Cyberbullismo, la nuova legge punirà anche la satira?

Il testo della nuova legge prodotta dalle commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali della Camera dei Deputati è stato talmente ampliato da comprendere adesso aspetti molto differenti, dalla violazione della privacy al bullismo, fino alla satira politica. Non sarà un o' troppo?

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a cura di Alessandro Crea

Lo scorso 27 luglio le commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali della Camera dei Deputati si sono riunite a Roma per emendare il testo della legge sul cyberbullismo, ma a quanto pare il risultato è controverso, visto che ora il testo stesso è stato allargato fino a comprendere una serie di fenomeni anche eterogenei che sarà difficile tenere assieme.

La legge nasce infatti nell'ormai lontano 2014 per far fronte ai crescenti casi di bullismo in rete tra adolescenti e di sexting, i messaggi a sfondo sessuale inviati tramite SMS o chat. Circa 2 milioni di adolescenti infatti trascorrono ormai le proprie giornate tra Whatsapp, Facebook, Instagram e Snapchat.

Gli emendamenti avrebbero dovuto migliorarla e potenziarla, ma la sensazione è che si sia perso di vista il riferimento primario oppure si sia esagerato nell'accorpare fattispecie diverse di reati che vanno dalla diffamazione online alla violazione della privacy. Troppo zelo?

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Giuristi prestigiosi come Fulvio Sarzana si sono già detti preoccupati, perché com'è ora il testo consentirebbe di colpire anche giornalisti che chiedono un'intervista con troppa insistenza o che pubblicano sul sito del proprio giornale spezzoni di conversazioni "off the records" o ancora "Un blog scomodo, un commento troppo colorito sul forum, una qualsiasi notizia data su un blog o su una testata" anche se essa riguardasse maggiorenni.

Nel nuovo testo si legge infatti che: "Per cyberbullismo si intendono, inoltre, la realizzazione, la pubblicazione e la diffusione on line attraverso la rete internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni audio o video o altri contenuti multimediali effettuate allo scopo di offendere l'onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime, nonché il furto di identità e la sostituzione di persona operate mediante mezzi informatici e rete telematica al fine di acquisire e manipolare dati personali, nonché pubblicare informazioni lesive dell'onore, del decoro e della reputazione della vittima."

Nella formulazione della legge inoltre scompare il concetto di reiterazione, per cui chiunque sarà perseguibile anche dopo la prima infrazione, come recita l'articolo 2-bis, secondo cui la legge mira a prevenire, reprimere e punire "qualunque comportamento o atto, anche non reiterato, e perpetrato attraverso l'utilizzo della rete telefonica, della rete internet, della messaggistica istantanea, di social network o altre piattaforme telematiche."

Per il momento comunque non c'è ancora nulla di certo. Il testo infatti sarà discusso alla Camera solo il prossimo 12 settembre, inoltre è previsto anche un tavolo tecnico nazionale e un piano nazionale integrato per definire le forme di regolamentazione necessarie a garantire l'efficacia della legge, con la partecipazione di una molteplicità di soggetti che, in passato, è già stata causa di fallimento di altre operazioni simili.