Cina pronta a finanziare il broadband italiano?

L'incontro tra China Investment Corporation (CIC) e il nostro Ministro dell'Economia Giulio Tremonti lascerebbe presagire all'acquisto dei nostri titoli pubblici. Secondo Il Sole 24 Ore avrebbe partecipato anche qualche rappresentante della Cassa Depositi e Prestiti, ente chiave per lo sviluppo.

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a cura di Dario D'Elia

La Cina potrebbe indirettamente finanziare lo sviluppo della banda larga italiana. Il Financial Times ha svelato un recente incontro (si parla del 6 settembre) tra il presidente Lou Jiwei del fondo sovrano China Investment Corporation (CIC) e il nostro Ministro dell'Economia Giulio Tremonti. L'ipotesi è che buona parte dei nostri titoli pubblici possano essere acquistati da Pechino, d'altronde CIC amministra più di 300 miliardi di euro di fondi derivanti in parte dalla Banca centrale della Repubblica Popolare.

Secondo indiscrezioni la partecipazione al debito pubblico italiano potrebbe essere compresa tra il 4% e il 10%. Un impegno che ovviamente ci vedrebbe costretti a qualche concessione commerciale e industriale. E fondamentalmente è dal 2009 (Banda larga italiana, i cinesi ci danno 102 miliardi) che si parla di favorire le cordate cinesi per lo sviluppo tecnologico.

Come affrontare il problema del debito?

Il Sole 24 Ore ha sottolineato non a caso che all'incontro era presente qualche rappresentante della Cassa Depositi e Prestiti, l'ente che gestisce il 90% della holding Fondo Strategico Italiano (FSI). Insomma, far confluire denaro nelle casse dello Stato, e sopratutto coinvolgere CDP, vorrebbe dire sbloccare tutti quei progetti (o almeno quelli più strategici) che in questi anni sono stati congelati per mancanza di fondi.

Ecco quindi di nuovo alla ribalta il tema dello sviluppo della fibra ottica nel nostro paese. La Cina dispone del denaro e delle aziende all'avanguardia per l'implementazione. Insomma, si potrebbe parlare di una nuova "colonizzazione", come sta già accadendo in Africa dove si baratta la materia prima con le infrastrutture. 

Il tema è delicato e richiederebbe almeno un ampio dibattito. La Cina da tempo ha iniziato ad acquistare i titoli pubblici delle potenze Occidentali, ma non tutti hanno concesso libertà d'azione nei settori più strategici come ad esempio le telecomunicazioni. Come si comporterà l'Italia?