire che si dovrebbe insegnare almeno una base di programmazione, e che questa dovrebbe far parte del bagaglio minimo di ognuno di noi; ma non bisogna dimenticare che la letteratura, l'arte, lo studio dei classici, insomma le liberal arts - come le chiamano nel mondo anglosassone – sono altrettanto fondamentali. Di certo è un discorso complesso, perché le opinioni sono tante e le passioni forti: quali sono le vostre?