Fujifilm FinePix F550 EXR - Sul campo

Test - Recensione di tre compatte tuttofare che hanno adottato sensori Back-Side Illuminated.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Fujifilm FinePix F550 EXR - Sul campo

Al primo impatto la F550 EXR è un po' ostica, per una organizzazione dei menù e dei pulsanti di controllo che non è sempre pratica. C'è confusione di ruoli tra un pulsantino indicato con la "f" di FinePix e il pulsante al centro della ghiera posteriore: portano a due menù distinti per l'impostazione di alcuni parametri, che però hanno diverse voci in comune. All'inizio non è chiaro quale dei due premere per raggiungere più velocemente le impostazioni che servono. La grafica scelta per i menù non aiuta, è molto "ricca" e non agevola a trovare velocemente ciò che si sta cercando.

Il display è affollato. C'è un pulsantino specifico per impostare la quantità di informazioni mostrate, ma le sue cinque opzioni in realtà sono due, opposte: non visualizzare nessuna informazione oppure visualizzarle tutte (come minimo 12), arricchite da - in questo consistono le altre tre opzioni - una griglia per la regola dei terzi, il taglio dell'inquadratura 16:9 o l'istogramma dell'immagine inquadrata.

Clicca per ingrandire

Superate queste stranezze, l'uso della compatta Fujifilm è piacevole. Le modalità di scatto automatiche sono diverse e, alcune, originali. Oltre a una modalità completamente automatica c'è l'immancabile Scene con diverse opzioni, ma sono più interessanti le modalità Advanced: per gli scatti con poca luce (un mini-HDR di più scatti con impostazioni diverse); per i primi piani con fondo sfuocato, impossibili da ottenere normalmente con un sensore così piccolo e le aperture disponibili (anche in questo caso si fondono due scatti, con messa a fuoco diversa); per la composizione di panorami.

Le modalità non completamente automatiche comprendono la Program e, cosa rara, le priorità di tempi o diaframmi e lo scatto in manuale. Nei modi a priorità il parametro principale (tempi o diaframmi) si imposta con la ghiera rotante posteriore; in Manuale si fa lo stesso, passando tra tempi e diaframmi con il pulsante per la correzione EV (non è comodissimo, ma funziona). Il funzionamento in manuale e quello a priorità di diaframmi sono però limitati dal fatto che la FinePix prevede solo tre aperture selezionabili: f/3,5, f/7,1 e f/10 (nelle modalità automatiche le aperture disponibili sono molte di più).

Il sistema AF è veloce e configurabile tra quattro modalità (messa a fuoco sul centro dello schermo, multipunto, continua, a inseguimento), mentre la valutazione esposimetrica ne ha tre (media, media pesata al centro, spot). Il bilanciamento del bianco prevede vari preset e anche una comoda impostazione manuale. Dal sistema di stabilizzazione ci aspettavamo qualcosa in più: la stabilizzazione continua sembra funzionare meno bene di quella che si attiva solo al momento dello scatto, comunque è difficile non incorrere nel micromosso con tempi più lunghi di 1/20s.

Clicca per ingrandire

Considerando le immagini prodotte dal punto di vista qualitativo si nota come il sensore CMOS BSI della F550 sia stato sfruttato in maniera tale da predliligere il contenimento del rumore soprattutto agli alti ISO. A 1.600 ISO gli artefatti si vedono nelle zone in ombra ma sono quasi sempre tollerabili, è a 3.200 ISO che il rumore cromatico si fa evidente e fastidioso. Volendo, si può scattare nel formato Raw di Fujifilm (il RAF) per ridurre il rumore dopo lo scatto, con buoni risultati. Oltre i 3.200 ISO si va solo in caso di necessità: la risoluzione diminuisce, il rumore aumenta e si fanno pesanti gli effetti "ammorbidenti" del filtro di de-noise, sempre un po' troppo aggressivo.

Il sensore EXR della F550 ha una modalità di funzionamento particolare, denominata anch'essa EXR, studiata per avere risultati migliori ma al prezzo di una riduzione della risoluzione delle foto a 8 MP. In pratica, nella modalità EXR i fotorecettori adiacenti sono uniti in coppie e operano come se fossero uno solo, dimezzando quindi il numero di pixel dell'immagine risultante ma "raccogliendo" il doppio delle informazioni. 

Questa maggiore "conoscenza" della scena è usata per contenere gli artefatti o per estendere la gamma dinamica dell'immagine finale. Il tutto avviene in maniera trasparente, con l'unico limite che la modalità EXR equivale a una Program, quindi non possiamo intervenire su tempi e diaframma di scatto. In questa modalità i risultati qualitativi sono davvero molto buoni, specie nel contenimento del rumore, tanto da poter usare i 1.600 ISO in ambienti poco illuminati senza quasi vedere artefatti nelle proprie immagini.