Perché non basta ignorare il cyberbullo?

Cos'è esattamente il cyber bullismo, perché è così diffuso e come fare a uscirne: abbiamo intervistato le esperte di relazioni familiari Elisabetta Rossini e Elena Urso. I loro consigli ci sembrano particolarmente utili.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Vittima o carnefice a processo?

Elena Urso"Spesso sembra quasi che sia l'atteggiamento della vittima da mettere in discussione, come se fosse il suo modo di fare a determinare o meno la gravità dell'atto del bullo. È come dire che se la vittima è forte, non piega la testa, allora il bullo non ha effetto.

È un colpevolizzare la vittima per il fatto di essere debole.

In realtà questo concetto va scardinato a partire dal mondo adulto perché gli atti di bullismo o cyber bullismo sono gravi in sé, tanto che il bullismo si profila come un reato.

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Al momento per bulli e cyber bulli ci sono capi di imputazione vari che non fanno capo a un solo reato: si fa riferimento a stalking, diffamazione online, ingiurie, molestie, furto di identità digitale. Al Senato tuttavia è stato approvato con voto unanime il disegno di legge 1261 "Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo" che è in esame alla Camera.

Gli adulti (genitori e insegnati principalmente) che vengono a conoscenza di un problema di questo tipo hanno il dovere di denunciare anche perché si parla spesso di cyber bullismo come di un'epidemia silenziosa perché Internet l'ha smaterializzato, non c'è il ragazzino che torna a casa con i segni sul corpo di una violenza, è tutto online e impalpabile e ci si accorge tardi di quanto sia grave la situazione. La cosa più grave è che oltre agli adolescenti sono coinvolti i pre-adolescenti, dagli 11-12 anni in poi.

Ecco perché è fondamentale aiutare i ragazzi a capire e imparare a usare gli strumenti che hanno in mano, dal telefonino al tablet, al computer.

Sono strumenti potenti e vista l'età delle persone coinvolte non ha importanza se abbiano dato o meno il consenso alla pubblicazione di foto e video. Il fatto è che adolescenti e pre adolescenti non riescono ad avere l'idea di quanto sia pericoloso diffondere questo materiale in Rete e di come finisca velocemente fuori controllo senza poter più rimediare. Basta un screenshot di un messaggio di WhatsApp perché il contenuto esista per sempre.

C'è un po' l'idea che i ragazzini di oggi nascono con il cellulare in mano, quindi lo sanno usare. In realtà la capacità d'uso è proporzionata al loro sviluppo cognitivo e quindi all'età: a 11 anni sanno aprire le app, chattare e postare foto e video, ma non capiscono la portata reale dei rischi e delle conseguenze a cui vanno incontro.

Per questo fin da subito i ragazzi vanno educati a condividere il meno possibile online, di modo che quando arrivino alle scuole medie siano consci dei pericoli a cui vanno incontro. Un insegnamento che oltre tutto ha il pregio collaterale di spingerli a una maggiore socializzazione con i coetanei nella vita reale, che risolve un'altra problematica odierna".

Perché il fenomeno di bullismo e cyber bullismo ha così forte presa, e conseguenze anche così gravi a volte?

Elisabetta Rossini"Nell'adolescenza e pre adolescenza i ragazzi vivono il distacco dalla famiglia, la spaccatura con le figure adulte e il bisogno di conferme, integrazione e accettazione che si spostano sul gruppo dei pari. È un passaggio fortissimo durante il quale i ragazzi sono deboli, e se nel mentre vengono ghettizzati, presi in giro o bullizzati affrontano dei crolli psicologici che poi possono portare ai fatti di cronaca che tutti conosciamo.

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Togliamoci dalla testa l'idea che la vittima di bullismo o cyber bullismo possa uscire da sola da questa situazione: è necessario l'intervento degli adulti, che siano genitori o insegnanti, che devono avere la capacità da un lato di non creare allarmismi, dall'altro di cogliere i segnali del malessere del ragazzino. Per esempio la progressiva esclusione e isolamento, la scarsa voglia di prendere parte alle attività scolastiche ed extrascolastiche. Come sanno i genitori di figli adolescenti, sono sintomi che spesso si verificano in questa fascia di età e che non hanno a che vedere necessariamente con il cyber bullismo, quindi il genitore deve avere la sensibilità per capire se sta succedendo qualcosa di più grave dell''ordinario. Altri sintomi più evidenti – e a qual punto forse si è già troppo avanti – sono il rifiuto del cibo e il crollo drastico del rendimento scolastico.

È facile dire "basta ignorarli", ma poi è così?

Elena Urso"Uno dei problemi è gestire l'umiliazione pubblica prorogata nel tempo causata dagli atti di cyber bullismo. Non è facile nemmeno per tanti adulti, a maggior ragione per un ragazzino di 11 anni. Gli adulti sanno distinguere lo sconosciuto dalla persona che conosciamo e che volutamente ci attacca e ci denigra. Sentirsi tradito da quello che si credeva un amico di cui ci si fidava, e improvvisamente inizia a raccontare al gruppo confidenze privatissime è difficile da gestire anche per un 40enne.

Però il 40enne con un carattere ormai definito ha gli strumenti per difendersi e gestire la situazione. La differenza è proprio che quando si diventa adulti non si ha più questo bisogno - quasi vitale per un ragazzo - di essere accettato dai propri pari. Durante l'adolescenza ciascun ragazzino cerca la sua identità staccandosi dalla famiglia. L'unica realtà in cui si riconosce è il gruppo dei pari, ma deve sentirsi parte del gruppo e integrato. Se in questo momento, in cui il ragazzino non è più bambino ma non è adulto, il gruppo lo tradisce, c'è una fragilità di fondo che si concretizza nell'esclusione da tutto".

Il doversi far accettare dal gruppo funziona sia per il bullo sia per il bullizzato?

Elisabetta Rossini"Funziona per entrambi, purtroppo è la modalità che si sceglie ad essere molto diversa. Alcuni studi sostengono che il bullo sia un adolescente insicuro che ha una bassa autostima, altri che sia incapace di gestire un conflitto, e che non abbia mai dovuto affrontarne all'interno della famiglia - che è una palestra perfetta per imparare dato che si è amati in modo incondizionato come in nessun altro luogo.

Cyberbullying[1] (1)

Questa incapacità di affrontare lo scontro porta poi il bullo quando compie il primo atto stupido e cattivo nei confronti di un pari a trovare nel gruppo un'approvazione - manifesta o silenziosa - che interpreta come conferma del fatto che quella appena intrapresa sia la strada giusta per fasi rispettare, per piacere agli altri. Il bullo in questo modo ha una conferma totalmente falsata del fatto che il suo comportamento funziona.

Gli adolescenti d'altro canto difficilmente hanno il coraggio di opporsi a queste manifestazioni e denunciare ai genitori. La salvezza è quando qualcuno - più spesso fra il pubblico che fra carnefice e vittima - avvisa l'adulto di riferimento innescando il meccanismo di intervento".