Commissione UE: super licenze musicali e ceffoni alla SIAE

La Commissione UE vuole snellire la concessione di licenze per le opere musicali nel mercato unico. Inoltre parla di una maggiore trasparenza e migliore governance delle società di gestione collettiva. Il caso negativo della SIAE è eclatante: ne parla anche il New York Times.

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a cura di Dario D'Elia

Ieri la Commissione europea ha presentato una serie di proposte che consentiranno la creazione di un mercato unico europeo delle licenze per le opere musicali. In questo modo l'industria non sarà più costretta a contrattare con ogni singola società di gestione collettiva, come ad esempio la SIAE, per inaugurare nuovi servizi online. Il boom della domanda non conosce frontiere né restrizioni nazionali, ma alcune "società di gestione collettiva faticano ad adattarsi alle esigenze imposte dalla gestione dei diritti per l'utilizzo online delle opere musicali, in particolare in un contesto transfrontaliero" - come sottolinea il documento ufficiale UE.

Di fatto la Commissione propone uno standard comune per le licenze multiterritoriali, al fine di agevolare i fornitori di servizi e per garantire che i compensi siano riscossi correttamente e distribuiti in modo equo a compositori e parolieri. Oggi nell'Unione Europea si contano 250 società che gestiscono entrate pari a circa 6 miliardi di euro l'anno.

SIAE

"Più in generale, le società di gestione collettiva, indipendentemente dal settore in cui operano, dovranno rispettare gli standard europei che stabiliscono un miglioramento della gestione e una maggiore trasparenza nello svolgimento delle loro attività", sottolinea la Commissione. "Il cambiamento di alcune pratiche adottate dalle società di gestione collettiva è orami impellente, come dimostrano i recenti casi in cui le royalty incassate per conto dei titolari di diritti sono andate perdute a causa di errate politiche di investimento o di lungaggini nel versamento delle royalty ai titolari di diritti".

Da rilevare ad esempio proprio il comportamento della SIAE, che è commissariata dal 2011, ha un debito nei confronti di autori ed editori di circa 800 milioni di euro e infine (come ha ricordato il New York Times) nel 2008 è riuscita a indebitarsi per ulteriori 35 milioni di euro a causa del fallimento della Lehman Brothers.

"È necessario dare vita a un mercato unico digitale europeo che sia al servizio di autori, consumatori e fornitori di servizi. Il miglioramento delle società di gestione collettiva permetterebbe ai fornitori  di proporre nuovi servizi a livello internazionale, a beneficio sia dei consumatori europei che della diversità culturale", ha dichiarato Michel Barnier, commissario per il Mercato interno e i servizi.

La proposta ha quindi due obiettivi complementari:

- Promuovere una maggiore trasparenza e migliorare la governance delle società di gestione collettiva, introducendo obblighi di informazione più rigorosi e rafforzando il controllo delle loro attività da parte dei titolari di diritti, in modo da incentivare l'offerta di servizi migliori e più innovativi.

- Partendo da questa base, incoraggiare e agevolare le concessioni di licenze di diritti d'autore multiterritoriali e multirepertorio per l'impiego di opere musicali online nei paesi UE/SEE.

"I titolari dei diritti potrebbero intervenire direttamente nella gestione dei loro diritti ed essere remunerati più rapidamente. Inoltre, verrebbe sancita dalla legge la loro possibilità di scegliere la società di gestione collettiva più adatta ai loro fini. In questo modo gli interessi dei titolari di diritti sarebbero più tutelati e i consumatori avrebbero accesso a contenuti culturali più ricchi", si legge nel comunicato della Commissione.